capitolo 19

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Vale's Pov
oggi è una giornata che speravo non arrivasse così presto. purtroppo dobbiamo far fare il vaccino ad alice, e la cosa detta così sembra abbastanza semplice, ma.. non lo è.

la bambina ha una paura tremenda degli aghi ed ogni volta che accenniamo qualcosa riguardo a questo argomento, comincia a piangere e non smette fin quando qualcuno la tranquillizza.

ovviamente non è colpa sua, infatti all' orfanotrofio non oso neanche immaginare che le facevano per averla traumatizzata così tanto.

nonostante questo però, è un vaccino obbligatorio, e bisogna farlo, superando le paure. glielo abbiamo già detto, e per questo è arrabbiata da stamattina.

sta ripetendo a pappagallo che non se lo farà e che ha paura. i ragazzi stanno cercando in tutti i modi di farle capire che non c'è nulla di cui preoccuparsi e che non sentirà nulla.

ma lei, purtroppo, non ne vuole sapere. "intanto andiamo a prepararci mh?" le chiede lele, sedendosi distrattamente di fianco a lei. "no! non ci voglio andare" urla di conseguenza.

"su, basta" dice tancredi, alzandosi e mettendosi in piedi davanti alla piccola. "vieni" dice allungandole una mano che però rifiuta. "oi! non si fanno i capricci, lo sai! alzati subito che siamo anche già in ritardo" la sgrida chiaramente lui.

la peste mugugna qualcosa e poi si sdraia, mettendosi le mani sul viso. "ti prego non ci voglio andare!" ribadisce ancora una volta. "quante volte te lo devo dire che ci dobbiamo andare per forza e che non sta a te la scelta?" le chiedo io.

mi fa una linguaccia e poi ritorna nel suo angolino sul divano a piangere. "se non vieni con le buone allora lo farai con le cattive, quindi datti una mossa se non vuoi prendere una sculacciata" le confessa tancredi, puntandole un dito contro.

"per favore mmh" sussurra lei tra le lacrime. "no" risponde freddo lui, prendendola da sotto alle ascelle, facendola alzare in piedi.
"noo" si lamenta lei, per la cinquantesima volta nel giro di due minuti.

allo sfinimento, tancredi la prende per un braccio e le dà uno sculaccione all'apparenza anche molto forte al centro del culetto. la bambina scoppia a piangere più forte, mettendosi le mani sul sedere.

poco più tardi, dopo averla vestita, io lele e tanc ci avviamo alla macchina, facendo salire prima la peste e poi salendo di conseguenza anche noi.

ovviamente mi è dispiaciuto che alice le abbia prese, anche più di una, però o così o niente.

in meno di dieci minuti arriviamo all'ospedale e scendiamo subito dalla macchina accorgendosi di essere di poco in ritardo.

Tanc's Pov
spengo la macchina e allungo la mano alla bimba, che questa volta subito prende. accenno un piccolo sorriso e ci incamminiamo tutti e quattro verso l'ospedale. intimo a lele e vale di aspettarmi lì fuori, entrando così solo io e lei.

"no paura mh? ci sono io qui con te" le ricordo, lasciandole un bacio a stampo sulle labbra. annuisce, entrando nella porta.
salutiamo giulia, la dottoressa, e comincia a prepare la siringa.

alice mi guarda preoccupata, così le prendo la mano, stringendogliela. nel mentre le sfilo la giacca e le tiro su la manica della felpa. "bene.." dice giulia avvicinandosi, facendo poi tutto d'un tratto il vaccino alla bambina. spero non abbia sentito niente se non quel leggero pizzico all'inizio.

però vedo che non dice nulla, e non si lamenta nemmeno, quindi mi tranquillizzo.
firmo delle cose e poi usciamo dall'ambulatorio, dirigendoci da valerio e lele.

"visto? sei stata bravissima" le dico, sorridendo. sorride anche lei, saltellando al mio fianco. apro la porta di uscita e vedo vale e lele, intenti a fumarsi una sigaretta ciascuno.

alice corre loro incontro, facendosi prendere in braccio da lele. racconto ai ragazzi della visita e subito dopo risaliamo in macchina. "fammi vedere cucciola" le dice vale, tirandole su la machina della felpa. scruta il cerotto e le accarezza la pelle con cura

!salto temporaneo!
ormai le vacanze natalizie sono finite ed è arrivato gennaio, uno dei mesi in cui alice è sempre ammalata a causa del freddo. in questo momento è mattina e io e lele stiamo accompagnando la bambina a scuola.

guardo fuori dal finestrino dell'auto e noto un cielo grigio fitto tanto da mettere malumore, così sbuffo e appoggio un gomito alla portiera, tenendomi la testa con la mano. "fa freddo" dice la piccola sbattendo i denti, cominciando a tremare con le gambe. annuisco, girandomi e dandole una mano per scaldarle le sue. sorride e chiude gli occhi, beandosi delle mie attenzioni.

appena arrivati, lele scende dalla macchina, slaccia la cintura ad ali, la quale si alza e mi stampa una bacetto sulle labbra e segue il mio amico. li aspetto in macchina, prendendo il telefono e controllando i messaggi non ancora letti.

dopo pochi minuti il moro mi raggiunge, tirando un sospiro di sollievo non appena arrivato in macchina. "fa un freddo cane davvero, spero che in classe sia un po' più caldo perché mi cominciavano già a perdere sensibilità le mani" mi confessa, guardandomi speranzoso.

annuisco, ascoltandolo con attenzione. le 10 di mattina, tra lavoro, documenti e cose varie arrivano in fretta. sentiamo squillare il telefono e mando diego a rispondere. "sta male, bisogna andare a prenderla" rivela una volta finita la telefonata. sbuffo, guardando i ragazzi.

"vado io dai" si offre gian, mettendosi la giacca e lasciando l'agenzia in meno di due minuti.

mando un messaggio a quest'ultimo, scrivendogli di aspettarci direttamente a casa, così da poter far riposare alice e non lasciarla al freddo qui.

!salto temporaneo!
varchiamo la soglia di casa con le mani tremanti e il naso colante, incredibile quanto facesse freddo quel giorno.

poggiamo le cose all'entrata e mi affretto a lasciare i ragazzi, andando in salotto dove riposava la bimba. "amore" dico abbassandomi alla sua altezza, tirandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio. apre gli occhi e mi guarda sorridendo. "come stai cucciola?" le domando, sedendomi di fianco a lei, sdraiata.

"bua" mi riferisce, girandosi di lato per farmi spazio. "che ti senti?" le chiedo nuovamente io, attendendo con ansia una risposta. tossisce fortemente e dice "mi fa male qui" toccandosi il torace. mi alzo e le metto delicatamente una mano sulla fronte. scotta.

vado a prendere il termometro di corsa e
una volta tornato da lei, la faccio alzare lentamente, infilandole quest'ultimo sotto l'ascella. le lascio un bacio in fronte e le accarezzo la guancia.

dopo 5 minuti guardo il risultato e si, aveva 38 e mezzo di febbre. "amore hai tanta febbre" dico facendo un'espressione triste, che ricambia.

intanto vale dopo essersi fatto dire dalla piccola quali erano i sintomi precisi chiama giulia, la dottoressa, facendosi dire qual era la cura.

lo vedo sgranare gli occhi e già vorrei spararmi, sperando in una cosa non dolorosa ed efficace in poco tempo. dopo qualche minuto vale stampa la prescrizione che giulia gli aveva inviato via mail e me la consegna. "mamma mia" sussurro al ragazzo al mio fianco. lui annuisce, sbuffando.

"senti vado a comprare tutto, ok?" mi chiede poi, una volta restituita la prescrizione. annuisco e lo ringrazio, raggiungendo nuovamente la bambina.

"cos'ha detto?" mi chiede, sottintendendo la dottoressa. "hai la polmonite tata, novantanove per cento dobbiamo fare delle punturine per curarla" le confesso, massaggiandole la pancia. mugugna ma continua a tossire, facendomi preoccupare.

dopo sentiamo aprirsi la porta: vale con l'antibiotico in puntura, finalmente.

As Special As The World || Chill HouseWhere stories live. Discover now