Capitolo 31

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KYLE

Non le ho mai parlato in questi giorni. Per me è difficile parlare con qualcuno che ha gli occhi chiusi. Sono abituato a fare il mio giochetto con gli occhi e, anche se con lei lo uso raramente, ho bisogno di guardare in quelle due gemme preziose per poter respirare.

"Ho bisogno di te. Non posso immaginare di andare avanti in tutto questo senza di te. Ti prego, torna da me. Incazzati per qualunque cosa. Incazzati perché ti faccio troppe domande, perché ti sto sempre addosso e perché non rispetto i tuoi spazi, ma ti prego svegliati" dico, ma niente.

Quando termina l'orario di visita, esco dalla sua stanza e torno nel corridoio. 

Dopo pranzo passa Luna. Mi accarezza un braccio e tenta ancora di convincermi a tornare a casa, solo per fare una dormita, ma come al solito rifiuto.

"Va bene, rispetto la tua scelta" mi dice, poi sembra cambiare umore. "Ho portato una cosa!" esclama e cerca qualcosa nella sua borsa a tracolla.

Tira fuori due bottigliette di smalti e una di acetone.

"So che tu sei l'unico a sapere il motivo del suo modo bizzarro di mettere lo smalto. Magari è una stronzata, ma è una cosa vostra. Farà bene a entrambi" mi dice, passandomi tutte quelle bottigliette.

Le guardo. C'è il solito smalto nero, quello che colora sei delle sue unghie e poi una bottiglietta color corallo, che serve per i mignoli e gli anulari.

"È il suo smalto preferito" dice Luna.

Parliamo ancora per un po', poi vado via.

Alle 15 mi è permesso di nuovo di rientrare nella sua camera. Mi siedo sulla sedia accanto al suo letto e le tolgo il vecchio smalto che si è tutto scheggiato, poi le metto quello nuovo. Ci impiego parecchio a farlo perché non l'ho mai fatto in vita mia, ma fortunatamente riesco a non colorare anche la pelle. Ho fatto proprio un bel lavoro.

Le ho preso la mano, controllando se si sia asciugato, quando muove un dito. Rimango fermo immobile, senza nemmeno respirare perché non sono certo di quello che ho visto.

Lo muove di nuovo e a quel punto sposto lo sguardo sul suo viso. Scatto in piedi e mi avvicino, poggiando un gomito sul cuscino e accarezzandole la testa.

"Ehi, bimba, riesci a sentirmi?" chiedo.

Vedo i suoi occhi che tremano un po', esattamente come le sue labbra.

"Torna da me, ti prego" le dico e proprio in quel momento i suoi occhi si aprono.

Il mio cuore esplode di gioia. Sbatte per un paio di volte le palpebre, poi il suo sguardo incrocia il mio, mentre io le accarezzo i capelli.

"Ciao, bimba" le sussurro sorridendo.

"Ky..." dice con appena un filo di voce.

"Sono qui, non preoccuparti" tento di rassicurarla. "Non serve parlare, va tutto bene".

Mi accenna un piccolo sorriso, mentre i suoi occhi si fanno lucidi per la commozione. Le lascio un bacio sulla guancia e respiro quel suo profumo di fragola che mi fa impazzire.

"Andrà tutto bene adesso, te lo prometto" le dico e le lascio un bacio sulla punta del naso, facendola sorridere.

Schiaccio il pulsante vicino al suo letto per chiamare un'infermiera, mentre io continuo a non staccare lo sguardo da quelle due gemme preziose.

Cavolo, quegli occhi malinconici mi hanno proprio fregato per bene.

A un certo punto sembra ricordarsi qualcosa di importante.

HandlingWhere stories live. Discover now