capitolo 13

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Tanc's Pov
vedo il mio amico alzarsi dalla sedia, e già so come andrà a finire. si avvicina alla bambina, e tira indietro la sua sedia. la prende per un braccio, obbligandola ad alzarsi, e le molla tre sculaccioni consecutivi.

"non mi piace questa cosa, se ti diciamo che devi mangiare lo facciamo per il tuo bene! è sempre un no! devi imparare ad obbedire, hai capito?" le urla. lei, in risposta, emette qualche singhiozzo e poi viene da me per farsi consolare. "no, vale ha ragione" le dico, guardandola negli occhi.

saltella per farsi prendere in braccio, ma la ignoro, prendendola dal polso e trascinandola nella sua stanza. "appena ti viene fame vieni a mangiare, altrimenti stai qui in castigo" le spiego, facendola sedere sul letto. mugugna fortemente e si gira dalla parte opposta alla mia, non volendomi guardare in faccia.

sbuffo silenziosamente ed esco dalla camera, ritornando in cucina.
pochi secondi dopo la vedo tornare in fretta, come avevo previsto. "o mangi o torni in camera, ti avverto" le dico, facendola sedere sulla sedia.

mugugna e impugna la forchetta, ricominciando a mangiare. vedo che ogni tanto fa delle pause, così decido che va già bene ciò che ha mangiato per ora. "basta dai" dico, prendendole via il piatto. tira un sospiro di sollievo e si abbandona sulla sedia.

!salto temporale!
è passata una settimana e finalmente sono arrivate le vacanze di natale. staremo a casa per due settimane e spero che non passino veloce come quelle dell'anno scorso.

so già che trascorreremo tutto il tempo a riprendere alice cercando di non farla ammalare e soprattutto rispettare gli orari del cibo.

in questo momento ci troviamo io, lei e diego sul divano, mentre gli altri sono in altri medesimi posti per la casa. io e il mio amico stiamo parlando del più o del meno, e nel mentre ho la bambina accoccolata sulle mie gambe, quindi cerco di farla rilassare, massaggiandole la coscia.

vedo che sorride e quindi continuo a farlo, fino a quando mi ricordo che da lì a pochi minuti io e valerio saremmo dovuti uscire per andare a casa di amiche. ovviamente prima di accettare l'invito mi sono accertato che alice potesse rimanere a casa con i ragazzi, e che non rimanesse da sola. fortunatamente gli altri non devono uscire, quindi possono stare in casa con lei.

sento lele urlare un 'diego' abbastanza pessimo, e quando vedo diego correre da lui faccio un risolino. quei due mi faranno impazzire, un giorno o l'altro. "sei sveglia?" dico staccando la testa di mia figlia dal mio petto. annuisce aprendo gli occhi, per poi stropicciarseli.

"amore ora devo andare, ci vediamo dopo" le dico, provando a toglierla dalle mie gambe. "no, perché?" mi chiede, facendo un'espressione dubbiosa e guardandomi negli occhi. "devo uscire tata" le spiego, mettendole una ciocca di capelli dietro all'orecchio. "noo ti prego stai qua" mi dice aggrappandosi a me.

in una situazione del genere, normalmente avrei sorriso e forse acconsentito, ma dato che valerio mi sta aspettando da qualche minuto non posso permettermi di sprecare tempo. "dai dai" la incoraggio, prendendola dalle ascelle e poggiandola sul divano. "sei cattivo" mi dice, mettendosi di lato dalla parte opposta alla mia, contro lo schienale, portando le gambe dal petto.

abbassandomi alla sua altezza, le do due pacche sul sedere scherzose, lasciandole qualche bacio sulla guancia. "non arrabbiarti, tanto torno tra poco si?" le dico, accarezzandole la schiena. annuisce e saluta anche vale, a malincuore. mi fa 'ciao' con la manina e sorrido, uscendo di casa.

io e il ragazzo moro al mio fianco ci dirigiamo alla nostra meta, sperando di non fare ritardo.

Alice's Pov
"chi viene a fare la spesa con me?" urla gian dalla cucina. "io no" dico ridendo, facendogli la linguaccia. "ok andiamo io e alice" mi risponde lui, ridendo.

ricambio la risata, e mi nascondo dietro al divano per non farmi vedere. all'improvviso sento due mani sulla schiena, e tiro un urlo, ricominciando a ridere quando noto che la figura misteriosa non è gian ma lele. "vieni a vestirti" mi urla gianmarco, così mi alzo e corro da lui.

"cosa volete per cena?" ci chiede diego guardando dentro al frigo. "coglione, stiamo andando a fare la spesa proprio perché non abbiamo niente in casa" gli riferisce gian.

"coglione? cosa vuol dire?" gli chiedo, mentre gli allungo la mano, facendomi portare in camera mia. "no no no non si dice! è una brutta parola" mi dice lui, cercando di trattenere una risata. "e allora perché dici le brutte parole?" gli domando, mettendo le mani sui fianchi e puntando i piedi nel posto dove sono ora.

"brava amore sgridalo" mi dice lele, guardandomi mentre beve il suo caffè. rido per poi correre in camera. gian mi insegue e mi prende sulle sue spalle, a sacco di patate.

mi scaraventa sul letto e mi lancia a mo' di ninja i vestiti che devo indossare. mi tolgo il pigiama e li metto con poca fatica, successivamente torniamo al piano di sotto.

usciamo di casa, salutando lele e diego, e saliamo in macchina. mi siedo nel posto di fianco a quello di gian, ovvero quello di guida. per la prima volta dopo tanto tempo sono finalmente nei posti davanti. il ragazzo di fianco a me è molto più permissivo degli altri, mi lascia fare molte più cose.

poco dopo arriviamo al supermercato e parcheggia la macchina proprio di fianco ad esso. scendiamo e per attraversare gli do la mano, come mi avevano insegnato. entriamo e mi preparo a ore di inferno e noia.

"vieni andiamo nel reparto del cibo che qui ci sono solo detersivi... a meno che diego non li voglia mangiare per cena" mi dice gian facendomi scoppiare a ridere.

prende un sacco di cose e io lo aiuto, così finiamo più in fretta. "ho fame" ripeto per la quinta volta nel giro di pochi minuti, quando siamo alla cassa. soffoca una risata e poi prendendo le borse, mi fa cenno di uscire dal supermercato. così corro fuori e lo aspetto sul ciglio della strada. "ci riesci a salire da sola?" mi chiede guardandomi.

annuisco fiera di me e appoggiando un piede per darmi la forza di salire sull'auto, capisco che non ce l'avrei fatta. così viene dietro di me e mi dà la spinta. riesco finalmente a sedermi sul mio sedile e lo guardo mentre mi allaccia la cintura. "e adesso chi aiuta me?" dice chiudendo lo sportello.

rido fortemente e mi godo gli ultimi minuti di pace fuori da casa, con gian.

appena arriviamo in casa, lascio che quest'ultimo vada a sistemare il cibo comprato nei rispettivi scaffali. mentre io corro in braccio a diego, che mi prende facilmente e mi fa girare.

mi dà un bacio sulla guancia e poi mi sistema sul suo fianco. "quando tornano tanc e vale?" domando, appoggiandomi alla sua spalla.

"non lo so amore, spero entro stasera" mi risponde con nonchalance facendomi strabuzzare gli occhi. "se no quando?" richiedo io.

"domani mattina, tanto tu sei a casa" dice ricordandomi che sono iniziate le vacanze d'inverno. "ma tancredi mi aveva detto che tornava presto!" dico io con gli occhi lucidi. "lo so amore lo so, poi vediamo si?" mi dice distraendomi. annuisco, arrendendomi.

d'altronde non posso pretendere che stia con me 24 su 24 h, ma poteva risparmiarsi di dirmi una bugia.

As Special As The World || Chill HouseWhere stories live. Discover now