CAPITOLO TRE

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Riapro gli occhi e la luce mi acceca per un momento.
Sbatto le palpebre disorientata e stringo con forza i braccioli della poltrona.
Lucas mi stacca gli elettrodi dalla fronte e mi fissa in silenzio.
Mi metto a sedere, ansiosa di sapere il verdetto.
«Sei risultata inconcludente» mi dice lui tutto d'un fiato.
Sta scherzando. Non può dire sul serio.
«Inconcludente? Cosa vuol dire "inconcludente"? Qual è la mia fazione?» sono agitata e arrabbiata. Non possono farlo, devono dirmi cosa è meglio che scelga domani.
«Le tue scelte sono state particolari. Ogni tua azione avrebbe dovuto escludere una fazione, invece l'unica fazione che ho potuto escludere con estrema certezza è quella dei Candidi, probabilmente anche gli Abneganti non fanno per te...»
«Probabilmente?» è un incubo «Anche i Pacifici sono da escludere!» devono essere esclusi.
«Hai preso il coltello come un'Intrepida, ma non hai voluto uccidere il cane. Quindi non posso escludere i Pacifici. In tutto quello che hai fatto hai avuto lucidità e hai saputo ragionare; non mi sento di escludere neanche gli Eruditi»
Se Lucas sapesse la rabbia che mi sta crescendo dentro, escluderebbe i Pacifici senza pensarci due volte.
Chiudo gli occhi e faccio un profondo respiro.
«Non posso rifarlo? Posso provare a comportarmi solo some un'Erudita o...»
«È proprio questo il problema» mi blocca lui «Non dovresti essere in grado di manipolare il test»
Rimango in silenzio.
So cosa sono.
Tra i Pacifici si sentono delle storie su persone che sono compatibili a più fazioni, persone pericolose per la nostra società. Si diceva che alcune erano nascoste proprio da noi.
Ma io pensavo che fossero solo storie inventate.
Lucas si china verso di me e dice a bassa voce: «Sei una Divergente. Sai cos'è la Divergenza?» annuisco «Bene. Ora vai a casa, io inserisco manualmente che sei risultata Pacifica»
Rido. Non posso che ridere a quella affermazione.
«È ridicolo. Nessuno crederebbe mai che io sono una Pacifica»
«Allora tu non rivelare il risultato del test a nessuno, né quello reale né quello che inserisco io»
Mi alzo dalla poltrona e fisso il mio riflesso.
Sono più pallida di quando sono entrata, sembro triste. Sono triste.
Speravo in questo test, ci credevo. Credevo che sarebbe stata la mia occasione per scappare via da un mondo non mio.
«Ti consiglio di scegliere i Pacifici o gli Abneganti domani. Sono le fazioni più sicure per te» mi dice Lucas. Io lo guardo e, senza dire niente, esco dalla porta sul retro.

Devo per forza aspettare il camion che mi porta fuori dai confini della città, nei campi dei Pacifici.
Mi siedo sul ciglio della strada e mi rigiro una ciocca di capelli fra le dita.
Sono intrappolata in una fazione che non sento mia e la seconda opzione sarebbe "La fazione della tristezza".
Fantastico.
Dopo cinque minuti escono anche gli altri.
Arriva il camion e saliamo.
Gli altri ridono e scherzano, sembrano tranquilli, sicuri del loro futuro.
Io invece mi ritrovo a passare mentalmente tutte le fazioni.
Ci sono i Pacifici, che non sceglierò mai.
Gli Abneganti, generosi e altruisti con tutti. Non potrei mai vivere come loro.
Gli Eruditi, sempre pronti ad imparare cose nuove. Vorrei davvero passare una vita china sui libri?
I Candidi, l'unica fazione che il test ha scartato con sicurezza.
Gli Intrepidi, che difendono la nostra città e si buttano dai treni. Non penso che riuscirei ad entrare fra di loro.
E gli Esclusi.
Per la prima volta mi trovo a pensare agli Esclusi; chi non ha superato l'iniziazione della fazione, chi è stato cacciato. Vivono ai margini della città, dimenticati dalla società.
Potrei finire come loro? Spero di no, preferirei morire con dignità che vivere come loro.
Magari mi sbaglio, ma sono una persona orgogliosa e non accetterei mai una vita così.
Quando scendiamo dal camion mi distacco dal gruppo e mi dirigo verso il frutteto.
Non mi va di tornare a casa e forse una camminata mi schiarirà le idee.
Oggi un sottile strato di nuvole copre il sole che sta calando.
Passeggio tra gli alberi passando la mano sulle diverse cortecce. Per la prima volta ho il dubbio di voler restare.
Una figura mi si avvicina. È Johanna.
Una ciocca di capelli nasconde la cicatrice che va dal sopracciglio destro al labbro. Mi sorride.
«Che piacere trovarti qui, Christal»
«Mi spiace averla disturbata, me ne vado subito» dico. Non ho voglia di parlare con lei.
«Io in realtà vorrei scambiare due parole con te. Vieni, facciamo due passi insieme» non mi resta che seguirla.
«Dimmi Christal, sei preoccupata per domani?» mi chiede serenamente.
«No»
«Vorrei solo che tu sappia che qualunque fazione sceglierai domani, i tuoi genitori saranno fieri di te»
Ne dubito.
«Sono brave persone»
«Lo so.» c'è davvero bisogno di rigirare il coltello nella piaga?
«Sai, a volte essere diversi è un bene. Sarebbe noioso il mondo se fossimo tutti uguali, no?»
«Infatti ognuno ha la sua fazione» e io no.
«Si. E all'interno delle fazioni si è tutti uguali»
Rimango in silenzio. Sta facendo questo discorso perché sa che non mi troverei bene in nessuna fazione?
Si ferma, si volta verso di me e mi guarda negli occhi.
«Indipendente dalla tua scelta, mi auguro che che tu possa trovare la pace in te stessa, una pace che qui purtroppo non siamo riusciti a darti. Ora vai a casa, si sta facendo tardi»
Per la prima volta nella mia vita sento il bisogno di confidarmi con lei. Vorrei dirle che sono una Divergente, che non so cosa fare domani, vorrei urlarle che ho paura.
Invece mi limito a guardarla.
«Grazie» le dico, mi giro e me ne vado.
Spero che in quella misera parola abbia capito la mia gratitudine nei suo confronti, per tutte le volte che si è schierata dalla mia parte anche quando non lo meritavo.
Cammino piano, la brezza della sera trasporta tutti gli odori del frutteto.
Respiro a pieni polmoni. Probabilmente sarà l'ultima volta che faccio questa strada, l'ultima volta che entro in casa, l'ultima volta che ceno con i miei genitori.
Perché deve essere tutto così difficile?
Perché sono costretta a scegliere così radicalmente il mio futuro a sedici anni?
Tutte le mie sicurezze stanno crollando, ma ora so cosa farò domani.

DIVERGENTEWo Geschichten leben. Entdecke jetzt