25. Civil War pt.1

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Edith's POV

Hayat ci fece accomodare all'interno della sua dimora che era l'esatta copia di quella del fratello, solo che, al posto di essere nera, era completamente bianca.

Sedemmo tutti e tre nel soggiorno e con uno schiocco di dita la padrona di casa fece comparire davanti a me una tazza di tè fumante.

«Tè nero, dico bene?» domandò Hayat con un amorevole sorriso sul volto.

«Sì...» risposi incerta e dubbiosa sul come facesse a sapere quale gusto di tè preferissi.

Presi la tazza e la portai lentamente alle labbra per poi permettere alla calda bevanda di scorrere giù per la gola.

«Come avete fatto a trovarmi? Il nostro legame non era sigillato?» domandò Hayat curiosa rivolgendosi a noi.

«Edith si è potenziata grazie all'aiuto del fiore del silenzio e ha aperto il sigillo» affermò Azrael appoggiandosi allo schienale del morbido divano sul quale eravamo seduti.

«Oh, capisco, questo significa che voi due-»

«Edith l'ha fatto perché ha bisogno del tuo aiuto» continuò l'angelo della morte interrompendo la sorella.

Non sapevo perché, ma l'affermazione di Azrael non mi risultava del tutto corretta.

Insomma, era vero, avevo aperto il sigillo e mi ero impegnata per trovare Hayat per far in modo di riavere mio padre, ma non era solo per quella ragione.

Una parte di me desiderava far rincontrare due fratelli che erano perduti.

Il vederli abbracciati e ritrovati mi aveva dato una meravigliosa e unica sensazione.

Percepivo di aver fatto la cosa giusta.

«Oh...

Dimmi tutto Edith, vedrò cosa posso fare per te. In fondo, devo sdebitarmi. Se non fosse stato per te, non sarei stata in grado di rivedere mio fratello dopo così tanto tempo ...» affermò Hayat rivolgendomi un caloroso sorriso.

Hayat, la vita, emanava un'energia positiva che persino io riuscivo a percepire.

Seppur ancora non la conoscessi, percepivo che era una creatura pura e semplicemente perfetta.

«Un anno fa persi mio padre.

Una mattina non si era presentato a colazione e preoccupata salii nelle sue stanze per assicurarmi che stesse bene.

Una volta entrata notai mio padre accasciato vicino alla finestra.

Provai ad aiutarlo e chiamai immediatamente i medici che mi comunicarono che purtroppo non c'era niente che potessero fare, né tanto meno io.

Mio padre era la mia ancora, la persona più importante della mia vita. Mi amava più di qualsiasi altra cosa e me lo dimostrava ogni singolo giorno.»

Cercai di trattenere le lacrime il più possibile e molto faticosamente ci riuscii.

Parlare di mio padre in quel modo mi faceva ancora male e se possibile percepivo il cuore farsi in mille piccoli pezzi.

«Mi dispiace immensamente per la tua perdita. Essere genitori è uno dei compiti più belli e ardui che ci siano. Ma comprendo perfettamente che tuo padre deve aver fatto un ottimo lavoro con te.

Continuo a non comprendere però perché hai bisogno del mio aiuto. Mio fratello è quello esperto di morte, non io» affermò Hayat non distogliendo il suo sguardo cristallino dal mio.

«Voglio incontrare mio padre, Hayat. Ho cercato Azrael affinché potesse aiutarmi ma ha detto che lui non può fare niente. Ha menzionato però sua sorella: la vita.»

Life Goes OnWhere stories live. Discover now