capitolo 11

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Alice's Pov
mi sto vestendo perché ormai è ora di uscire. devo accompagnare i ragazzi da qualche parte, non ho ben capito dove; spero solo non sia troppo lontano.

scendo le scale e faccio un salto per superare gli ultimi gradini. raggiungo gli altri e valerio mi guarda male. "quante volte ti ho detto di non farlo?" mi chiede mentre gli altri escono dalla porta. abbasso la testa e mi metto la giacca. gli dò la mano e mi guida alla macchina. apre lo sportello e con una facile mossa mi mette dentro al seggiolino. lega la cintura in modo tale da non farmi muovere, e faccio una smorfia. dopo avermi fatto salire, si mette di fianco a me, mentre gli altri si sistemano nei sedili davanti a noi. "quanto ci mettiamo?" domando a vale, mentre gian mette in moto il van.

"non lo so" mi risponde prendendo in mano il telefono. "no dai! e io con chi sto?" gli chiedo incrociando le braccia. "devi stare buona un attimo" mi dice guardandomi negli occhi. sbuffo rumorosamente, voltando la testa nella direzione opposta alla sua. lascio trascorrere un paio di minuti ma mi annoio in fretta, quindi torno a cercare le sue attenzioni.

si decide finalmente di mettere via il telefono. "siamo arrivati?" chiedo guardando fuori dal finestrino. "no manca ancora un po', vediamo se con le coccole ti calmi" mi dice, mettendo la mano sulla mia coscia, accarezzandomi la gamba. sorrido, contenta che ora mi stia considerando.

"pipì" sussurro accorgendomi di dover andare in bagno. mi guarda male, come non mai. "te lo diciamo sempre di fare tutto prima di uscire, cosa non ti è chiaro?" mi sgrida, puntandomi un indice contro. "adesso la trattieni fin quando non arriviamo là" mi dice interrompendo il contatto tra la sua mano e la mia coscia. faccio qualche singhiozzo, cercando di convincerlo a tornare indietro, a casa.

"no" mi dice deciso, ma noto che sta pensando a qualcosa, perché comincia a sbuffare. "manca ancora tanto, riesci a tenerla o dobbiamo tornare indietro?" mi domanda.

"riesco a tenerla" dico quasi convinta io. "quanto manca?" chiedo ancora una volta. "basta dai, vieni qua" dice, prendendomi la testa e appoggiandola contro il suo petto. così, mi addormento tra le braccia di Morfeo.

mi sveglio nel momento in cui vedo tutti i ragazzi scendere, mentre tanc, dopo avere aperto lo sportello, mi slaccia la cintura. mi stropiccio gli occhi, mentre cerco di scendere dal seggiolone.
"vuoi venire in braccio?" mi chiede tancredi, notando che non mi reggo neanche in piedi. annuisco e lascio che mi prenda tra le sue braccia, facendomi cullare.

in poco tempo siamo già alla villa del loro amico, e vedo che ci raggiunge anche cori, così abbasso lo sguardo e vedo il paradiso. clarissa.
per fortuna ho qualcuno con cui stare tutto il pomeriggio. "ohi, mi raccomando eh, niente sciocchezze che mi arrabbio" mi istruisce tancredi, mettendomi in terra di fianco alla mia amica. annuisco, salutando quest'ultima.

entriamo e salutiamo i colleghi, nonché amici, dei miei genitori e di cori. "devo andare in bagno io" svelo a clari, che mi indica le scale. faccio il labiale di 'pipì' a vale e lui annuisce. così, dopo aver ricevuto il permesso, corriamo su per le scale alla ricerca del bagno.

non è così difficile, poiché lo troviamo subito. entriamo ovviamente insieme e io faccio tutto quello che devo fare. appena finito, facciamo per uscire. torniamo al piano di sotto e passiamo le due ore successive a giocare.

"ciccia, vieni che andiamo" mi dice diego prendendomi in braccio. "noo" piagnucolo io, guardando clari. "ci vediamo domani in agenzia" mi dice lei sorridendo e correndo da sua madre, ricordandomi inoltre che domani fosse sabato.

"cattivo" dico io guardandolo male, appoggiandomi all'estremità della sua spalla per non doverlo guardare in faccia. "amore dobbiamo andare, è già tardi e dobbiamo passare in un altro posto" mi spiega, prendendomi meglio. ci avviamo alla macchina e questa volta mi siedo di fianco a tancredi. "dove dobbiamo andare?" domando ancora una volta, mentre mi allaccia la cintura.

"non te lo dico, ci andiamo e basta" mi risponde lui, prendendo una mia mano tra le sue. "mhh dai per favore" gli dico facendogli gli occhioni.

ride e sussurra "che musetto", prendendomi in viso tra le mani e baciandomelo dappertutto. rido anche io e mi lascio coccolare quanto vuole. passa tantissimo tempo e quando arriviamo cerco di capire dove siamo, ma non ci riesco. vedo che scendono solo gian e diego, quindi non mi faccio problemi. "siamo ancora più lontani da casa, è un inferno" sento valerio sussurrare guardandomi.

"voglio andare a casa" dico io, rivolgendo questa volta lo sguardo a tanc. "innanzitutto non si dice voglio, lo sai" dice, rimettendomi composta.
"e poi abbiamo quasi finito, fai la brava per una santa volta" dice stringendo di più la cintura.

provo a muovermi, ma sono completamente immobilizzata. "noo! come prima" piagnucolo io, scalciando. "no, in macchina si sta fermi non ti puoi muovere in continuazione" dice mettendo una mano sui miei polpacci, bloccandomeli.

"sei cattivo" sussurro io, guardandolo male. ricambia lo sguardo maligno e si gira dall'altra parte, prendendo il telefono in mano. ma oggi è la giornata perfetta per non considerarmi? uffa!

tiro giù il finestrino e vedo tancredi che mi guarda, riuscendo a penetrarmi l'anima. quando i pezzi mancanti del gruppo tornano, ripartiamo. l'aria gelida mi sbatte in faccia, e mi fa volare i capelli, ma per orgoglio non tiro su il finestrino.
dopo un tempo infinito in cui continuavo a chiedere quanto mancasse senza mai ricevere una risposta arriviamo a casa. mi sale un po' di paura di essermi ammalata, poi proprio in questo periodo che devo prendere tutti quei medicinali, tra supposte e sciroppi.

scendo dalla macchina e questa volta vado in braccio a lele, che mi prende volentieri. entriamo in casa e subito sto già meglio, però comincio a tossire. "beh che hai la tosse?" mi chiede lele, squadrandomi. tancredi mi lancia uno sguardo di fuoco che mi fa nascondere il viso nel collo del ragazzo che mi ha in braccio. mi appoggia in terra e mi tolgo la giacca, appendendola nel giusto posto. la serata passa velocemente ed arriva presto mattina.

vengo svegliata da gian, che mi dice di essere già in ritardo per il lavoro e che mi devo muovere per arrivare in tempo. così in cinque minuti sono pronta e saliamo in macchina. "stiamo via praticamente tutto il giorno oggi, quindi i compiti li fai domani" mi dice vale, sedendosi di fianco a me.

As Special As The World || Chill HouseWhere stories live. Discover now