Capitolo XIX

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Di tutti gli scenari che Christopher si era immaginato di affrontare una volta arrivato al cafè, l'immagine di Zack che viene scortato lungo il vialetto da due omoni in completo scuro non era sicuramente tra quelli.

La nonna se ne sta sulla soglia del locale trattenendo Norah che agita la scopa per aria ed urla di lasciarlo andare, ma loro non rallentano il passo.

Christopher si lancia fuori dal taxi che non si è ancora fermato e cerca di raggiungerlo, ma un terzo uomo gli sbarra la strada.
"Zack!"

"Chris, non dovresti essere qui".

"Che sta succedendo? Chi sono questi uomini?"

"Ah, non è nulla. Perchè non torni a casa? Prometto che mi faccio sentire più tardi".

"No". Prova a superare l'uomo, ma egli lo trattiene senza difficoltà. "Ti devo parlare Zack, è urgente".

"Non credo adesso sia il momento migliore". Poi, visto che il pianista pare convinto a non spostarsi finchè non avrà esaudito il suo desiderio, sospira. "Posso parlare con lui un paio di minuti? È tutto ciò che mi occorre e poi vi seguo senza problemi".

I due omoni si guardano ed annuiscono e l'altro si fa da parte per permettere a Christopher di incontrarlo a metà vialetto.

"Non credevo fossi così impaziente" lo accoglie con un sorriso sbilenco.

"Zack, chi sono? Perchè vogliono portarti via?"

"A quanto pare mia mamma non ha apprezzato il mio rifiuto".

L'altro sbarra gli occhi. "È stata lei?"

"Errore mio" si passa una mano tra i capelli, "avrei dovuto capire che non si sarebbe arresa così facilmente dopo avermi ritrovato".

"Ma..."

"Pazienza, vorrà dire che-" ma si zittisce di colpo quando un paio di braccia muscolose lo stringono contro un petto solido.

"Chris?" mormora scioccato. Il ragazzo che odia il contatto fisico lo sta abbracciando di sua spontanea volontà e lui non è nelle condizioni mentali per apprezzare a fondo il momento.

"Scappiamo" gli sussurra lui.

"Cosa?!", ma nell'attimo in cui indietreggia per guardarlo negli occhi, convinto di aver sentito male, Christopher rilascia i suoi fianchi e lo afferra per il polso.

"Corri!" dice girando su se stesso e portandolo con sè.

Supera il terzo uomo dandogli una spallata -che funziona solo per l'effetto sorpresa- e si lanciano in strada con gli altri due alle calcagna.

"FERMATEVI!", ma quell'ordine lo spinge solo a correre più veloce.

Trascorso l'attimo di shock estremo, Zack scoppia a ridere e fa scendere la mano fino ad intrecciarla con la sua.
"Va bene, corriamo" gli sorride eguagliando la sua velocità.

Il quartiere attorno al cafè si trasforma così in un set di guardie e ladri dove i due ragazzi entrano ed escono da vicoli e strettoie con i tre uomini cercano di non perderli di vista.

Tra il traffico e la gente sul marciapiede seminarli è difficile tanto quanto farsi raggiungere e dopo un'ora la stanchezza inizia a farsi sentire, ma Christopher è talmente ammaliato dal sorriso ipnotico di Zack che anche se rimanesse senza ossigeno probabilmente non se ne accorgerebbe neppure.

Si infilano nel vicoletto di una palazzina e si nascondono nell'ombra del sottoscala.

Il biondo si piega sulle ginocchia affannato ed il corvino si passa il dorso della mano sotto il mento per asciugarsi il sudore.

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