capitolo 22

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Alice's Pov

finalmente è passata una settimana e sto meglio, per fortuna ho anche finito le punture. oggi è sabato e tanc, lele e gian sono in una città differente dalla mia, ma non ho ben capito dove precisamente.

infatti ora sono con diego e valerio a casa, e non è manco orario di pranzo. i tre ragazzi hanno detto che non torneranno fino a sera.

"dobbiamo fare un po' di compìti altrimenti rimani troppo indietro" mi dice vale, alzando lo sguardo dal telefono. "no" dico io, continuando a guardare la tv.

"si invece, vai a prendere i libri" insiste lui, indicando il piano di sopra. "noo" cantileno io, sperando di convincerlo. "smettila, vai senza tante storie" ribatte, appoggiando il telefono.

andiamo avanti per circa cinque minuti, fin quando non interviene diego. "vuoi stare in punizione?" mi chiede, indicando l'angolo del salotto. scuoto la testa ai lati, impaurita dal suo tono di voce.

"allora vai a prendere i compiti" mi dice, schietto. "no! non voglio farli" dico cominciando a piangere. all'improvviso sento che vale mi solleva da dietro e mi porta nel punto che aveva indicato die poco prima, l'angolo.

mi dimeno e singhiozzo per fargli cambiare idea in tempo. "no per favore! ti prego faccio la brava!" urlo io, girandomi verso di lui non appena mi poggia in terra.

"se ti dico una cosa tu la fai subito, chiaro? stai cinque minuti qui e ringrazia che sono solo cinque" mi dice, mettendomi faccia al muro. comincio a piangere più forte, per attirare l'attenzione dell'altro ragazzo.

"non li voglio fare i compiti!" urlo, girandomi verso di loro. nessuno dei due mi degna di uno sguardo e questo mi irrita ancora di più. "siete cattivi!" dico di nuovo, asciugandomi le lacrime. "silenzio" mi dice vale, assassinandomi con lo sguardo.

mugugno e li guardo male, sedendomi in terra. dopo tanto tempo mi sdraio e comincio a rotolarmi giusto per fare qualcosa.

fino all'ora di pranzo, dopo essermi calmata, i due cercano di convincermi con le buone ma io sono dell'idea che se non ho voglia di fare i compiti allora non li faccio.

vale mi prende per il braccio e mi spinge verso camera mia per prendere l'occorrente per studiare, però io faccio resistenza e non ci vado. "basta ora le prendi" mi dice lui, vendendomi incontro.

"noo" dico piagnucolando, coprendomi il sedere con le mani.

Tanc's Pov
ormai sono le undici di sera e io, lele e gian, siamo finalmente tornati a casa. è stata una giornata davvero stancante e spero non sia stata lo stesso per i tre rimasti a casa. notiamo che ci sono già le luci spente quindi presumibilmente i ragazzi e la piccola sono già andati a letto.

lele va nella nostra stanza, gian nella sua, mentre io vado a vedere se la bambina stesse già dormendo o meno. apro la porta e si, è sdraiata sul letto ma ha gli occhi aperti. "amore, che ci fai sveglia?" le chiedo, andandole incontro.

mugugna e già intuisco abbia fatto qualcosa perché fa così quando è arrabbiata. "che hai fatto, mh?" le domando, tirandole dietro l'orecchio una ciocca di capelli e sedendomi al suo fianco.

"non riesci a dormire?" le chiedo, accarezzandole una coscia. annuisce, guardandomi con sguardo supplicante. "hai fatto la brava oggi?" le chiedo, spostando la mano dalla gamba alla pancia.

annuisce incerta, facendomi sorridere. "dai vieni di là" dico togliendole le coperte di dosso ed allungandole una mano. "in braccio" dice, saltellando sul posto. sorrido e la prendo sul mio fianco da sotto le ascelle.

la porto nella mia camera, che ovviamente divido con lele, e la stendo di fianco a quest'ultimo, già dormiente. mi siedo con la schiena appoggiata alla testiera del letto e la bambina si mette a cavalcioni su di me, facendomi nuovamente sorridere.

le accarezzo la schiena e sento che al mio tocco si rilassa, quindi sono riuscito a portare a termine la mia missione.

Alice's Pov
mi sveglio nel letto di tanc e lele, ma senza i due. apro gli occhi ma subito li richiudo perché la luce che penetra dalla finestra è troppo fastidiosa. vorrei poter dormire ancora per ore, ma sentendo che uno dei ragazzi mi prende in braccio, cullandomi, capisco che è ora di alzarsi.

vale mi alza la maglietta e mi accarezza la schiena, pronunciando il mio nome a bassa voce. apro gli occhi per fargli capire che sono sveglia, facendolo sorridere.

"buongiorno peste" dice ridendo, lasciandomi un bacetto sulla guancia. mi stringo a lui e lascio che mi porti al piano di sotto. "dobbiamo stare un po' in macchina oggi" mi rivela, scendendo le scale.

gli domando perché e mi risponde che lui, i ragazzi e cori, la loro manager e la mamma della mia migliore amica avevano deciso già da tempo prima che quest'oggi saremo partiti e andati in montagna per uno shooting.

"quanto ci vuole?" dico, sotto intendendo il tempo di auto che ci avremo messo.
"poi vediamo, adesso pensa a fare la pappa se no poi ti viene il vomito in macchina" dice, indicandomi il latte e i biscotti sul tavolo. annuisco e per circa dieci minuti, appunto mangio guardando i cartoni in tv.

sono abbastanza nervosa sia perché non ho dormito tanto stanotte e sia perché nessuno mi aveva avvertito che oggi saremo partiti, anche se per lavoro.

dopo un po' mi alzo e raggiungo la mia camera, andando nel mio bagno a prepararmi.

dopo essermi lavata a pezzi il corpo, i denti ed essermi spazzolata i capelli, anche se controvoglia, raggiungo i ragazzi.

"ciao cucciola" mi dice gian, lasciandomi un bacio in testa, facendomi sorridere. saluto anche tutti gli altri e in fretta raggiungiamo il van.

"sono stanca" lagno, appoggiandomi alla gamba di tancredi. "meglio così dormi un po' in macchina" dice prendendomi una mano per attraversare la strada. sbuffo e mi stropiccio gli occhi, sapendo avesse vinto lui, non potendo ribattere.

mi apre la portiera ed entro, facendomi allacciare la cintura. si siede al mio fianco, mentre tutti gli altri si mettono nei sedili davanti e ancora davanti. appoggio la testa alla spalla di tanc, e chiudendo gli occhi mi addormento.

li riapro e vedo un paesaggio per la maggior parte verde al di fuori del finestrino. "in braccio" sussurro io, attirando l'attenzione del ragazzo al mio fianco. sorride, coccolandomi la testa e dicendomi "non si può ora".

As Special As The World || Chill HouseWhere stories live. Discover now