2. Traitor

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Le voci del mercato risuonavano leggermente assordanti nelle mie orecchie, mentre il profumo delle spezie si insinuava nel mio naso.

Ogni lunedì mattina, nella piazza principale della capitale, si svolgeva un mercato.

Quella era l'occasione perfetta per me di andare a vedere come erano le condizioni in cui viveva la mia gente.

Quella fredda mattinata non indossavo la corona, ma bensì, al posto di essa, si trovava un cappuccio a coprire gran parte del viso.

Indossavo dei semplici abiti, meno preziosi e vistosi di quelli che ero solita portare a palazzo con al di sopra un mantello a coprire il tutto.

Non dovevo farmi riconoscere.

Anche Nathan, che camminava dietro di me, indossava un mantello che lo teneva al caldo.

L'atmosfera del mercato era...unica.

Quello era l'unico momento in cui mi sentivo normale.

Nessuno badava a me, nessuno mi guardava terrorizzato. Ai loro occhi, ero solo una donna che passeggiava tranquillamente lungo le strette vie della piazza principale.

I venditori urlavano a gran voce i prezzi delle loro merci, cercando di attirare più gente possibile.

Le donne venivano spinte dai loro figli verso le bancarelle dei giocattoli e dei dolci mentre cercavano di non cedere alle lacrime o agli occhi dolci dei loro pargoli.

Anziane signore cercavano di contrattare con i venditori i prezzi del cibo, mentre varie persone giravano con una bevanda calda tra le mani.

Un leggero sorriso si fece spazio lungo le mie secche e violacee labbra alla vista di tutto ciò.

Non c'era miglior sensazione di vedere il proprio popolo felice e sereno.

Vivevo per quello.

Vivevo affinché potessi governare al meglio il regno e far felice più persone possibili.

Era quello il mio scopo, e lo avrei raggiunto, a ogni costo.

Tutti mi portavano rispetto, ero temuta dalla gente, ma questo non voleva dire che non erano felici che fossi la loro regina.

Ormai erano passati secoli dall'unificazione e la pace regnava sovrana.

Non si facevano più distinzioni tra streghe che utilizzavano la magia bianca o quella nera.

Qualche complottista c'era, ma non erano un problema. Finché riuscivo a tenerli d'occhio e sotto controllo, non ci sarebbe stata nessuna battaglia civile.

Il vero problema in quel momento era il Regno del Sud.

Nell'ultimo periodo c'era stata molta tensione tra i due regni e non avevo idea di come risolvere il problema in questione.

Seppur mi doleva ammetterlo, il Regno del Sud era di gran lunga più potente di noi.

Fino a quel momento non avevamo perso neanche una singola guerra e sicuramente non avevo nessuna intenzione di farlo.

Quello era il momento più difficile di tutta la situazione.

La gente era al corrente della faccenda e la paura era palpabile.

Persone, uomini e donne, che si preparavano a combattere per proteggere il loro regno, avevano paura di morire.

E le persone che lasciavano dietro di loro, tra cui famigliari e amici, avevano paura di perdere coloro che amavano.

Per quanto riguardava la mia persona, quella situazione era di gran lunga stressante.

Oltre alla morte di mio padre, la mia vita era in serio pericolo.

Life Goes OnWhere stories live. Discover now