30. "I'm tired"

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Tutti erano venuti a conoscenza dell'imminente matrimonio che avrebbe unito il Regno del Nord con quello del Sud.

Molto probabilmente anche Azrael ne era venuto a conoscenza, o almeno, credevo.

In fondo, lui abitava nel Bosco della Notte, luogo nel quale non dimorava nessuno.

Erano passati un po' di giorni dalla visita di Carol e avevamo concordato che il matrimonio si sarebbe tenuto nel mio palazzo.

Se dovevo unirmi a nozze con una persona che neanche tolleravo, allora l'avrei fatto nel luogo al quale appartenevo e che consideravo casa.

I domestici si stavano occupando dei preparativi mentre avevo affidato a Nathan il compito di mandare gli inviti.

Iria era l'unica che in quel momento mi preoccupava.

Si era risvegliata e continuava a ribadire costantemente che quella sensazione non se n'era andata e che era come se la sua testa cercasse di comunicare in qualche modo con lei.

Le sue parole erano confuse e non mi aiutavano nel capire come poter porre rimedio al dolore che provava.

Non avevo la più pallida idea di cosa fare e quella cosa mi metteva in crisi.

Io sapevo sempre cosa fare e come comportarmi anche nei momenti più ardui, ma non in quel momento.

Speravo di averla lì al mio fianco come l'ultima volta.

Io e Nathan ci eravamo ritrovati a camminare lungo il viale che conduceva alla piazza della capitale.

Il nostro solito giro di ricognizione del lunedì.

Era un modo per me, oltre per controllare che tutto andasse per il meglio, per distrarmi un po' e ripensare ai vecchi tempi.

«Sono felici...» affermò Nathan dietro di me mentre i suoi occhi simili al cielo di un'estate che non avevo mai visto in quel regno saettavano da un posto all'altro.

«Lo sono» risposi mentre un leggero peso svanì da sopra il mio cuore.

Un sasso era caduto dalla montagna che si ergeva sul mio petto.

«Ma voi non lo sembrate...»

«Lo sai che a te non posso nascondere niente...» «Sono stanca Nathan» affermai con un rumoroso sospiro dopo minuti di silenzio.

«Dovreste riposare, vostra altezza. Siete stata avvelenata e avete sfiorato la morte, ma comunque siete ancora in piedi. Non vi siete fermata un secondo.»

«Non posso, Nathan. Sono la regina, ho un regno da portare avanti. Non posso permettermi di riposare. C'è il consiglio che devo tenere sott'occhio, così come anche Nicholas. Poi c'è l'imminente matrimonio e il rapporto con il Regno del Sud. Iria mi continua a preoccupare sempre di più e tu non ti confidi più con me» rivelai mentre l'emicrania cresceva al solo pensare di tutto ciò che dovevo risolvere.

L'unico fattore positivo era che il popolo stava bene.

Sembravano tutti quanti felici e allegri.

L'aria di tensione e di paura che vi era all'inizio sembrava essersi dissolta alla notizia dell'imminente matrimonio.

«Non c'è niente di importante da rivelarvi, vostra altezza.»

«Ah sì? Allora dimmi, Nathan, dov'è finita la spada di Alain?» domandai fermandomi in mezzo alla strada per poi voltarmi verso di lui.

Abbassò la testa sulla spada rinchiusa nella fodera sul suo fianco e, facendo così, il cappuccio del mantello coprì tutto il suo volto.

«Parla, Nathan! Dov'è la spada di tuo padre?» domandai con una nota di rabbia nella mia voce.

Life Goes OnWhere stories live. Discover now