capitolo 6

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Gian's Pov
mi sveglio presto, anche se io e i ragazzi la sera precedente avevamo fatto serata, per portare a scuola la piccola peste. mi alzo dal letto, con poca voglia, e mi dirigo al bagno. mi lavo e mi vesto, prestando attenzione a non svegliare il mio compagno di stanza (diego).

controllo l'orologio, il quale segnava le sette e mezza, ovvero l'orario in cui dovevo andare a svegliare alice. vado nella stanza di lele e tancredi e la trovo lì, che dorme beatamente tra i due. è praticamente una missione impossibile svegliare solo lei, se comincio a parlarle mentre gli altri dormono. così la prendo a mo' di sposa e la porto fuori dalla stanza.

le lascio qualche bacio sulla guancia e lei poco dopo si sveglia, stropicciandosi gli occhietti. "ma buongiorno amore" le dico cullandola tra le mie braccia. sorride e si accuccia nel mio petto, tornando a dormire.

"nono dai.. adesso andiamo in bagno si? che è già tardi tata" cerco di appoggiarla a terra, ma barcolla ancora. così la porto direttamente sul gabinetto e lei apre improvvisamente gli occhi per il contatto tra la sua pelle e la ceramica fredda. "ci dobbiamo muovere, altrimenti arrivi tardi" dico battendo le mani, facendola ridere.

la lascio fare e nel mentre le preparo la colazione. mi raggiunge già con i vestiti addosso, in cucina. "fai presto che siamo in super ritardo" le dico, data la sua lentezza a mangiare. annuisce e in due minuti ha finito di mangiare tutti i biscotti e bere il latte.

la prendo per mano, prendo il suo zainetto nero, e la porto fuori, correndo verso la macchina. "fa freddissimo gianni" dice lei, entrando velocemente in macchina. "lo so, ora metto il riscaldamento" dico scaldandole le mani.

le allaccio la cintura e vado al posto di guida. in cinque minuti siamo a scuola e l'accompagno fino all'entrata. "ciao amore fai la brava" le ricordo io baciandole la fronte. saluto cori da lontano, tanto ci saremo visti più tardi.

uf, ce l'ho fatta in tempo. strigliata da tancredi scampata.

!salto temporale!

Diego's Pov
in questo momento siamo a cena io, ali e vale. gli altri ragazzi hanno preferito andare fuori a mangiare. da poco siamo tornati dalla pallavolo, e devo ammettere che non è il migliore sport che si possa fare in inverno, poiché alice esce sudata e al freddo rischia sempre di ammalarsi.

"non ho più fame" dice lei, appoggiandosi con la testa al braccio di vale. "no no no, non cominciare con i capricci che oggi ne ho già abbastanza, finisci tutto che non hai fatto neanche merenda" le risponde vale. ha ragione.
in questi giorni sta mangiando davvero poco, contando che il suo ultimo pasto è stato il pranzo.

"no dai per favore vale" gli dice lei mettendo la testa dietro alla schiena di vale, ma restando comunque seduta sulla sedia. "ou! che ti ho detto? sto già nervoso e se continui stasera le prendi" urla valerio.

mugugna qualcosa e poi si volta verso di me. "lo sai che a tanc non piace che salti i pasti, e non piace neanche a noi. devi mangiare, senza storie" intervengo io, avvicinando il piatto al suo viso. scuote la testa e l'appoggia al tavolo.
sbuffo, mettendola composta. "bastaa dai" mi dice lei dimenandosi.

"mangia" le dico, infilzando con la forchetta un pezzo di carne e porgendogliela. "no! non ho fame" ripete lei incrociando le braccia e facendo qualche singhiozzo. "non ne hai mangiato neanche un quarto, ti rendi conto? non va bene!" cerco di convincerla io.

"non me ne frega" dice lei a bassa voce. spalanco gli occhi e dò un'occhiata al mio amico, che sbuffa sbattendo a ritmo il piede per terra. "guardami- la piccola lo fa- devi mangiare, se no stai male. se non lo fai ora, ti dò una sculacciata così forte che ti ricordi per tutta la vita. chiaro?" la avverte, facendole presumibilmente gelare il sangue. comincia a piangere, spaventata a morte dalle parole di valerio.

le asciugo velocemente le lacrime e inizio ad imboccarla. le si accuccia nel mio petto e io sorrido. finisco di farla mangiare dopo pochissimi minuti. appena finito, si alza dalla sedia e si siede sopra di me, nascondendo la testa nell'incavo del mio collo. appena valerio si alza lei si aggrappa a me con tutte le forze e io rido notando che il ragazzo voleva solo prendere l'acqua dal frigo. "tranquilla piccola, non ti fa nulla" dico placando la sua paura e facendola risedere sulla sua sedia. valerio la guarda e lei d'altra parte, abbassa lo sguardo, terrorizzata.

il castano sbatte le mani sulle gambe, guardando alice. lei capisce al volo, si alza e gli va incontro. ci si siede sopra e lo abbraccia. valerio la stringe a sé e anche se non sorride con la bocca, lo fa con gli occhi. "che hai?" chiede la piccola a vale, il quale scuote la testa. "hai la bua?" gli domanda nuovamente lei. lui sorride, questa volta anche con la bocca.

"no tata, non ti preoccupare" dice lasciandole un bacio sulla tempia. sentiamo suonare al campanello e vado ad aprire, ovviamente erano i ragazzi che mancavano a cena.

chiamo tancredi in salotto, il quale mi segue incerto. "non possiamo andare avanti così, alice ci mette un'ora a decidersi a mangiare, stasera proprio non ne voleva sapere, come anche oggi a pranzo. che facciamo?" gli chiedo preoccupato della situazione.

"lo so die, le parleremo, ma per ora più di qualche minaccia non possiamo fare nulla" mi dice, sedendosi sul divano. "in più se non ci sei tu, non si può farle cambiare idea" gli rivelo.

"non ha mangiato?" chiede improvvisamente più interessato alla conversazione. "no ha mangiato, ma piangendo, terrorizzata da valerio che le aveva appena detto che se non si sbrigava a mangiare, la sculacciava" gli dico a bassa voce, per non farmi sentire dai due in cucina.

tancredi sbuffa e mi guarda attentamente. mi fa cenno di seguirlo e va in cucina. dopo essersi salutati, prende ali da parte e la fa sedere sulla sedia. "ehi ascolta, non voglio che mangi piangendo e spaventata, capito? mangiare deve essere una cosa bella, quindi da domani non voglio più sentire capricci, chiaro? se ti dico di mangiare una cosa è perché so che quella cosa va mangiata, per il tuo bene, anche se non hai fame. va bene? mh? mi devi promettere che quando esco non ho il timore di lasciarti andare a letto senza cena" le dice serenamente lui, mettendosi alla sua altezza. lei annuisce, guardando le mani del ragazzo sulle sue cosce.

"ora a nanna che è tardi" dice lui guardando l'orologio e prendendola per mano.

Alice's Pov
e anche questa volta, dopo la sgridata di vale, mi sono presa anche quella di tancredi. ho preferito tacere al posto di ribattere perché non voglio rifinire in punizione, dato che ci sono stata già abbastanza. mi faccio accompagnare in stanza da tanc, il quale mi lascia poco dopo, dato che vuole andare a dormire.

mi lavo i denti e poco dopo mi addormento.

As Special As The World || Chill HouseWhere stories live. Discover now