capitolo 29

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Diego's Pov
questa mattina io e vale avremo dovuto portare la peste a scuola. tra vacanze e ponti abbiamo un po' tralasciato i ruoli ma da oggi si ricomincia a svegliarsi presto.

dopo essermi lavato e preparato, mi dirigo verso la camera della bambina. sta beatamente dormendo e non mento dicendo che mi dispiaccia svegliarla.

ma nonostante ciò alzo le tapparelle, apro le tende e comincio a scuoterla molto delicatamente. apre gli occhi e mugugna, intimandomi di lasciarla dormire ancora un po'.

"è già tardi, forza e coraggio" dico, dandole una mano ad alzarsi. tra le solite lamentele e piagnistei, riesco a convincerla. lascio che sviluppi la sua autonomia e aspetto che finisca di lavarsi in bagno, prendendole i vestiti che si sarebbe messa oggi.

quando esce ha ancora una faccia mezza addormentata, e mi sento subito dire "non ho voglia di andare, per favore". all'inizio giuro che stessi per cedere, vederla così stanca e mandarla comunque a scuola mi sembrava un'idea idiota.

ma poi mi ricordo di tutto quello che mi ha detto tancredi e riflettendoci bene l'istruzione è una delle cose più importanti, dopo ovviamente la sua salute.

non perdo neanche tempo a risponderle e l'aiuto a vestirsi altrimenti avremo fatto tardi sul serio. comincia a piangere un po' più forte ma non la degno nemmeno di uno sguardo di troppo. una volta pulita e profumata la porto al piano di sotto e dopo aver rifiutato di fare colazione, raggiungiamo valerio, il quale ci aspettava davanti alla macchina.

"che succede?" mi chiede quest'ultimo, vedendo alice piangere. "fa i capricci" gli dico, guardando male la diretta interessata.
"vale sono stanca" gli dice, facendo un altro singhiozzo. "questo vuol dire che devi andare a nanna presto la sera, non puoi saltare scuola" le spiega, aprendo lo sportello.

la metto nel seggiolino e le allaccio la cintura, scoccandole un bacino veloce sulla guancia.
"non voglio andare" ridice, allungando l'ultima parola. partiamo comunque e nel giro di cinque minuti siamo davanti alla sua scuola.

"andiamo" le dice vale, voltandosi per slacciarle la cintura. "no! non ci voglio andare! voglio stare a casa!" dice ad alta voce la bambina, incrociando le braccia e mettendo su un muso lungo due metri.

valerio scende dal veicolo, sbucando poi dalla parte di ali per aiutarla a scendere.
"vieni forza" le dice, facendole un cenno per farle capire di alzarsi dal seggiolone e raggiungerlo.

"no! ho detto che non ci vado!" urla, ricominciando a piangere. mi giro, scattando velocemente. "alice guardami" dico, prendendole il viso tra le mani. "scendi" le dico severo, non ammettendo una risposta negativa.

mugugna fortemente, ma poi lo fa. non appena scesa vale la prende per un braccio e agilmente le appioppa una pacca sul sedere che la fa singhiozzare più forte. chiude lo sportello quindi non sento più niente ma qualcosa mi dice che la piccola si beccherà una bella sgridata.

sorrido tra me e me per la forza di vale, che non come me si fa abbindolare troppo facilmente. sento, però, squillare il telefono e noto il nome di lele, quindi rispondo subito.

fortunatamente non è niente di urgente, quindi aspetto vale e poi andiamo al lavoro.

!salto temporale!
è pomeriggio inoltrato e io e tanc siamo gli unici a casa. i giorni che verranno saranno molto impegnativi, ci dovremo spostare di città in città per lavoro e dato che porteremo alice con noi salterà scuola.

sarà molto entusiasta, ma appena tornati dovrà ovviamente recuperare tutto quanto. spero solo che non ci metta i bastoni fra le ruote come in quest'ultimi giorni, che è stata molto più disubbidiente del solito. è normale che sia così, ci deve mettere alla prova, ma è molto stancante, per questo più andiamo avanti più io e i ragazzi perdiamo la pazienza più velocemente.

la conosciamo più di ogni altra cosa e per primi sappiamo che smette di fare i capricci o un'azione sbagliata solo se sgridata o privata di qualcosa. abbiamo provato anche ad essere più dolci e permissivi, ma dopo due giorni se ne stava già approfittando, quindi meglio di no.

bando alle ciance, staremo via per Torino, Bologna e Firenze per una settimana, e in viaggio con noi ci saranno anche corinne e clarissa. fortunatamente ali non sarà da sola, quindi avrà modo di distrarsi con la sua amica.

"sei stanca?" le chiedo, accarezzandole la schiena, mettendo una mano tra lei e la sedia. scuote la testa ai lati, come per dire 'no', continuando a guardare la tv, anche se nell'altra stanza.

"dai andiamo lo stesso a nanna che domani di dobbiamo alzare presto" le dico, alzandomi e allungandole una mano che però non prende. "no dopo" dice schivandomi e andando in salotto, stropicciandosi gli occhi.

guardo tancredi che annuisce e noi due ci dirigiamo alle nostre rispettive camere, andando a dormire. so che tancredi però ha un piano, lui ce l'ha sempre.

Tanc's Pov
ho detto a diego di andare nella sua stanza a riposare perché so che la bambina ci seguirà, per paura di rimanere da sola al piano di sotto. facendo così evito sgridate e minacce inutili, che la farebbero solo innervosire ancora di più.

come previsto dopo essermi sdraiato sul letto che condivido con lele, alice entra nella stanza. "dimmi" le dico, come se non lo sapessi. "nanna" rivela lei, salendo sul mio letto. "non avevi detto di non avere sonno?" ribatto provocandola, guardandola negli occhi. mugugna, aspettando che le dica qualcosa.

"se vuoi dormire qui stai attaccata a me che dopo deve arrivare lele, non rubargli spazio" dico, essendo premuroso verso la persona che amo. annuisce e mi si aggrappa addosso tipo bradipo, facendosi prendere in braccio. sorrido, coccolandola e provocandole il sonno.

mi appoggio alla testiera del letto e chiudo gli occhi anch'io, addormentandomi dopo poco.

è finalmente mattina e io e ali siamo esattamente nella posizione in cui ci siamo addormentati, con la sola differenza che al quadretto ci si è aggiunto anche lele.

As Special As The World || Chill HouseWhere stories live. Discover now