Capitolo 5

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KYLE

La mattina dopo scendo a fare colazione verso le dieci. Mi sveglio quasi sempre a quest'ora e ho un po' di mal di testa a causa dell'alcol di ieri sera.

Mi preparo un caffè, esattamente come ho visto fare Sofia ieri e mando giù un'aspirina. Noto il silenzio che regna in casa. Tutte le stanze sono insonorizzate, ma è troppo silenzioso. 

Giro un po' per la casa, entrando nelle camere dei miei amici, ma sono vuote. Controllo persino nella stanza di Ginevra e Maya, ma anche quella è vuota. Mi viene un dubbio e provo a entrare nella camera di Sofia, che è esattamente di fronte alla mia. Piego la maniglia e provo a spingere la porta, ma non succede nulla. È chiusa a chiave. Avrei dovuto immaginarlo. Nessuno deve entrare nella sua testa e nessuno deve entrare nella sua stanza. Tiene molto alla sua privacy e probabilmente custodisce parecchi segreti che la tormentano. 

Sento vibrare il telefono nella mia tasca e quando lo tiro fuori trovo un messaggio da Michael.

M: Siamo andati tutti in palestra. Scusa se non ti abbiamo aspettato

Questo spiega tutto, ma significa anche una cosa: io e Sofia siamo a casa da soli. Quello che è successo ieri sera è stato strano. È riuscita a manipolarmi e io l'ho lasciata libera di fare. Ha fatto tutto quel discorso sull'inferno e l'unica cosa che mi viene in mente è che ha confessato così tanto su di sé ieri sera da essere spaventata. Nemmeno le sue amiche sapevano della morte dei suoi genitori. Vive in un mondo tutto suo, che non vuole dividere con nessun altro, esattamente come la sua stanza.

Decido di allenarmi un po' per conto mio, così vado in camera mia e mi cambio. Nel trasloco che le guardie di Aedus hanno fatto per noi, hanno portato anche i miei attrezzi, così mi alleno nella mia stanza. Faccio addominali, flessioni, trazioni e sollevamento pesi. Ci tengo alla mia forma fisica, specialmente perché spesso è quella che mi fa sopravvivere. Sofia è piccola e esile e per questo motivo gioca d'astuzia, mentre io preferisco usare i muscoli e la forza fisica.

Mi alleno per più di due ore, poi esco dalla mia stanza per raggiungere il bagno e farmi una doccia. Non appena apro la porta della mia camera, sento una musica provenire dal piano inferiore. Mi avvicino alle scale e scendo per qualche gradino per osservare meglio. Trovo Sofia seduta sul banchetto del pianoforte, mentre suona e canta a occhi chiusi. Canta alcuni pezzi di canzoni famosissime.

"Although it hurts, I'll be the first to say that I was wrong. Oh, I know I'm probably much too late to try and apologize for my mistakes, but I just want you to know".

La sua voce è bellissima e si riesce a cogliere tutta la sofferenza e il dolore che mette in quelle parole. Conosco questa canzone e l'unica domanda che riesco a pormi è: perché? 

Non faccio nemmeno in tempo a pensare a una risposta, che comincia a suonare un'altra melodia e in un attimo ricomincia a cantare.

"'Cause I'd never treat me this shitty. You made me hate this city and I don't talk shit about you on the internet, never told anyone anything bad 'cause that shit's embarrassing, you were my everything and all that you did was make me fucking sad, so don't waste the time I don't have and don't try to make me feel bad. I could talk about every time that you showed up on time, but I'd have an empty line 'cause you never did, never paid any mind to my mother or friends, so I shut 'em all out for you 'cause I was a kid. You ruined everything good, always said you were misunderstood. Made all my moments your own. Just fucking leave me alone".

Capisco subito che non sta cantando queste canzoni soltanto perché le piacciono. Si sta raccontando, forse è l'unico modo che conosce per parlare di sé. Comincio così a interrogarmi sui testi di quei brani e mi pongo diverse domande. Chi ha rovinato tutto? Chi è la persona che l'ha trattata di merda? Chi le sta facendo odiare la città? Intende Los Angeles? C'entra Aedus? È lui che le sta facendo così tanto male?

HandlingWhere stories live. Discover now