Capitolo X

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Se Christopher aveva pensato che il sonno sarebbe tornato subito, si era sbagliato di grosso.

Non importa quante volte cambia posizione, sistema il cuscino o liscia le coperte, i suoi occhi non ne vogliono sapere di rimanere chiusi e preferiscono fissare il soffitto, mentre le sue dita sfrigolano dalla voglia di scorrere sui tasti del pianoforte.

È tanto che non prova questa frenesia per la musica ed in particolare, il bisogno viscerale di immergersi nella musica, è una sensazione che da anni sta tenendo ingabbiata dentro di sè per paura di esserne sovrastato.

Non gli piace perdere il controllo e la sua personalità introversa lo porta a dover stabilire tutto in precedenza per sentirsi a suo agio e non dover avere a che fare con sorprese inaspettate, ma è consapevole che tentare di controllare qualcosa spesso conduce al risultato opposto.

È come quando si cerca di riempire una scatola con più oggetti possibili fino a spaccarla.

Quando si supera il limite, si devono poi raccogliere i pezzi.

Forse è perchè sta raggiungendo il suo limite che si sente così irrequieto, come un allarme biologico che lo sta avvertendo che ha immagazzinato troppe cose ed adesso deve liberarsene, fatto sta che da quando Zack è entrato nella sua vita -meglio dire che ne ha sfondato le porte con irruenza- il suo autocontrollo non sta funzionando come dovrebbe.

Il suo sguardo vaga nelle aule e nei corridoi in cerca della sua figura e le sue orecchie si drizzano quando percepisce una risata familiare. Il suo volto solitamente impassibile viene messo alla prova ogni volta che lui è nelle vicinanze ed il suo cuore -sano e perfettamente funzionante- gli gioca dei strani scherzi davanti a quel sorriso spettacolare.

La verità è che per la prima volta non gli importa scombussolare la sua routine per qualcuno che non sia suo nonno od Anthony e si ritrova trepidante ad aspettare il prossimo pomeriggio che trascorreranno assieme.

E poi c'è il fattore musica.

Essendo suo nonno proprietario e dirigente del conservatorio ed avendo un fratello che è nel mondo della musica da quando è piccolo, Christopher è cresciuto circondato da artisti e musicisti. Trascorreva i weekends tra concerti e sale d'opera e non c'era serata, mentre lui ed Anthony facevano i compiti, che suo nonno non accendeva il giradischi.

Eppure, nessuna voce l'ha impressionato come quella di Zack.

Lui, con una semplice canzone, di un genere -il blues- che per altro Christopher non ritiene tra i suoi preferiti, si è insinuato sotto la sua pelle ed ha bussato ad una porta che è rimasta chiusa per anni riuscendo addirittura ad aprirla di qualche centimetro e far fuoriuscire quell'ebbrezza che provava a quindici anni, quando ancora permetteva alla musica di inebriarlo.

Ciò che lo sconvolge maggiormente, però, è che l'ha fatto in modo così naturale che lui non ne ha subito neppure il contraccolpo, anzi... dopo troppo tempo ha finalmente riprovato la gioia pura di far musica.

Sotto i polpastrelli percepisce ancora la superficie liscia dei tasti, mentre passava da un accordo all'altro con maestria ed esperienza e nelle sue orecchie risuona ancora quella voce calda e sentimentale che fa vibrare la sua anima.

Volta la testa verso la scrivania dove sa c'è il suo blocknotes e la voglia di continuare l'abbozzo di composizione che ha cominciato dopo cena è ancora più impellente della voglia di scendere e mettersi a suonare.

Il gattino si è accoccolato nel bovindo ed il raggio di luna che penetra dalla finestra fa risplendere d'argento il suo pelo grigio.

Sono quasi le 3:00 e tra tre ore suonerà la sveglia. Dovrebbe davvero dormire.

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