1. Khvicha

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Me ne sto qui col cellulare tra le mani, seduto sulla panca sottostante il mio armadietto negli spogliatoi dopo essermi fatto la doccia post allenamento. Vedo se mi è arrivato qualche messaggio importante o qualche telefonata ma oltre ai mille messaggi del mio fratellino Tornike che mi riempie di video delle mie giocate presi da YouTube, non mi è arrivato nulla. Sbuffo e sto per posarlo nel borsone per finire di asciugarmi i capelli ma Amir Rrahmani, mio compagno di squadra e amico, si siede accanto a me e mi passa un braccio sulle spalle sorridendomi.
«Stasera hai da fare?» mi domanda e io dopo averci pensato tre secondi alzo le spalle e scuoto la testa.
«No, nulla» dico e lui sorride ancora di più.
«Perfetto, stasera ti offro una cena fuori. Devo parlarti di qualcosa di importante e lo voglio fare stasera» lo dice in modo tranquillo e rilassato e dai suoi occhi capisco che è qualcosa di bello.
«Ci sarò senz'altro e sono anche molto curioso di scoprire di che si tratta» dico scrutandolo per cercare di carpire qualcosa ma no, non ne ricavo nulla.
«Tranquillo, nessuna squadra della Premier mi ha offerto cento milioni l'anno, non me ne vado da qui» scherza muovendo la sua testa verso la mia facendole scontrare. I suoi capelli ricciolini e biondi si mescolano ai miei scuri lunghi e ribelli dando l'impressione di essere un'unica capigliatura. Rido alla sua battuta e ci alziamo abbracciandoci.
«Ora sì che sono tranquillo» caccio fuori un soffio d'aria dalla bocca come se mi fossi liberato di un peso e poi gli faccio la linguaccia allontanandomi velocemente da lui che cerca di darmi un calcio nel di dietro che riesco a scansare.
Dal primo giorno che sono arrivato qui Amir è stata la mia salvezza. È più grande di me di sette anni ma vi giuro che insieme ci troviamo benissimo ed è uno dei pochi che parla un inglese fluido e che soprattutto è single. Mi trovo benissimo anche con Victor, Elif e Leo che hanno un'età più simile alla mia ma sono tutti e tre fidanzati, Victor ha anche una figlia, quindi non hanno molto tempo per uscire. Con Amir invece è diverso, io e lui da un momento all'altro ci organizziamo con un messaggio e usciamo a cena, a pranzo, per un aperitivo o per qualsiasi altra cosa. È grazie a lui se conosco tanti posti della città nonostante io sia qui da meno di sei mesi. Oltre a questo, poi, è un bravissimo difensore e mi dà sempre consigli su come superare i suoi colleghi. A volte restiamo oltre l'orario degli allenamenti per esercitarci, io contro lui e lui contro me. È testardo e non molla mai, ma quando vuole sa essere di una dolcezza incredibile. Poi qui a Napoli all'inizio mi sentivo un po' spaesato con le ragazze e lui mi ha aiutato anche in questo. È uno che ama la vita mondana, ama andare in giro per locali e mi trascina con lui ogni volta che può. E lì, ovviamente, fa strage di cuori. Sì, è anche un bel ragazzo, alto, occhi chiari, biondo, muscoloso e dalle spalle larghe, le ragazze stravedono per lui. Per me è un po' diverso perché anche se non sono mai stato un tipo timido, anzi, tutt'altro qui ho avuto qualche difficoltà. La bellezza non è proprio la mia caratteristica principale ma devo dire che me la sono sempre cavata. Qui però sono in una nuova città e parlare in italiano non mi fa sentire sempre a mio agio quindi è un po' complicato. Ultimamente, però, mi sto sciogliendo molto. Grazie sempre ad Amir che mi incoraggia e mi supporta quando mi vengono i complessi.
Finisco di asciugarmi i capelli, abbottono la zip della tuta del Napoli, alzo il cappuccio in testa e me ne vado verso il parcheggio dove ho lasciato la mia Mini. Guido fino a casa mia e mi rilasso sul divano guardando i video che mi aveva mandato mio fratello qualche ora fa. Gli rispondo a tutte le critiche che mi fa, lo insulto un po', litighiamo scherzosamente e poi lo saluto.
È ora di andare a scegliere cosa mettermi per stasera.

"Dove mi porti amore? Devo vestirmi elegante?" scrivo un messaggio e glielo mando e lui mi risponde subito.
"Vita mia elegante ma non troppo, ma tanto lo sai che sei perfetto sempre, i vestiti sono di contorno" mi dice e rido da solo come uno scemo davanti allo schermo del mio iPhone. Lo poso ed entro nella stanza adibita a cabina armadio per iniziare a scegliere qualcosa. 'Elegante ma non troppo', ok. Jeans scuro, camicia bianca, sneakers, giacca casual: sono perfetto. Prendo tutto e lo metto sul mio letto nella stanza accanto per vedere se tutto insieme mi piace come fa e sì, mi piace, decisamente. Guardo l'orario, sono le sette e dieci e devo iniziare a prepararmi.
Amir nel frattempo mi ha mandato la posizione ed è un ristorante giapponese a dieci minuti da casa mia, non ci metterò molto ad arrivarci. Ha prenotato per le otto quindi sono abbondantemente in tempo.
Mi vesto, mi sistemo la barba, i capelli, metto il profumo, infilo le scarpe e alle otto meno un quarto sono pronto per uscire. Guido verso il ristorante e lascio l'auto in un garage lì vicino per poi dirigermi dentro. Dico alla reception che sono al tavolo con Amir e mi accompagnano. Quando arrivo al tavolo ciò che vedo mi stupisce: Amir non è solo.
Sorrido avvicinandomi ma giuro che non me lo aspettavo proprio. Si alza e insieme a lui si alza questa ragazza dai capelli lunghi e scuri, il sorriso smagliante e gli occhi più neri che io abbia mai visto. Se è come penso, devo complimentarmi con Amir, ottima scelta.
«Khvicha, amico mio» Amir mi accoglia con un abbraccio come al solito, poi si stacca da me e allunga un braccio sulle spalle della ragazza accanto a lui.
«Lei è Ludovica, la mia ragazza» dice radioso e io le sorrido cordialmente.
«Ciao, piacere di conoscerti, io sono Khvicha» cerco di parlare il mio miglior italiano e lei sembra apprezzare.
«Piacere mio, Khvicha. Non vedevo l'ora di conoscerti, Amir mi parla sempre di te» dice spostandosi una ciocca di capelli dietro un orecchio mantenendo i suoi occhi nei miei.
«Amo perché gli hai detto questo? Ora si offenderà perché io non gli avevo mai parlato di te...» Amir sbuffa rivolgendosi alla sua ragazza in modo scherzoso ma in realtà non ha detto una sciocchezza.
«È così infatti. Perché non ne sapevo nulla?» faccio il finito offeso mentre mi siedo di fronte a lui.
«Volevo farti una sorpresa» si giustifica.
«Sì, vabbè. Sei fortunato che Ludovica mi piace, altrimenti mi sarei davvero offeso» rispondo e il biondo fa roteare gli occhi.
«Non essere geloso, giuro che Ludovica non ruberà tempo alla nostra relazione» continua e sta volta lo mando a quel paese.
Iniziamo ad ordinare e finalmente parla anche Ludovica spezzando il dialogo monotematico tra me e Amir.
«Quindi siete vicini di casa?» le domando e lei annuisce.
«Sì, Amir abita nella scala A e io nella scala B. Sono anni che ci conosciamo, praticamente da quando lui è a Napoli» spiega in un italiano perfetto.
Anche acculturata ed intelligente se l'è trovata, non ho parole.
«E perché avete fatto il grande passo solo ora?»
«Secondo Amir ero troppo piccola» dice e per poco non sputo l'acqua naturale che stavo bevendo.
«Ma perché quanti anni hai?» domando preoccupato.
Non saprei quanti anni darle, non avrà l'età di Amir ma non mi sembra nemmeno una diciottenne. È truccata al punto giusto, ha dei vestiti adattissimi all'occasione e non mi sembra una ragazzina. Ma magari mi sbaglio...
Guardo Amir che fa un mezzo sorriso e la lascia rispondere.
«Quasi ventidue» dice e do un sospiro di sollievo. Almeno è più che maggiorenne.
«È 2001 come te» mi dice il biondo e io annuisco. Lei mi sorride e prende un boccone di sushi.
«Non sono pochi ma può andare bene, l'importante è che vi trovate bene insieme, no?»
«Certo, glielo dico sempre anche io» mi risponde lei.
«Ed è anche tifosissima del Napoli...» Amir lo dice in un modo che non so decifrare se è positivo o negativo.
«Ah bene» ribatto.
«Bellissima la tua giacca, è Balenciaga?» mi dice d'un tratto cambiando del tutto argomento.
«Sì, Balenciaga. Bella eh?»
«Bellissima, è tra i miei stilisti preferiti» indica la sua mini bag dello stesso marchio e mi fa l'occhiolino. «L'ho riconosciuto subito dal colletto» allunga una mano e lo tocca per poi ritornare al suo posto.
«È anche tra i miei preferiti. E cosa fai nella vita, Ludovica?»
«Sono infermiera, da poco lavoro al secondo Policlinico di Napoli» dice orgogliosa.
«Wow, complimenti.»
«E secondo te ero stupido io a prendermela? Per fidanzarmi dovevo trovare una di alto livello» Amir la tira a sé e le bacia le labbra.
Li guardo e mi sembrano davvero affiatati. Poi lei guarda me, ha degli occhi davvero particolari, mai visto nulla di simile. Distolgo lo sguardo, non voglio fare nessun tipo di pensiero su di lei, è la ragazza di Amir.
«Hai anche tu la Mini?» mi dice a fine cena quando stiamo uscendo guardando le chiavi che ho tra le mani. «Che coincidenza, anche io ho una Mini!» sorride e mi supera uscendo dal ristorante.

Meglio che me ne vado a dormire, stasera stanno succedendo troppe cose strane.

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Buonasera a tutte😁 scusate l'orario ma volevo proprio pubblicare il primo capitolo di questa mia nuova storia su Khvicha! Come sempre spero che vi piaccia e niente, grazie sempre per esserci e Forza Napoli Sempre💙

Sai mantenere un segreto? | Khvicha KvaratskheliaWhere stories live. Discover now