24. Festival Culturale (1)

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"What am I to be? What is my calling?

I gave up giving up, I'm ready to go.

The futures left unseen it all depends on me. Put it on the line to follow my dreams!".

[Hero too, Kyoka Jiro Starring Chrissy Costanza]

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Todoroki Setsuna stava passeggiando per le vie del centro commerciale, guardando le vetrine con la coda nell'occhio mentre ascoltava la voce della figlia, in chiamata nel cellulare.

-Oh, il festival culturale della UA! Oddio, quanti ricordi...!- esclamava piena di nostalgia, non appena aveva sentito Akiko cambiare argomento per parlare del festival e di cosa avrebbe fatto la sua classe. Quando era solo una ragazzina che andava alla sezione ordinaria — non era mai stata interessata ad entrare nella sezione eroi come il fratello maggiore — ricordava che la sua classe avevano sempre cercato di attirare gente usando il cibo come scusa.

-Ci abbiamo messo un po', ma il resto della classe ha scelto mentre ero alle lezioni di recupero del professor Aizawa con Midoriya, Ochaco e gli altri- aveva iniziato lei e Setsuna poteva sentire dalla sua voce quanto elettrizzata fosse. Era da un bel po' di tempo che non la sentiva così pimpante.

-Sei felice, eh?-.

Akiko non aveva affatto esitato a rispondere. -Non sai quanto! La voce di Kyoka è bellissima! Non credevo di poterla sentire un'altra volta!-.

Setsuna sorrideva, mentre ascoltava la figlia continuare a lodare i suoi compagni di classe — Jiro Kyoka per la sua voce e la bravura con gli strumenti musicali, il senso del ritmo di Ashido Mina, e in generale l'impegno di tutti quanti.

Sentire Akiko così allegra era una gioia per le sue orecchie.

-E poi—! Ah, aspetta un attimo, mi stanno chiamando...-. Ad un tratto si era bloccata e Setsuna dovette aspettare solo qualche secondo prima di risentirla.

-Tutto ok?-.

-Oh si, ma la pausa è finita e Mina mi ha chiesto di aiutarla, per cui devo andare- fece lei con un tono di scuse, prima di salutarla.

-Tranquilla, allora. Io continuo la mia ricerca del regalo-. La salutò di rimando con una piccola risata. Prima di staccare, però, Akiko le fece promettere una foto del regalo che avrebbe scelto: tra qualche settimana, infatti, la figlia di una sua amica avrebbe compiuto un anno, per cui aveva approfittato di quel giorno libero per comprare qualcosa di carino (anche se non aveva ancora la più pallida idea di che cosa).

"E se mi prendessi il giorno libero per il festival culturale? Ad Akiko piacerebbe?". Rimuginando su cosa fare quel giorno, Setsuna continuò a girovagare per i negozi di quel centro commerciale, cercando qualcosa nelle vetrine che potesse attirarla.

Ad un tratto, i suoi occhi vennero attirati da una certa tutina di un negozio di vestiario per bambini fino ai dieci anni, così si avvicinò subito alla vetrina con un sorrisino sulle labbra, quasi dimenticandosi cosa stava pensando prima.

"È così adorabile!".

Iniziando a giocare con i suoi capelli, come faceva sempre quando si perdeva nei suoi pensieri, le venne istintivo pensare subito a quanto sarebbe stata carina una neonata Akiko con quella tutina. Un po' si pentiva di aver perso i suoi primi sei anni di vita, ma non poteva farci nulla. Quella, poi, non era nemmeno la prima volta che la sua mente vagava e immaginava quei scenari: se stessa con un bambino in braccio, oppure Akiko che giocava con un fratellino o una sorellina. Non le importava molto il sesso del bambino, se era in salute. Quel bambino possedeva sempre, tuttavia, i suoi stessi occhi azzurri, due guance piene e rosee, folti e indomabili capelli rossi— no neri.

Tigre di Giada | BNHA [2]Where stories live. Discover now