17. The four kingdoms

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La neve era caduta.
L'inverno era arrivato.
Il Regno del Nord era interamente ricoperto dalla candida, lucente e fredda neve.

L'isola che ospitava i quattro regni, tra cui ovviamente anche il mio, prevedeva temperature rigide solo lì. Al sud, nel regno dei fae, le temperature durante l'anno erano costantemente estive o primaverili. Il sole era costante in quel luogo e, seppur alcune volte la pioggia si lasciava andare, il sole rimaneva lì e si prendeva una pausa solo durante la buia notte.
Nei regni dell'est e dell'ovest, così come anche nel mondo degli umani, tutto pareva normale.

«Vostra altezza.»

«Dimmi, Nathan» risposi alzando lo sguardo dalle scartoffie poste davanti a me.

«Si è verificato un problema nel lago Vathia. È stata richiesta l'assemblea straordinaria.»

Il lago Vathia si trovava esattamente al centro dell'isola e toccava tutti e quattro i regni. Quindi, quando accadeva un problema che riguardava quel lago, si svolgeva un'assemblea che vedeva la presenza di tutti i quattro comandanti.

«Grazie. Sai già cosa devi fare in mia assenza» dissi per poi teletrasportarmi nel Regno dell'Est, il regno dei licantropi.

La struttura che ospitava le riunioni dell'assemblea straordinaria era la casa branco dell'alpha. I lupi mannari erano creature della notte, devote alla dea Luna. Erano suddivisi in tre categorie principali e si poteva capire a quale di quelle appartenessero tramite i loro occhi. Il più potente era l'alpha, colui che dagli occhi scarlatti come il sangue comandava il branco. Successivamente potevamo trovare i beta. Essi componevano il vero e proprio branco e si potevano riconoscere dai loro occhi simili all'oro colato. Gli ultimi nella scala sociale erano sicuramente gli omega. Erano lupi dagli occhi blu elettrici che erano stati cacciati o erano nati senza appartenere a nessun branco. Tutte e tre le categorie assomigliavano agli umani e si potevano trasformare in veri e propri lupi. Solitamente i loro occhi erano di un colore normale e solo se si trasformavano si poteva notare la loro posizione sociale.

Il branco per loro era la famiglia. Avevano un notevole senso di lealtà gli uni verso gli altri e avrebbero fatto qualsiasi cosa per proteggersi a vicenda.

«Edith.»

Una voce mi richiamò e, appena mi voltai, il viso di Elijah comparve davanti a me. Egli era l'alpha del branco del Regno dell'Est. Era un giovane molto alto e muscoloso dai dolci lineamenti. I lupi mannari non erano immortali e non invecchiavano lentamente come le altre creature in quell'isola. Prima di Elijah, nella mia lunga vita, avevo conosciuto suo padre e prima ancora suo nonno.

«Elijah» dissi sorridendo leggermente verso la sua figura.

«Non sei minimamente cambiata» affermò per poi iniziare a camminare verso la struttura davanti a noi che brulicava di lupi sotto forma di umani.

«Direi che sono i vantaggi di invecchiare molto lentamente» continuai ironicamente seguendolo all'interno.

Restammo in silenzio fino a quando non entrammo nel suo studio.

All'interno vi erano Carol e Victor, il capo clan dei vampiri del Regno dell'Ovest.

Tra vampiri e licantropi non scorreva buon sangue, né tantomeno tra streghe e fae.

Secondo la nostra natura i vampiri e le streghe dovevano essere in un certo senso in buoni rapporti, ma così non era, non dopo la guerra scoppiata anni prima.

Victor era un ragazzo dai lineamenti spigolosi e dai capelli cortissimi e comandava il clan dei vampiri.
Anch'essi, come i lupi mannari, erano creature della notte. Si nutrivano di sangue e amavano uccidere. Non vi era un motivo preciso per cui lo facessero, semplicemente li divertiva. Essi erano le uniche creature immortali. Non potevano morire, a meno che non gli si impiantasse un paletto di legno nel petto o non gli si strappasse il cuore dalla cassa toracica.

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