Capitolo 3

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KYLE

La mattina successiva esco dalla mia stanza e, non appena apro la porta, sento subito i ragazzi parlare al piano di sotto. Questa cosa delle stanze insonorizzate mi piace da morire. Non ho mai dormito così bene, in assoluto silenzio.

Raggiungo il piano inferiore e trovo tutti in cucina a fare colazione. Michael e Noah sono in piedi, poggiati contro il piano da lavoro, mentre Lewis e le ragazze sono seduti intorno all'isola. Sofia non è lì. 

Li raggiungo e tiro su con il naso, guardandomi attorno.

"Buongiorno, Kyle" mi dice Maya.

"Buongiorno" rispondo.

La mia voce è molto più roca la mattina e di sicuro ho ancora bisogno di tempo per svegliarmi.

"Non so cosa mangi per colazione, ma lì c'è il caffè, lì il latte, lì il succo di frutta e lì i biscotti" mi dice la ragazza, indicando tutto.

Voglio il caffè, ma noto che non hanno la macchina per farlo americano. Sono confuso e ho ancora sonno. Capisco qual è la macchina del caffè che usano, ma non ho idea di come funzioni.

"Come si usa questa cosa?" chiedo afferrandola e mostrandola alle ragazze.

In quel momento sentiamo dei passi e ci voltiamo. Sofia sta scendendo. I suoi capelli sono completamente diversi da ieri sera, in cui li aveva acconciati. Sono ricci e completamente fuori posto. Le danno un tocco più selvaggio ed è più bella. I lividi sono evidenti. L'occhio è scuro, così come lo zigomo, sul quale ha anche un taglio. Tutto il suo collo è segnato da macchie scure, così come anche le gambe.

Arriva vicino a noi e solo in quel momento noto che ha le cuffiette nelle orecchie. Prende la macchina dalle mie mani e la apre, riempendo la parte sotto con l'acqua e mettendo poi un altro pezzo sopra. Si sposta per prendere il barattolo del caffè e con un cucchiaino inizia a metterlo nella macchinetta. Le tolgo una cuffietta dall'orecchio e lei si volta verso di me, fulminandomi con lo sguardo.

"Lo faresti anche a me?" le chiedo.

Lei sbuffa, poi rivolge il suo sguardo di nuovo al caffè. Non capisco nemmeno qual è la risposta. Mi volto verso le ragazze e vedo Luna sussurrarmi: "è un sì". 

Dopo aver finito di metterci il caffè in polvere, chiude la macchinetta e la poggia sui fornelli, accendendoli. Si allontana, ma viene fermata da Noah, che le toglie anche l'altra cuffietta.

"Sai che è maleducazione stare con le cuffiette quando nella stanza c'è altra gente?" le chiede.

Lei lo guarda per un secondo, rimanendo in silenzio.

"Come va il naso?" chiede lei, accennando un piccolo sorriso sadico.

Il volto di Noah si fa cupo e lascia la cuffietta.

"Di prima mattina sei ancora più stronza" si lamenta.

"Oh, non sai quanto" risponde lei, andando a sedersi accanto a Lewis.

Sentiamo un rumore e ci guardiamo attorno per cercare di capire da dove provenga. Le ragazze sembrano tranquille.

"Cos'è quel coso?" chiede Noah, indicando un oggetto.

Tutti ci voltiamo in quella direzione.

"È il robottino che pulisce casa. Ce n'è uno qui e uno al piano superiore" spiega Ginevra.

"Cioè? Tipo un'aspirapolvere?" chiede Michael.

"Sì, si accendono da soli alle 11 e non si spengono finché non hanno pulito ogni angolo" spiega di nuovo Ginevra.

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