Capitolo 28

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KYLE

Il mattino seguente mi sveglio e decido di andare subito a controllare Sofia. Voglio fare qualcosa di carino per lei, così scendo al piano inferiore e vado in cucina. 

Noto subito la tv accesa e penso che i ragazzi l'abbiano guardata prima di andare in palestra e che l'abbiano dimenticata accesa. Stanno trasmettendo il notiziario e, anche se non mi interessa, decido di lasciarla accesa.

Scaldo un po' di latte, poi sistemo i biscotti al cioccolato su un vassoio. Sono i suoi preferiti. 

Quando mi rendo conto che il latte ha raggiunto la temperatura giusta, lo verso nella tazza, ma proprio in quel momento una notizia del telegiornale attira la mia attenzione.

"È stato ritrovato questa notte il cadavere di uno dei criminali più ricercati d'America. L'uomo, noto a tutti come Kit, era ricercato per vari crimini, tra cui omicidio, rapina, spaccio e stupro. L'uomo è stato ritrovato all'alba e l'immagine che i poliziotti si sono ritrovati davanti è stata a dir poco raccapricciante. Infatti il cadavere è stato ritrovato in una pozza di sangue. I medici legali non hanno avuto dubbi sulla causa della morte: dissanguamento. L'uomo, infatti, è stato ritrovato con i genitali tagliati, ma ancora non si riesce a trovare l'arma del delitto. La morte è stata raccapricciante, dato che sembrerebbe che fosse del tutto cosciente durante l'aggressione. Per il momento non ci sono sospettati, ma si tengono aperte tutte le strade. Potrebbe esser stato un delitto tra criminali, una rapina finita male, o l'ennesimo stupro, stavolta finito in tragedia per l'aggressore".

La donna del telegiornale finisce di parlare e io mi soffermo proprio sulle ultime parole che ha detto. Aedus proprio eri mi ha raccontato di come Sofia abbia ucciso George, l'uomo che l'ha violentata per anni. Lo ha ucciso tagliandogli la parte che più di tutte le ha causato sofferenze. Penso poi al modo in cui Sofia si è allontanata da me, al modo in cui ha rifiutato un qualunque contatto.

Non può essere vero. Non può essere successo.

Prendo il vassoio della colazione e salgo al piano di sopra. Spero che non abbia chiuso la porta a chiave e quando raggiungo la sua stanza mi rendo conto che è aperta. Abbasso la maniglia ed entro.

La stanza è completamente buia e lei sta ancora dormendo. Mi siedo sul bordo del letto e poggio il vassoio sul comodino, mentre rimango per qualche istante a osservarla. 

Il suo sonno non è tranquillo e probabilmente ha ancora la febbre alta. Prego affinché le mie ipotesi non siano vere, ma fino a ora non mi sono mai sbagliato. Tutto ciò che ho pensato era reale e so che anche stavolta non mi sbaglio. 

Spero che ci metta molto a svegliarsi perché non ho il coraggio di affrontare la realtà, ma poco dopo la sento mugolare e la vedo aprire gli occhi. La guardo per un po', la pelle è ancora pallida e bollente, mentre le guance sono arrossate.

"Che ci fai qui?" chiede sospettosa, mentre tira su le coperte come se volesse coprirsi e difendersi da me.

"Sono venuto a controllare come stavi" le dico sincero, cercando di dimostrarmi il più cordiale e calmo possibile.

"Non ho bisogno che tu mi faccia da babysitter. Te ne puoi anche andare. So cavarmela da sola, anche se ho la febbre" mi dice severa.

"Voglio solo..." tento di dire, ma lei mi interrompe.

"Cosa vuoi, eh? Tanto volete sempre tutti qualcosa da me. Perché non mi lasciate in pace e basta? Non ho mai chiesto un cazzo a nessuno, ma tutti vogliono sempre qualcosa da me. Perché?" mi chiede furiosa.

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