CAPITOLO QUATTORDICI

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Guardo la colazione dentro al mio piatto, ci sono delle specie di pancake mosci con dello sciroppo di uno strano colore sparso per tutto il piatto.
«La cuoca ha avuto una nottataccia?» chiedo toccandoli con la forchetta.
«Forse è solo stanca di fare la cuoca e vorrebbe saltare da un grattacielo all'altro» Al ispeziona il mio piatto.
«Dopo un'attenta osservazione posso dirti che non ti ucciderà»
«Sicuro, Al? Per me lo sciroppo ha almeno una decina di anni...»
«Non fare la schizzinosa»
«Non faccio la schizzinosa, sto soltanto dicendo che questa colazione è un pericolo sanitario»
Lascio cadere il braccio sulla tavola nello stesso momento in cui Al spinge il piatto verso di me; colpisco il bordo con il pugno e i pancake si riversano sul mio pantalone.
«Accidenti!»
«Scusa Chris» Al mi aiuta a ripulire, ma rimane una grossa macchia sopra alla mia coscia destra.
«Vado a cambiarmi, ci vediamo direttamente in palestra»
Mi dirigo verso il dormitorio, quando arrivo al corridoio vedo una cosa che mi lascia sconcertata.
C'è Tris nuda, coperta solo da un vestito che stringe a se.
Corre a testa bassa e si precipita in bagno, molto probabilmente non mi ha neanche vista.
Mi avvicino alla porta del dormitorio dalla quale è appena uscita. Sento delle risate, riconosco quella di Peter e quella specie di grugnito di Molly.
Mi ribolle il sangue nelle vene.
Entro nella camerata e gli occhi del gruppetto si puntano su di me.
Peter smette subito di ridere, mentre Molly, Drew e gli altri continuano a sghignazzare.
«Vi state divertendo?» chiedo, sperando che la mia rabbia sia stata recepita.
«Che c'è contadinella, ti sei versata la pappa sui pantaloni?» Molly indica l'alone di sporco sulla mia gamba.
«Siete patetici» dico avvicinandomi al mio letto. Solo ora noto l'asciugamano che stringe Peter e non ci metto molto a fare due più due.
«È meglio che andiamo in palestra, non ho tempo per parlare con una zappatrice di terra» è la prima volta che Drew prende una decisione da solo, forse ogni tanto toglie le ragnatele nel cervello e lo fa funzionare. Forse.
Tutti si avviano verso la porta tranne Peter.
«Andate, io vi raggiungo» dice in modo sbrigativo.
Si avvicina al mio letto mentre io sono chinata a prendere un paio di pantaloni puliti.
«Potrei sputarti in faccia, lo sai?» non mi degno neanche di guardarlo in faccia.
«Ora che hai?» mi chiede spazientito.
«Ho incrociato Tris per il corridoio» mi raddrizzo in piedi e lo guardo dritto negli occhi. Mia madre ripeteva sempre che gli occhi sono lo specchio dell'anima e che nei miei spesso si vede collera. In quelli di Peter non vedo niente, sono un bellissimo verde scuro.
«Quindi? Non mi pare che siate così tanto amiche»
«Questo non ti da il diritto di umiliarla!»
Rimane a fissarmi in silenzio, poi mi dice: «Vuoi che ti aspetto?»
Mi viene quasi da ridere.
«No. Vattene.» ed esce senza aggiungere altro.

Dopo essermi cambiata vado in palestra. Oggi sarà l'ultimo allenamento prima della fine del primo modulo.
Mi avvicino alla lavagna e vedo il mio nome affiancato a Drew. Sorrido. Non sarà facile batterlo, ma posso dargli una bella lezione.
Dopo il combattimento tra Will e Myra salgo sull'arena motivata. Ho finalmente la possibilità di scaricare la rabbia contro una persona che detesto, potrei chiedere di meglio?
Come al solito mi lego i capelli mentre Drew si posiziona di fronte a me.
Non posso contare sulla forza fisica per batterlo, ma per mia fortuna è molto stupido. I combattimenti non si vincono solo con i muscoli.
Mi metto in difesa e aspetto la sua mossa, che non si fa attendere. Drew sferra il suo gancio sinistro che io prontamente schivo.
Lo aggiro veloce e gli dò un calcio sul fianco. Non è abbastanza potente da farlo cadere, ma riesco e ritrarre il piede prima che lui passa afferrarmelo.
Ormai so già che tecnica userò con lui per tutto il combattimento. Devo muovermi il più possibile e colpirlo da dietro. Non mi devo far agganciare ne bloccare, non penso che riuscirei a liberarmi dalla sua presa.
Non fa in tempo a voltarsi che io sono già dall'altra parte.
Affondo il mio piede dietro la sua rotula destra e lo faccio cadere in ginocchio. Sto per colpirlo in faccia quando lui rotola su un lato e mi tira per la caviglia.
Sbatto violentemente contro il pavimento ma mi rialzo prima di lui.
Gli sferro un calcio nelle stomaco e un altro nelle costole. Lui si stende sul fianco gemendo e io ne approfitto per un altro calcio, questa volta in faccia.
Il combattimento finisce e mentre scendo dall'arena mi ritrovo a pensare che questo è stato il primo incontro che ho vinto senza usare le mani.
Drew viene portato via con il sangue che gli cola dal naso e dalla bocca; io mi appoggio alla parete e osservo i combattimenti degli altri.
Chissà se anche Eric e Quattro hanno notato che non ho usato gli arti superiori...

DIVERGENTEWhere stories live. Discover now