Capitolo 10

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KYLE

Quel gesto mi fa percepire tutto in modo amplificato. Sbatto gli occhi più volte soltanto per accertarmi che sia tutto vero. Prende il disinfettante e bagna un batuffolo di cotone. Mi pulisce prima la ferita, togliendo il sangue secco che è rimasto vicino, poi, con un altro batuffolo mi medica. Digrigno i denti e lei lo nota. Ha alzato un po' lo sguardo e sta ghignando.

"Lo so che ti stai divertendo nel vedermi soffrire" le dico.

Lei ghigna di nuovo.

"Avanti, non fare il bambino" mi ammonisce.

Finisce di ripulire per bene tutte le ferite e noto che mi sono spaccato le mani in modo serio.

"Si può sapere perché hai preso a pugni quel muro?" mi chiede lei, analizzandole da vicino per vedere i danni che mi sono provocato da solo.

"Ero incazzato" le rispondo semplicemente.

"E perché?" chiede, alzando lo sguardo su di me per guardarmi negli occhi.

Mando giù il groppo che ho in gola. Non posso di certo dirle che l'ho fatto perché ero infastidito dai commenti che Jack ha fatto su di lei.

"Niente. Una cosa mia" rispondo, scuotendo la testa.

Lei mi guarda per un secondo. Sta cercando di capire la risposta dalla mia espressione, ma so che non ci riuscirà.

Torna a concentrarsi sulla mia mano. Prende delle garze medicate e me le mette sulle nocche, dopodiché mi benda l'intera mano con una fasciatura. L'ha bloccata con un piccolo nodo sul dorso. 

Sollevo la mano e la guardo. Ha fatto proprio un bel lavoro. Le mie ferite rimarranno pulite e inoltre non avrò problemi a muovermi.

"Grazie" dico sincero.

Lei ha sistemato di nuovo tutto nel kit e ha buttato le garze sporche.

"Se mi devi difendere devi essere in forma" scherza.

Io sorrido, poi la vedo uscire dalla cucina. Questa giornata mi ha distrutto, così decido di andare a dormire un po'. Vado in camera mia e crollo subito in un sonno profondo.



Mi sveglio solo quando sento il mio cellulare squillare.

"Pronto?" chiedo, senza guardare chi mi abbia chiamato.

"Ehi, Norton, hai questa voce stanca perché ti sei già scopato la biondina, vero?" mi chiede Noah.

"Che vuoi?" gli chiedo, strofinandomi gli occhi.

"Ti ho chiamato per sapere come va".

"La missione sta andando bene" rispondo.

"Non me ne frega un cazzo della missione. Voglio sapere come va con la stronza" mi dice.

"Noah, non rompere il cazzo" dico io frustrato.

"Dal tuo tono di voce direi che non sei ancora riuscito a scopartela" mi prende in giro. "Cosa aspetti?"

"Noah, non so se lo sai, ma è complicato scoparsi qualcuno se non si lascia nemmeno toccare".

Noah sbuffa.

"Non sei riuscito a scoprire niente di importante? Te l'ho già detto, io non mi fido molto di lei".

"Credo che possiamo stare tranquilli, non è una minaccia. Comunque sto provando ad avvicinami a lei, ma ha tirato su un muro".

"E tu buttalo giù a pugni" mi incita.

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