Sembra stia combattendo contro sé stesso. Siamo in Corea e siamo idols, le regole dell'amore per noi sono ancora più complesse. L'intera nostra carriera si basa sull'essere "Boyfriend Material" per le nostre fan. Cosa potrebbe succedere a due idols...
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Hyunjin
Non lasciare Felix da solo? Che cazzo, Jisung!
Continuo a rimuginare su quella stramaledetta frase da quando ho lasciato casa di Lee Know. Sono fermo al semaforo, le mani infilate nelle tasche del cappotto color cammello, e sbuffo rumorosamente. Una signora di mezza età a pochi metri da me si volta e mi guarda perplessa.
«Mi scusi, ero sovrappensiero!» balbetto, scuotendo la testa velocemente e accennando un mezzo inchino.
La signora abbozza un sorriso di circostanza e, notando la luce verde del semaforo, si affretta ad attraversare le strisce pedonali. Che figuraccia!
Riprendo a camminare, guardando l'aria che si condensa davanti al mio viso ad ogni respiro, e torno a perdermi nei miei pensieri.
Mi infastidisce essere trattato da balia di Felix, non sono suo padre. Mi infastidisce il tono con cui Han mi ha rimproverato. E, soprattutto, mi infastidisce che abbia ragione e che io mi senta in colpa ogni volta che lascio da solo Lix. So che non mi dice niente, che non mi chiede dove vado o se torno, ma che mi aspetta fino a tardi. So che gli dispiace stare in solitudine e che non riesce a dormire bene.
E allora perché scappi e vai da Lee Know, Hyunjin?
In fondo la risposta la conosco, ma è talmente assurda che anche solo considerarla mi è impossibile.
Arrivo a casa e ringrazio la stagione fredda, perché con questo passo veloce sarei arrivato madido di sudore. È già mezzogiorno quando rientro nell'appartamento, posando le chiavi all'ingresso e togliendomi le scarpe stringate.
«Jinnie!» Felix mi accoglie come sempre con quel sorriso smagliante. Ha gli occhi ancora assonnati, appena sveglio il suo viso é ancora più dolce.
«Ehi Lix!» sorrido e mi avvicino per abbracciarlo.
Accoglie subito il mio gesto, appoggiando il mento sulla mia spalla. Vorrei chiedergli come ha dormito, ma non so se ho più timore di sapere la risposta o di pensare che mi stia mentendo.
«Hai fatto colazione?» gli chiedo, staccandomi dolcemente.
«No, ti aspettavo.» mi indica il tavolo apparecchiato, con un ricco brunch cucinato da lui.
Perché dev'essere così bravo in tutto? Sorrido e mi avvio in bagno per lavarmi le mani e raggiungerlo nel nostro soggiorno.
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