capitolo 30

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Alice's Pov
mi sono svegliata, lavata e preparata in meno di 5 minuti, accusata dai ragazzi di essere in ritardo. afferro la mano di gian, che mi accompagna fino al van, dove gli altri ci stanno aspettando.

mi siedo di fianco a lele, e dopo essermi fatta allacciare la cintura da quest'ultimo, gli appoggio la testa sulla spalla, facendolo sorridere e spronandolo a coccolarmi.

sarà un viaggio molto lungo, ma se dormissi durerebbe sicuramente di meno, penso tra me e me. così chiudo gli occhi e lascio che il sonno abbia la meglio sulla mia persona.

mi sveglio a tre quarti del viaggio, guardando fuori dal finestrino cercando di capire dove fossimo. "buongiorno amore" mi dice il ragazzo seduto al mio fianco, mettendomi una mano sulla coscia. sorrido, stropicciandomi gli occhi.

"quanto manca?" domando cercando di sgranchire un po' le gambe, completamente addormentate per essere stata seduta tanto a lungo. "siamo quasi arrivati" mi risponde, prendendo in mano il telefono.

sbuffo e continuo a guardare il paesaggio intorno a me, meravigliandomi sempre di più. è una bella giornata, il sole splende e l'azzurro è il colore dominante nel cielo.

persa nei miei pensieri, noto che ci fermiamo in un parcheggio e che un'auto si mette proprio di fianco a noi: clarissa e corinne. sbadiglio e dopo essermi fatta slacciare la cintura da lele, scendo dall'auto.

allungo il corpo per risentirmi tutta intatta e poi mi guardo intorno, curiosa di sapere cosa ci sia qui a Torino. i ragazzi e cori partono a camminare, lasciando me e la mia amica infondo alla fila.

"la mattina ce la prendiamo per visitare un po' la città, mentre il pomeriggio dobbiamo andare in un posto gigante per lavoro dei nostri genitori" mi spiega clari, sorridendomi. annuisco, contenta.

e così facciamo, infatti dopo aver pranzato in un locale affollato ma molto bello, ci dirigiamo in questo edificio con un sacco di uffici e per poco non mi perdo.

tengo la mano a vale per paura che succeda davvero e che finisca come l'ultima volta al supermercato. appena arriviamo alla sala, noto con grande stupore che è bella grande e che una parete è occupata da delle scale.

dove portano? mi chiedo. "voi due state qua, noi andiamo in quell'ufficio, mi raccomando fate le brave e non andate da nessuna parte, mh?" ci dice corinne, la mamma di clarissa.

annuiamo e dopo che i ragazzi e quest'ultima se ne sono andati ci mettiamo per terra a giocare, come ci aveva appunto detto.

ma dopo mezz'ora la curiosità si impadronisce delle nostre coscienze e anche se non dovremmo, saliamo le scale che portano a un piano superiore. la porta in cima è aperta e così entriamo, trovando.. il nulla.

infatti il pavimento non c'è e per poco non casco di sotto. siamo proprio sopra alle teste di qualche persona, e guardando spaventata clarissa, corriamo al piano di sotto.

scendendo però vado a sbattere contro qualcosa, o meglio, qualcuno. alzo lo sguardo, pregando dio che non fosse tancredi. mi ritrovo davanti diego, con sguardo furioso.

non tanto fortunata, mi dicono. "che ci fate qui? dovreste essere dove vi abbiamo detto di rimanere" dice incrociando le braccia e guardandoci con sguardo di fuoco. guardo la mia amica, cercando qualche scusa da sparare, ma la mia mente si svuota.

"secondo te perché ti abbiamo detto di non muoverti?" mi sgrida, prendendomi per un braccio e portandomi davanti a un cartello, che scopro, dopo averlo sentito da lui, con su scritto 'pericolo', proprio davanti alle scale.

"perché sei andata su?" mi chiede con tono più comprensivo, abbassandosi alla mia altezza. "perché volevo sapere cosa ci fosse là" dico guardando il pavimento per la vergogna. "scusa" dico a bassa voce, sperando mi abbia sentito.

"non farlo più, sono stato chiaro?" mi domanda, con tono questa volta più severo. annuisco frettolosamente. mi prende poi per un polso, portandomi nella stanza dove stava lui prima. mi fa salire in braccio a gian, il quale dopo avermi guardato male, mi adagia al suo corpo.

nascondo il viso nell'incavo del suo collo per l'imbarazzo e spero che di lì a pochi secondi smettano di essere arrabbiati.

dopo un quarto d'ora usciamo dalla stanza e successivamente anche dall'edificio. "giù" dico, indicando il pavimento di cemento. "fai la brava?" mi chiede, guardandomi negli occhi. annuisco sicura, e non appena in terra, cerco qualcuno a cui dare la mano per attraversare.

ma vedo che sono tutti impegnati a non preoccuparsi di me, quindi mi arrangio e mi aggrego al gruppo, sbuffando. noto però che qualcuno mi allunga la mano e capisco subito chi è dai tatuaggi, tancredi.

guardo in sù e vedo che sta parlando con vale, ma comunque si è interessato a me, quindi sorrido e afferro la mano. attraversiamo la strada e il ragazzo a cui ho dato la mano si abbassa e mi stampa un bacio sulle labbra, sorridendo.

arriviamo in un hotel e fino a sera giochiamo, parliamo e facciamo il check-in. io sono in camera con tanc e lele, un po' come sempre.

appena arrivati alle nostre rispettive stanze, mi butto a peso morto sul letto, facendo l'angelo della neve ma a pancia in giù. "stanca?" mi chiede lele ridendo. annuisco senza pensarci due volte, ricambiando la risata.

è già notte e quindi ora di dormire, quindi tancredi si affretta a cercarmi il pigiama e non appena trovato mi spoglia, mi accompagna in bagno, mi fa una doccia calda senza però bagnare i capelli, e mi riveste con il pigiama.

a fine cura, mi sento morta da tanto che sono stanca. "in braccio" gli dico sul ciglio della porta del bagno. "come profuma questa bimba bella" dice lui una volta avermi preso tra le sue braccia, facendomi ridere.

mi fa sdraiare tra lui e lele, facendomi sentire beata tra le coccole. lascio che lele mi accarezzi la pancia e che tanc mi dia il bacio della buonanotte.

As Special As The World || Chill HouseOù les histoires vivent. Découvrez maintenant