Capitolo XX

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L'intenzione di cenare tranquillamente dura fino al contorno, il che, considerando l'irriverenza di Zack, è un tempo record.

A sua difesa, però, deve dire che aver 'accettato' di tornare a casa non implicava firmare la sua resa.

"Mai sentito parlare di incontri di pace, mamma? Le due parti decidono di deporre temporaneamente le armi per raggiungere un compromesso" spiega gesticolando con la forchetta. "Se tu vuoi che io rinunci alla mia borsa di studio in conservatorio, mi dici dov'è l'equità della proposta?"

"L'equità sta nel fatto che puoi finalmente avere un lavoro stabile e proficuo accanto a tuo padre ed io posso smetterla di preoccuparmi per te".

"Continua a non essere equo per me. Lo sai che non voglio passare la mia vita in ufficio."

"Preferisci star dietro il bancone di un bar o la cassa di un supermercato, allora? Perchè anche studiando quello che volevi non stai andando da nessuna parte".

"Aiya, anche quelli sono lavori dignitosi".

"Mai detto il contrario, ma un Bailey non può finire a fare il cameriere".

"Perchè il resto della famiglia è laureata ed in piena carriera?" alza gli occhi al cielo Zack, "anche io tra un anno sarò laureato".

"E non hai nulla in mano!" sbatte la mano ingoiellata sul tavolo la donna. "Tuo cugino sta ultimando le ultime procedure per entrare in un'orchestra. Dov'è la tua prospettiva lavorativa?"

"Gordon è un bravo pianista e sono contento che l'abbiano finalmente notato, se lo merita".

"Fai il serio, Zack".

"Sono serio. Che c'è, non posso essere felice per lui? O anche tu come la zia preferisci metterci uno contro l'altro?".

"Bada a come parli. Mia sorella ti vuole un mondo di bene".

"Come io ne voglio a lei, ma non puoi non ammettere che ha cresciuto Gordon mettendolo sempre a paragone con il sottocritto".

"Questo per spronarlo a dare il meglio di sè. Ai ragazzi fa bene un po' di sana competizione, rinforza lo spirito".

"E lede i rapporti. Pensi che sia stato facile per Gordon doversi confrontare con me tutti questi anni? Posso ammansirlo quanto voglio, ma certi giorni la sua gelosia nei miei confronti fa davvero male... e tutto per cosa? A me non interessa essere migliore di lui."

"Stiamo sviando il discorso principale".

Zack sorride deplorevole ed abbassa le posate. Non è che abbia mangiato molto, ma questa discussione l'ha nauseato.

"Dovevo immaginarlo" dice pulendosi la bocca con il tovagliolo. "Fin tanto che reputerai i miei sentimenti non inerenti a questo tuo fantomatico discorso principale, non credo ci sia altro di cui parlare" e facendo stridere la sedia si alza e si richiude in camera.

Visto che la chiacchierata con mamma non ha portato da nessuna parte, Zack decide di lavorare sull'altra sponda.
Ecco perchè il giorno dopo si sveglia presto e va in ufficio da suo padre.

Bussa alla porta e quando ottiene il permesso di aprirla, ci infila solo la testa. "Ehi, papà" lo saluta con un gran sorriso.

"Zack? Sei davvero tu?"

"In carne ed ossa" e la spalanca entrando definitivamente "e con la colazione".

"Brioches e caffè?" indaga spostandosi sul divanetto, mentre il ragazzo estrae dal sacchetto i suoi acquisti.

"E biscotti al burro! i nostri preferiti."

"Ora si che riconosco mio figlio".

Zack si porta una mano al cuore fingendo indignazione. "Non per i tuoi stessi capelli biondi?"

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