Capitolo 25

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KYLE

Sento un odore piacevole, mi piace da impazzire. Cos'è? Fragola? 

Faccio un respiro più profondo per cercare di appropriarmene. Non voglio dimenticare questo profumo. 

Perché c'è questo profumo nella mia stanza?

Riesco appena ad aprire gli occhi e vedo un'enorme libreria. Non sono nella mia stanza. Dove diavolo sono finito? Apro gli occhi un po' di più e capisco che sono in camera di Sofia. Cosa ci faccio qui? Come ci sono arrivato?

Sono a petto nudo e ho una fasciatura che mi copre la spalla e il torace. Ho diversi fili e tubi attaccati alle braccia e al petto. Un tubicino mi passa anche sotto il naso e capisco che mi stia dando l'ossigeno. Mi ricordo di ciò che è successo al college. Lo sparo, il sangue, il mio angelo che mi portava via con la moto...dov'è la mia bimba?

Mi guardo intorno e la trovo sdraiata al mio fianco mentre mi sta guardando. In quel momento ricordo tutto: lei che mi chiama per la prima volta per nome, le sue lacrime, il suo profumo, il mio petto contro la sua schiena e le braccia intorno alla sua vita.

"Ciao Kyle" mi chiama con la voce stanca. "Come ti senti?"

"Ora che ti vedo sto bene" le dico sorridendo.

Lei scuote la testa sorridendo.

"Cos'è successo?"

"Ti hanno sparato e quando siamo arrivati in ospedale ti hanno operato. Sei rimasto in sala operatoria per più di cinque ore. Il dottore ha detto che è andato tutto bene. Hanno estratto la pallottola e fortunatamente non ha lesionato nulla all'interno".

"Perché sono in camera tua?" le chiedo.

"Perché...non lo so, mi è venuto spontaneo portarti qua. Se vuoi posso aiutarti a tornare nella tua di stanza" mi dice.

Perdo un battito. Le è venuto spontaneo portarmi nella sua stanza, dove non permette a nessuno di entrare.

"No, sto bene qui. Come ci sono arrivato in camera tua?" le chiedo.

"I ragazzi hanno lasciato la missione per un'oretta e mi hanno aiutata a portarti qui. Lewis mi ha spiegato tutto quello che devo fare se ti senti male o se una di queste macchine segnala qualcosa che non va" mi dice e mi volto per vedere uno schermo sul quale viene segnato il mio battito cardiaco e la pressione.

"Tu stai bene?" le chiedo.

Lei sorride.

"Grazie a te, sì" poi la sua espressione torna triste e si avvicina di più a me. "Quel proiettile era per me, non dovevi metterti in mezzo".

"Non avrei mai permesso che ti facesse del male".

"Sei la prima persona che mi salva la vita invece di distruggermela e...non è la prima volta che lo fai" mi dice e il suo sguardo è sincero.

Si alza ed esce dalla camera senza dirmi nulla e senza permettermi di risponderle, ma torna pochi secondi dopo.

"Devi prendere un bel po' di medicine" mi dice, avvicinandosi con un bicchiere d'acqua e con una busta della farmacia.

Si siede al mio fianco e tira fuori le varie scatole di medicine.

"Perché tutte queste?"

"Sono antibiotici, antidolorifici, protettori gastrici e altra roba che Lewis mi ha detto di comprare" dice lei, leggendo i vari bugiardini.

Mi passa tre pasticche e le mando giù grazie a un bicchiere d'acqua. Lei poggia tutto sul comodino e torna a sdraiarsi al mio fianco. Noto le occhiaie che le contornano gli occhi.

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