capitolo 20

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Alice's Pov
questa mattina non ci sto capendo nulla, so solo che mi fa malissimo il petto, che ho la febbre e che la tosse non mi lascia un attimo in pace. tancredi mi ha detto che devo fare delle punture, ma io non so ne dove ne se faranno male, quindi non so che pensare. i ragazzi si scambiano frasi di cui io purtroppo non colgo il significato.

"fa male?" chiedo alzandomi a sedere e guardando valerio. "un pochetto amore" mi risponde lui, coccolandomi il viso. mugugno guardo diego e lele, intenti a parlare con tancredi presumo di me o della polmonite. manca solo gian, che è in cucina a preparare il pranzo.

"già le sai fare?" chiede diego a tanc, il quale risponde 'certo' , vantandosi delle sue abilità. "ne facciamo una dopo pranzo" mi dice quest'ultimo, prendendomi in braccio e tenendomi con due braccia, facendomi stare più che comoda. "voglio stare qui" sussurro, circondandogli il collo con le braccia. "sta mo qua" dice ridendo, sedendosi sulla sua sedia, facendomi sedere sulle sue gambe.

"mangia un po' patata, sei senza forze" mi ripete lele. annuisco, facendomi imboccare da diego, seduto di fianco a tancredi. stranamente mangio tutta la pasta, affamata com'ero effettivamente era il minimo.

"bravissima" mi dice vale, accorgendosi del mio traguardo. sorrido e mi abbandono sul corpo del ragazzo sotto di me.

dopo una decina di minuti sono già sul divano ad aspettare che mi diano qualcosa per stare meglio. qui con me ci sono solo tanc, diego e vale. "dove devo fare la puntura?" chiedo a diego, che, dopo essersi seduto al mio fianco mi prende fra le sue braccia.

"secondo te?" mi chiede ridendo, facendomici pensare. scuoto la testa come per dire 'non lo so'. "sul culetto amore" dice sorridendo, coccolandomi la schiena. sbuffo rumorosamente. "dai, via il dente via il dolore" mi dice vale, stendendomi a pancia in giu sul divano, facendo alzare diego, che si mette davanti a me, abbassandosi alla mia altezza.

vale sta dietro, in caso mi dovesse bloccare le gambe per non farmi muovere.
tanc, dopo aver preparato la puntura, mi tira giù i pantaloni e successivamente le mutandine.

mi giro e guardo cosa fa, non riuscendo a percepire. versa dell'alcol su un pezzetto di cotone e poi me lo passa sulla natica. stende la pelle e infila l'ago velocemente, facendomi urlare. "ahia ahia" dico provando a muovermi, ma sfortunatamente sono impossibilitata perché diego mi tiene bloccate la braccia e vale le gambe.

comincio a piangere vedendo che non sono neanche a metà del farmaco iniettato e fa già stra male. "dai che manca poco, fa la brava" mi sussurra diego all'orecchio, quasi convincendomi a resistere e a non urlare.

riprendo a lamentarmi, sfogandomi da tutto lo stress accumulato, aggiunto al dolore e alla fobia dell'ago. "finito" esclama tancredi, alzandosi e guardandomi, prendendo subito un altro pezzetto di cotone per tamponarmi il punto prestabilito.

emetto qualche ultimo singhiozzo e poi tiro un sospiro di sollievo. appena però mi rendo conto che dovrò farne altre mi si gelano le vene. "buaa" dico io, nascondendo il viso nei cuscini del divano per l'imbarazzo.

"dai amore hai finito" mi dice diego, accarezzandomi la schiena.
passano dieci minuti e un po' riesco a calmarmi, ma non smetto di piangere.

diego e tanc sono dovuti uscire per fare delle commissioni e ora sono da sola con vale in salotto, nel luogo di prima.
si siede di fianco a me, mi allunga le braccia e mi ci fiondo dentro, salendo poi sulle sue gambe.

appoggio la testa nell'incavo del suo collo aspirando il suo buonissimo profumo, sentendomi a casa. mi circonda il corpo con le sue braccia possenti e mi stringe a sé, facendomi sorridere.

"coccole" sussurro io, chiudendo gli occhi. "certo patatona" mi risponde ridendo, cominciando a disegnare cerchi immaginari sulla mia schiena. smetto di piangere e mi calmo definitivamente.

"domani vado a scuola?" gli chiedo dopo un po' di tempo. "vediamo domani mattina se hai ancora la febbre o no, mh?" mi chiede, guardandomi negli occhi. annuisco e tiro su con il naso, sentendo di nuovo un forte dolore al petto.

mi lascia un bacino sulla guancia, al quale io sorrido, e si alza, prendendomi in braccio.
mi porta in camera mia e mi stende sul letto, sedendosi di fianco a me.

parliamo un po' e mi tiene compagnia fin quando verso le quattro mi addormento.
dormo per tutto il pomeriggio fino a notte fonda, circa l'una per essere precisi.

mi alzo dal letto completamente sudata e con dei conati di vomito fortissimi. decido di andare in camera di uno dei ragazzi, e vedendo aperta la porta della stanza di tanc e lele opto per quella.

ovviamente come sempre sono entrambi svegli, ma lele è in piedi e tancredi seduto a gambe incrociate sul letto. quest'ultimo si gira subito verso di me, sussultando, facendo fare la stessa cosa all'altro ragazzo.

emanuele mi viene incontro e si abbassa alla mia altezza, guardandomi negli occhi. "che succede tata?" mi chiede, interessato alla mia salute. "bua" sussurro io allungando le braccia per farmi prendere in braccio.

di conseguenza lui lo fa e mi porta sul letto, mettendomi sulle gambe di tanc. "che ti senti?" mi domanda preoccupato, appoggiandomi una mano sulla fronte.

mugugno e nascondo il viso nel suo petto, a causa di un altro conato di vomito. "vieni qua cucciola" mi dice lui, prendendomi da sotto le ascelle e mettendomi a cavalcioni su di lui. metto così la testa sulla sua spalla e lascio che si prenda cura di me.

As Special As The World || Chill HouseWhere stories live. Discover now