19. Khvicha

305 28 16
                                    

Ho Giorgi col fiato sul collo. Mi sta tormentando perché vuole sapere chi è questa ragazza con cui da quasi una settimana mi vede scrivere e parlare in continuazione.
«Dai dimmelo, dimmi chi è! Ma la conosco?»
«Non ti dirò nulla, lasciami in pace» sbuffo e cerco di allontanarmi da lui che mi tira da un braccio mentre siamo seduti sul divano a casa mia.
«Perché non vuoi dirmelo?»
«Perché la conosco da dieci giorni e voglio prima essere sicuro che mi piaccia davvero prima di farla conoscere a voi» spiego e lui finalmente molla la presa guardandomi di sottecchi.
«Io sono solo curioso, nemmeno una sua foto posso vedere?»
«No, per ora no. Settimana prossima, se tutto va bene, te la faccio vedere. Ora vado o faccio tardi agli allenamenti» mi alzo dal divano e lo guardo.
«E va bene, non insisto più. Buon lavoro.»
«Anche a te» rispondo e poi prendo il cellulare fingendo di scrivere a questa fantomatica ragazza per continuare con questa farsa. Prendo il borsone, entro in auto e guido fino a Castelvolturno.

Gli allenamenti come sempre sono duri nonostante siamo a fine stagione e abbiamo già portato a casa lo scudetto. Il mister vuole tenerci ancora concentrati per il finale di stagione. 
«Stasera venite a cena da me?» Amir mi avvicina mentre mi sto rivestendo e io annuisco.
«Sì credo che non ci siano problemi ma dopo chiedo a Giorgi e ti do conferma.»
«Porti anche la tua nuova ragazza?» mi chiede per poi farmi l'occhiolino.
«Non ho la ragazza» alzo le spalle facendo il finto tonto ma lui sembra ignorarmi.
«Allora, secondo me è di media statura, diciamo sul metro e sessantacinque, capelli scuri e lunghi, occhi scuri. Tette grandi, a te piacciono le tette grandi, poi...»
«Ma finiscila coglione!» gli do una spinta che lo smuove di pochi centimetri e poi comincia con la sua risata contagiosa.
«Ci ho preso eh? Ti conosco bene ormai» incrocia le braccia sul petto e mi guarda con un ghigno soddisfatto che mi fa venire voglia di prenderlo a pugni.
«Per niente» gli do una spinta giocosa e lui mi fissa sconvolto.
«È bionda?» sgrana gli occhi mentre io sospiro.
«Non ti dirò nulla, basta. Devi aspettare e la vedrai se le cose andranno bene.»
«Sei un pessimo amico, sappilo.»
«Ah io? Tu mi stai martellando da una settimana!» me la rido ma lui sembra più serio del solito.
«Devo sapere chi è questa perché devo capire se è giusta per te e se può renderti felice» dice con la voce profonda guardandomi negli occhi.

Il mio migliore amico, eccolo. Si preoccupa per me e mi vuole vedere felice. 
Mi sento tremendamente in colpa. L'ho tradito, l'ho tradito nel peggior modo possibile mentre lui non fa altro che dimostrarmi la sua amicizia ogni giorno. Faccio schifo.

«La conoscerai» rispondo e lui annuisce. «Ora vado che Giorgi mi aspetta per pranzare, ti scrivo io dopo per confermare la cena, ok?»
«Sì, ok. Salutami Giorgi. A dopo.»
Prendo il mio borsone e mi incammino verso la mia Mini parcheggiata in fondo al parcheggio quando sento qualcuno chiamarmi e mi volto.
«Khvicha!» 
«Capi che succede?» Mi fermo in mezzo al vialetto e aspetto che il mio capitano mi raggiunga.
«Eccoti finalmente... volevo parlarti anche prima ma Minjae mi ha tenuto in ostaggio» dice con il solito sorriso splendente che lo contraddistingue.
«Dimmi tutto» mi passa un braccio sulle spalle e io uno sul suo fianco.
«Amir mi ha detto che ti sei fidanzato e volevo invitare te e la tua ragazza a cena da me una di queste sere. Devo darle il benvenuto in famiglia» mi tira a lui lasciandomi un bacio tra i capelli come fa sempre e non so come dirgli che Amir è un cretino e che la ragazza non ce l'ho.
«Capi... Amir ti ha detto una stronzata» dico e lui mi guarda perplesso.
«Non hai la ragazza?»
«No, mi sto conoscendo con una ragazza ma non siamo fidanzati. È presto» continuo e lui si ferma fissandomi.
«Ah... domani devo dare un paio di cazzotti nello stomaco ad Amir allora, ho capito. Comunque promettimi che appena sarà ufficiale me lo dici e ci organizziamo per la cena da me, ci tengo» torna a sorridere e lo faccio anche io.
«Ma tranquillo non ce n'è bisogno...»
«A me va di farlo, sono o non sono il capitano del Napoli? Dobbiamo essere una famiglia, tutti.»

Sai mantenere un segreto? | Khvicha KvaratskheliaWhere stories live. Discover now