Capitolo 2

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KYLE

I due incaricati del castigo escono. Noto subito le loro nocche sporche di sangue. Istintivamente sento il bisogno di andare a controllare e mi avvicino alla porta.

"Ehi" mi richiama la ragazza accanto a Michael.

Mi volto.

"Non toccarla".

"Credo che l'abbiano già picchiata abbastanza".

"No, non intendo quello. Intendo non toccarla. Odia essere toccata" specifica.

Che cazzo vuole dire? L'ho già toccata.

Entro nella stanza e trovo la ragazza raggomitolata a terra. È su un fianco, ma riesco a vedere soltanto la sua schiena. L'acconciatura si è sciolta e i capelli ricadono sul pavimento in morbide onde argentate.

Mi avvicino.

"Ehi".

La sento respirare a fatica.

"Sto bene. Dammi un minuto" dice a denti stretti.

La vedo voltarsi, per sdraiarsi a pancia in su. L'occhio si sta gonfiando, ha un taglio sullo zigomo, il labbro spaccato e il sangue le è colato lungo il mento. Con un braccio si sta tenendo lo stomaco e probabilmente sotto al vestito domani troverà parecchi lividi.

Cristo, ci sono andati giù pesanti.

Fa un respiro profondo e fa leva con il braccio per tirarsi su, ma una smorfia di dolore le contorna il viso.

"Aspetta, ti aiuto" dico avvicinandomi, ma lei mi blocca subito.

"Non toccarmi" dice a denti stretti, guardandomi negli occhi con odio.

"Ti ho già toccata" specifico. "E mi sembra anche che ti sia piaciuto".

"Oh, Norton" dice tossendo un po' e premendo la mano sullo stomaco, stringendo i denti per un secondo. "Davvero sei così stupido da non capire quando una ragazza sta fingendo?"

"A me non sembra proprio che tu abbia finto".

Lei scuote la testa.

"Comunque ora non mi devi più toccare. La missione è finita, quindi tieni le tue cazzo di mani lontane da me" dice, alzandosi in piedi.

Sembra girarle la testa ed è costretta ad appoggiare una mano contro il muro per non cadere.

"Sei sicura di non volere il mio aiuto?" le chiedo.

"Sono sicura" dice, tenendo gli occhi stretti.

Conosco i castighi i e so quanto facciano male. Ti picchiano a sangue, arrivando al punto di supplicare di smettere, ma lei non ha supplicato. Si è lasciata colpire e loro lo hanno fatto finché non sono stati richiamati.

Alza la testa e fa un respiro profondo, poi stacca la mano dal muro, continuando a tenerne una contro lo stomaco, ed esce dalla stanza. 

La seguo e la vedo andare verso le sue amiche, io raggiungo i miei.

"Aedus ha detto che dobbiamo venire tutti a vivere a casa tua" dice Noah.

Sofia alza gli occhi al cielo e sbuffa.

"Avete una macchina?" chiede e annuiamo.

"Allora seguitemi" dice lei, mentre inizia a camminare, raggiungendo un'altra porta.

"Vuoi che guidi io?" le chiede la ragazza più alta, quella che doveva uccidere Michael.

"Assolutamente no" risponde la bionda.

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