27. War, blood and Love

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Nathan's POV

Le montagne del Nord erano conosciute per essere pericolose, soprattutto per noi stregoni.

Utilizzare la magia in quel luogo era rischioso.

Non si sapeva la reale ragione di tale convinzione, ma nessuno era così tanto stolto da verificare personalmente.

Mi incamminai per i boschi cercando di raggiungere la montagna della luna.

Camminai a lungo, a tratti corsi, al solo pensiero di Edith in quelle condizioni.

Se non si fosse svegliata al più presto il Regno del Nord avrebbe smesso di esistere.

Raggiunsi finalmente la montagna della luna che era ormai notte.

Il grande e luminoso satellite che dava il nome alla montagna in cui mi trovavo illuminava lievemente il mio cammino.

Il freddo si insinuò fin dentro le mie ossa e mi costrinse a muovermi per non morire di ipotermia.

Non potevo utilizzare la magia per avere calore.

Non potevo utilizzare la magia per farmi luce in quei boschi oscuri.

Non potevo utilizzare la magia per capire dove poter andare.

E in più l'ansia che provavo nei confronti di Edith non mi aiutava affatto.

«Un avventuriero o uno straniero?» chiese una voce dietro di me che mi fece sussultare.

D'istinto posai la mano sul pomolo della spada e mi voltai velocemente.

Abbassai lo sguardo e vidi una piccola creatura che supposi fosse colei che mi avesse parlato.

«Sto cercando l'antidoto della luna» affermai sperando di ricevere aiuto.

«Se l'antidoto della luna stai cercando il tuo tempo stai sprecando» rispose la creatura con le mani dietro la schiena che riconobbi essere uno gnomo.

Era di piccola statura e aveva una lunga e grigia barba che gli giungeva fino ai piedi.

«Cosa vorresti dire? La vita mi ha detto di venire qui.»

«Se l'antidoto vuoi trovare qualcosa dovrai pur fare» affermò al sentir nominare la sorella di Azrael.

Successivamente iniziò a incamminarsi facendomi segno di seguirlo.

Non mi fidavo assolutamente, ma, in fondo, che scelta avevo se non quella di seguirlo?

«Dove stiamo andando?»

«Se l'antidoto vuoi trovare in silenzio per ora dovrai stare» rispose scocciato in rima.

«La mia regina sta morendo. Non ho tempo per le rime.»

«Se la tua regina vuoi salvare il tuo comportamento dovrai cambiare» continuò per poi fermarsi davanti a un alto albero dal tronco imponente.

Lo gnomo toccò il tronco per poi infilarci la mano al suo interno.

Successivamente prese una fialetta contenente un liquido bianco luminescente.

«Se l'antidoto vuoi prendere, qualcosa dovrai pur rendere» affermò allungando la piccola mano verso di me.

«Cosa vorresti in cambio?»

«Qualcosa che fa bene al cuore, il regalo di un genitore» affermò indicando la spada che avevo sul fianco.

La spada che mio padre mi aveva lasciato dopo la sua morte.

La cosa più cara che possedessi.

Guardai la pozione che aveva in mano e senza esitazione sguainai la spada per poi porgerla allo gnomo.

Life Goes OnWhere stories live. Discover now