35. War

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La guerra era scoppiata.

Il mio popolo, dopo aver scoperto le azioni compiute da Nicholas, aveva preso le armi ed era sceso a combattere valorosamente.

Nicholas aveva ferito molto gravemente la corona, aveva ferito me.
In quel momento, invece, lui era scomparso, dissolvendosi nel nulla, mentre il suo popolo combatteva una sanguinosa guerra. Tutte le morti che sarebbero avvenute, sarebbero state a causa sua, unicamente a causa sua.

Ancora non riuscivo a capacitarmi di come lui avesse potuto ingannarmi. Lui che avevo sempre ritenuto un essere misero e incompetente. Lui che era stato decisamente più furbo di me. Mi aveva ingannata e aveva dimostrato che l'incompetente ero io.

Stavo per morire e l'assassino sarebbe stato lui.

Il solo pensiero mi faceva rabbrividire.

Io, Edith De Maris, uccisa da un essere inutile come lo era stato Nicholas Ruiz.

E quella rabbia che provavo in quel momento la stavo riversando sul campo da battaglia.

Con la spada e aiutata dalla magia combattevo per proteggere il mio regno.

Volteggiavo tra i soldati dell'armata del sud e al mio passaggio corpi cadevano trafitti dalla mia spada.

I cupi mietitori, che riuscivo a vedere solo io e Nathan, camminavano per quel campo da battaglia con le mani pieni di fogli che indicavano le anime da raccogliere.

Ero sicura che Azrael avesse parecchio lavoro da fare.

Azrael.

Non avevamo avuto tempo di poter chiarire e di poter parlare.

Ma, in fondo, non vi era nulla di cui poter discutere. Ci amavamo. Lo avevamo ammesso in dei sussurri a fior di labbra con il sole come nostro testimone.

E mentre trafiggevo tutti i corpi che mi si avvicinavano, pensavo alla felicità che finalmente avrei potuto raggiungere con Azrael al mio fianco.

Felicità che dopo la morte di mio padre aveva perso il suo significato.

Ero cambiata.

Erano passati circa due anni e io ero decisamente cambiata.

L'amore verso mio padre sarebbe rimasto immutato, ma lo avevo lasciato andare.

La sua anima non sarebbe più stata in agonia. Finalmente, avrebbe potuto riposare.

Stavo bene.

Era vero, avevo perso il mio amato padre e la mia carissima madre, ma non ero sola.

Avevo Nathan che mi proteggeva e mi voleva bene come una sorella.

Avevo Iria che mi voleva bene e me lo dimostrava ogni giorno con il suo sguardo da cerbiatto e il suo luminoso sorriso.

Avevo Mike che mi faceva ridere e che portava un po' di gioia a quel mondo.

Avevo Chris che con i suoi silenzi era in grado di dirti mille parole.

Avevo Rosa che si prendeva cura di me come se fossi sua figlia.

Avevo il mio popolo che mi sosteneva.

E infine avevo Azrael che mi amava.

Non l'angelo della morte, ma solo Azrael.

Non ero sola e soprattutto non era vero che non ero amata.

Come mi disse Nathan quella notte sul balcone di camera mia:"La vita va avanti, la vita deve andare avanti." Io l'avevo capito solo in quel momento, anche se avevo incontrato di persona Vita e Morte.

Life Goes OnWhere stories live. Discover now