Capitolo 15

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KYLE

La vedo prendere un borsone nella sua auto, poi attraversa l'entrata sul retro di quell'edificio.

Parcheggio l'auto lontana dalla sua e aspetto un po'. Fumo una sigaretta. Ho bisogno di calmarmi. Non so cosa vedrò una volta entrato, quindi ho bisogno di controllarmi.

Una volta arrivato quasi al filtro, getto il mozzicone a terra e lo calpesto con la scarpa, poi entro dalla stessa porta che ha attraversato poco fa Sofia. 

Capisco subito di essere negli spogliatoi di quello strip club. Ci sono indumenti di ogni tipo appesi alle stampelle. Ovunque guardi ci sono paillettes, glitter, pizzo, piume e tanto altro. 

Proprio in quel momento mi rendo conto che c'è qualcuno, così mi nascondo dietro a un paravento. Mi affaccio e in quel momento vedo Sofia.

È seduta su una sedia davanti a uno specchio enorme. Ha i gomiti poggiati sul piano dove ci sono vari trucchi sparsi e si tiene la testa tra le mani. I miei occhi non possono non andare su ciò che indossa, o meglio su quella poca stoffa che la copre. Ha il reggiseno e le mutandine di pizzo bianco, in contrasto con gli stivali neri alti fino al ginocchio e due ali nere che le coprono la schiena.

Il mio sguardo si sofferma sulle sue curve, che sono perfette e sui punti giusti. Il seno non troppo grande, che sta su naturalmente, senza l'aiuto di alcun reggiseno. La vita stretta, le gambe snelle e il sedere perfettamente tondo e straordinario da stringere tra le mie mani.

La sento sospirare e tira su la testa, guardando il suo riflesso allo specchio. È truccata pesantemente, ma stupenda come sempre. Il trucco è molto scuro e sfumato introno agli occhi, mentre le sue labbra sono colorate da un rossetto rosso, che la rende ancora più sexy.

Il suo sguardo finisce sul tatuaggio che ha sul polso. L'ho notato qualche giorno fa. C'è scritto "just one more day" e mi chiedo come mai lo abbia inciso sulla sua pelle candida.

Torna a guardare se stessa allo specchio e sembra quasi sul punto di piangere.

"Andiamo, Sof, soltanto un altro giorno" cerca di motivarsi. "Resisti soltanto un altro giorno e supererai tutto questo".

La sua voce è spezzata e sto soffrendo nel sentirla così. Mi sento in colpa, anche se so che non è colpa mia.

O forse sì.

Si sistema i capelli con le mani, poi viene chiamata da una donna.

In quel momento capisco che non devo essere qui e che devo sbrigarmi ad andare via. Mi guardo attorno e trovo una porta. L'attraverso e mi ritrovo nella sala principale del club. 

Ci sono uomini ubriachi sdraiati sui divanetti e sulle poltrone del locale, che bevono e fumano. Voglio sbrigarmi ad andare via da qui. Tutto questo è sbagliato, incredibilmente sbagliato. Se fa tutto di nascosto di certo io non dovrei intromettermi.

Non appena individuo l'uscita faccio per muovermi, ma sento subito la voce di una donna fare un annuncio.

"Signori, è arrivato il momento più atteso da tutti voi. La ballerina che aspettavate da tutta la sera. Date un benvenuto a Fallen Angel".

Gli uomini sono tutti schifosamente eccitati. Voglio andare via, ma per qualche motivo i miei piedi hanno deciso di non muoversi più.

Le luci si abbassano e, solo quando si accendono al centro, dove c'è un palo da pole dance, mi rendo conto che Fallen Angel è Sofia. Non sembra lei. I suoi occhi sono spenti, inespressivi.

HandlingWhere stories live. Discover now