6 - MinHot

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Lee Know

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Lee Know

Sono sdraiato con la schiena sul pavimento in legno del salotto che, fortunatamente, è riscaldato. Dall'unica grande finestra, ornata solo da una semplice persiana grigia, posso intravedere il cielo, che sembra aver deciso di liberarsi dei nuvoloni che incombevano questa mattina. Han mi porge un cuscino del divano per farmi appoggiare la testa su una superficie morbida e torna a guardare lo schermo del cellulare. Lui è così, penso osservando il suo viso concentrato, estremamente premuroso senza nessun apparente sforzo. Ogni tanto si gira e mi mostra qualche video divertente, ridendo rumorosamente.

Siamo in questa posizione da un tempo indefinito e, probabilmente, se non per la fame, potremmo rimanerci fino a domani, quandp lo stomaco di Han attira l'attenzione con un gorgoglìo, facendolo arrossire di colpo.

Trattengo un sorriso: «Ho fame anch'io!» sbotto. Mi sollevo da terra con uno slancio quasi atletico e lo guardo dall'alto: «Ordiniamo una pizza?»

Annuisce e rotola sul pavimento per posizionarsi a pancia in giù: «Sono le 18 ormai...» sospira, senza staccare gli occhi dal cellulare, «Che ne dici di un film horror? Non ne vediamo da un po'.» propone. Stringe un cuscino al petto con estrema tenerezza e lo sguardo mi cade involontariamente sui pantaloni attillati che indossa.

«Tutto per la mia mogliettina!» Non resisto e gli assesto un rumoroso schiaffo sul sedere.

«Lee Know...» si lamenta, massaggiandosi la natica, senza nemmeno voltarsi. Ormai è fin troppo abituato ai miei scherzi.

«Lo sanno tutti...» continuo allora, sperando di vederlo arrossire, «Ti piace quando ti sculaccio.»

Il mio desiderio si realizza: «Ma che dici!» sbotta, mollando finalmente quel dannato cellulare per guardarmi, con il viso scarlatto.

Non soddisfatto, gli lancio un occhiolino, sfornando un'espressione provocante.

Sgrana gli occhi, allibito: «Ti senti bene?» chiede, mettendosi a sedere.

Ho superato il limite?

«Benissimo!» sorrido, «Una piccola vendetta per la scenetta dello SKZ Room.» sghignazzo, senza pensarci troppo.

Errore madornale.

«Ma allora ti aveva dato fastidio davvero!» esclama lui, lanciandomi il cuscino. Lo afferro prima che mi colpisca in faccia e scuoto la testa con aria di sufficienza:

«Non mi aveva dato fastidio, mi era piaciuto.»

Han mi guarda con quegli occhi enormi spalancati che gli hanno fatto ottenere il soprannome di 'quokka', un animale a metà tra un castoro e uno scoiattolo con un'abbondante dose di guance da criceto.

«Per questo era meglio stare lontani per un po'.» aggiungo seriamente, guardando il mio smartphone per ordinare le pizze. Spero di poter cambiare discorso, ma Han non mi stacca gli occhi di dosso. Mi sembra di sentire il suo cervello riascoltare le mie parole decine di volte, cercando di decifrarle.

Deep in My Heart // Minsung, Hyunlix &...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora