5 - Iced americano

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Felix

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Felix

Hyunjin è scomparso in camerino con una decina di capi costosi e, conoscendolo, non ci impiegherà molto a provarli tutti. Lancio un'occhiata alle quattro buste ricolme accanto ai miei piedi e sospiro, ho speso una fortuna. Fare shopping con Jinnie è deleterio: i suoi occhi che si illuminano quando provo degli indumenti mi fanno sentire realmente bello, finisco sempre per comprare tutto ciò che gli piace. Arrossisco ricordandomi la sua espressione dinnanzi alla maglia a rete, che non so quando avrò il coraggio di indossare.

Alzo lo sguardo, Hyunjin è uscito dal camerino senza dire una parola. Indossa una semplice camicia nera con uno scollo a V, che mostra parte del suo ampio petto, abbinata a dei pantaloni bianchi. Sembra che i vestiti siano stati cuciti apposta per lui. È semplicemente perfetto.

«Woah... Stai benissimo!» esclamo, pieno di ammirazione. Gli ho sempre invidiato l'altezza, in quanto Jinnie è l'unico membro ad avvicinarsi al metro e ottanta, e il corpo slanciato ma nettamente più muscoloso del mio. Il collo lungo e le spalle larghe gli conferiscono un aspetto estremamente fine e al contempo molto mascolino. Ha una classe che nessun capo firmato o make up artist potrebbe riprodurre: Hyunjin è nato con lo charme già integrato nel pacchetto.

«Dici?» domanda, con noncuranza. Si porta i capelli indietro e capisco da come si guarda allo specchio che gli piace ciò che vede. Sorrido, è assolutamente consapevole di essere dannatamente bello.

Torna nel camerino tirando la tenda, ma qualche instante dopo mi sento chiamare: «Felix?», brontola, «Mi aiuti con questo maledetto laccio?»

Sposto la tenda e lo ritrovo con la camicia nera completamente sbottonata, l'espressione corrucciata e le dita che tentano invano di slacciare uno strano fiocco del pantalone bianco. La forte luce che proviene dal faretto del camerino mette in risalto i suoi addominali tesi a causa della postura contratta. Trattengo il fiato e cerco di concentrarmi sul fiocco.

Mentre armeggio con le mie dita sottili, attento a non toccare la sua pelle marmorea, lo sento ridere: «Ma stai respirando?»

Avvampo di colpo, cercando di non perdere la concentrazione. Evitando il suo sguardo, finalmente riesco a slacciare il pantalone: «Ecco, Jinnie».

Dal mio riflesso nello specchio mi rendo conto di essere color porpora. Fa decisamente troppo caldo qui dentro, penso.

Mi giro per allontanarmi velocemente dal camerino, ma mi sento afferrare per il polso. Hyunjin mi tira nuovamente in quel buco claustrofobico e chiude la tenda con un gesto veloce. Mi ritrovo con le spalle al muro, i suoi occhi si scontrano con i miei con una forza che mi disarma.

«Che... che stai...» balbetto, ma la voce mi muore in gola.

Lui non dice niente, mi guarda. Per un istante, mi sembra che i suoi occhi si soffermino sulle mie labbra, esitanti.

Sono paralizzato, il cuore minaccia di rompermi la gabbia toracica. Il tempo sembra dilatarsi, prendendosi gioco di me. Sento il suo respiro, ma non il mio.

Deep in My Heart // Minsung, Hyunlix &...Donde viven las historias. Descúbrelo ahora