CAPITOLO DODICI

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Gli allenamenti stanno procedendo abbastanza bene. Sono riuscita a vincere anche contro Christina che è un osso duro, ma adesso ho di nuovo male in ogni parte del corpo.
Sono nel letto da ormai mezz'ora con le coperte arrotolate intorno alla vita. Dormo sempre in pantaloncini e canotta, non importa quanti gradi ci siano.
Sto per addormentarmi quando sento un forte trambusto e delle persone fanno irruzione nel dormito. La luce di una torcia elettrica mi acceca e la voce di Eric ci richiama tutti all'attenti.
Faremo un'incursione notturna; fantastico, proprio quello che serve alle mie povere ossa doloranti.
Ci prepariamo in fretta e corriamo ai binari del treno insieme agli iniziati interni, ad attenderci ci sono fucili e proiettili di vernice. Sono un po' preoccupata, forse ci faranno scontrare contro gli interni? Loro hanno un bel vantaggio, sono cresciuti in questo posto e fanno cose folli fin da bambini.
Il treno arriva e salto più agilmente rispetto alle altre volte. Quando tutti siamo dentro al vagone, Quattro ci spiega che stiamo per affrontare una tradizione, una specie di ruba bandiera in stile Intrepido e la cosa non mi rassicura per niente.
Quattro ed Eric iniziano a dividerci in due squadre e, con mia grande sorpresa, vengo scelta da Eric per terza. In realtà non dovrei essere così sorpresa, il mio punteggio è buono e non sono per nulla scarsa, ma mi aspettavo che Eric prendesse di più le distanze da me.
A parte Al, il resto della mia squadra è insopportabile; ci sono Edward, Peter, Molly, Myra e altri interni che non conosco e non mi inspirano simpatia.
La squadra di Quattro scende dal treno per prima e va a nascondere la bandiera, dopo dieci minuti facciamo lo stesso anche noi.
Camminiamo nel buio senza un meta precisa, facendo congetture su un possibile nascondiglio.
«Nascondiamo la bandiera in un posto impensabile, dove nessuno la cercherebbe» propone una ragazza con i capelli viola.
«Un posto impensabile diventa pensabile nel momento stesso in cui lo pensi» dice distrattamente Eric mentre si guarda attorno.
«Un posto alto?» domanda Molly.
«Cosicché tutti lo possano vedere? Vi facevo più svegli ragazzi»
«E se...» comincio, ma poi mi blocco. Non so se esista un posto del genere, siamo verso il molo e io qui non ci sono mai stata, ma penso che la mia idea possa essere almeno presa in considerazione.
«Continua» mi incita Eric, sento i suoi occhi puntati su di me al buio.
«Il posto dovrebbe essere coperto alla vista da qualcosa di alto, come degli alberi o degli edifici; e a noi ci farebbe comodo anche uno spazio aperto, così loro non possono avvicinarsi senza che noi li vediamo» spero di aver spiegato bene cosa ho in mente.
Mi sembra di sentire Eric ridere quasi impercettibilmente.
«Esatto, e io ho il posto perfetto» dice tutto compiaciuto.
Ci conduce altre il molo, e ci dirigiamo verso un parco. Lo spiazzo aperto ci permetterà di vedere eventuali movimenti e gli alberi ci ripareranno discretamente bene, mi sembra un buon posto. Ci avviciniamo ad un albero e accendiamo una piccola luce.
Eric lancia la bandiera su un ramo in alto.
«Ora che abbiamo un nascondiglio dobbiamo pensare a come prendere la bandiera avversaria, suggerimenti?»
«Io dico di lanciarci all'attacco, annientarli prima che possano trovarci!» la foga di Edward è tale che la si può leggere nei suoi occhi.
Alcuni ragazzi interni fanno cenni di consenso.
«Prima però bisogna sapere dove sono» si intromette Peter.
«Abbiamo bisogno di qualcuno che vada in ricognizione» propone un ragazzone biondo interno.
«Sbrigatevi, non abbiamo tutta la notte e io non ho nessuna intenzione di perdere» dice Eric mentre i suoi piercing brillano alla luce.
«Allora: un paio in ricognizione, un paio sotto la bandiera e i restanti a coppie per sorvegliare il perimetro finché non sappiamo dove sono gli altri?» ricapitolo. La maggior parte annuisce, Edward scuote la testa ma Eric sembra appoggiare la mia idea.
Il ragazzone biondo parte in ricognizione insieme ed Edward mentre Myra e la ragazza con i capelli viola rimangono a guardia della bandiera. La mia intenzione iniziale era di rimanere in coppia con Al, ma Eric ci separa. Al viene assegnato al lato ovest insieme ad un intero, mentre io finisco nel lato nord con Peter.
Camminiamo in silenzio nel parco buio, i fucili carichi con pallottole di vernice pronti all'uso. Tendo le orecchie ad ogni minimo rumore; ora capisco il vero scopo di questa tradizione, è un primo approccio alle missioni degli Intrepidi e alla loro mentalità.
«Pensi che gli altri si stiano già muovendo?» mi chiede Peter. Non ho molta voglia di parlare, soprattutto con Peter, ma non ho motivo per non rispondere.
«Dovrebbero prima aver capito dove siamo...» dico, e in quello stesso momento alzo gli occhi al cielo.
«Cosa stai guardando?» domanda Peter incuriosito.
«Se trovano un punto abbastanza alto possono vederci»
Scruto l'oscurità e vedo un'ombra lontana.
«La vedi quella? Cosa pensi che sia?» indico l'ombra a Peter.
«Se non sbaglio lì ci dovrebbe essere una vecchia ruota panoramica» si avvicina a me continuando a guardare l'ombra.
«Potrebbe essere un ottimo punto di osservazione...» azzardo.
«Chi salirebbe in cima a quel coso?» chiede Peter incredulo.
«Un Intrepido.»
In quello stesso momento sento dei passi. Io e Peter imbracciamo i fucili.
Sento delle urla e una sagoma salta fuori dall'ombra.
Mi riparo dietro ad un albero tirando Peter un braccio. Un proiettile di vernice colpisce la corteccia, mi ero quasi dimenticata che non sono proiettili veri.
Mentre io mi appiattisco contro l'albero Peter risponde al fuoco. Mi sporgo per vedere chi spara ai nostri compagni di squadra, cerco di contarli.
«Sono solo quattro!» urlo a Peter per sovrastare il rumore degli spari.
«E il resto della squadra dov'è?»
Vedo Myra correre verso la battaglia e la risposta mi sembra ovvia.
«Sono a prendere la bandiera mentre noi veniamo distratti»
Peter mi prende per un braccio e mi trascina verso il nascondiglio della bandiera. Passiamo tra spruzzi di vernice senza essere colpiti.
Arriviamo all'albero troppo tardi. Christina sta saltellando con la nostra bandiera in mano, seguita da Tris e da un ragazzo interno con la pelle scura.
Peter mi lascia il braccio mentre viene colpito da una pallottola alla spalla.
«Questo posto è stato una pessima idea» dico con rabbia, non mi piace perdere, neanche se si tratta di un gioco.
«Non è vero Christal, la tua idea era la migliore»
Mi giro dall'altra parte e me ne vado, non voglio essere rincuorata da Peter.
Questa volta non è andata bene, ma sono decisa a fare di tutto per migliorare.

DIVERGENTEWhere stories live. Discover now