4. Khvicha

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Forse sono io quello sbagliato. Forse sono io che vedo il marcio ovunque, o a questo punto, il marcio sono io. Non è possibile che lei continui a mandarmi messaggi, a ridere e scherzare con me e che lui continui ad invitarmi quando c'è anche lei e a lasciarci spesso anche da soli. Cioè è una cosa così normale? Io non credo. O forse, ripeto, sono io che vedo il marcio perché sono l'unico ad esserlo. Forse Ludo è proprio così, espansiva e gentile con tutti, e Amir si fida ciecamente di me e di lei. Sì, sono io quello sbagliato sicuramente. E ora che mi ha invitato a cena fuori con loro due non posso dirgli di no.

"C'è anche Raffa" mi avvisa e io sbuffo. Che noia.

"Basta che mi lascia in pace..."

"Non ti piace?"

"Posso sapere perché vuoi farmela piacere per forza?"

"Non è così, è che la vedo carina ed adatta a te. Mi sbaglio?"

"Sì, è troppo esibizionista per me."

"Addirittura? Ma perché che ha fatto?"

"Alla tua festa ci ha provato con me dopo nemmeno dieci secondi che ci conoscevamo e per tutta la sera mi lanciava sguardi e occhiolini senza che io la calcolassi minimamente. Fattelo spiegare meglio da Ludo..."

"Rido, non lo sapevo. Diciamo che lei e Ludo sono molto diverse, non so come fanno ad andare così d'accordo."

"Decisamente. Ma tu e Ludo come vi siete conosciuti?"

"Abbiamo le auto parcheggiate una accanto all'altra nel parco. Ci vedevamo tutti i gironi e una cosa tira l'altra abbiamo fatto amicizia. Una volta la aiutai a portare all'ascensore delle buste della spesa e abbiamo iniziato a frequentarci in amicizia. Lei mi è sempre piaciuta ma aveva tipo diciannove anni all'epoca, era troppo piccola..."

"E poi?"

"Poi un mesetto fa stavamo guardando un film a casa mia e niente, ci siamo baciati. Abbiamo deciso di provarci e non me ne pento" spiega e sono quasi geloso di quella sua fortuna.

"Avete fatto bene, te lo meriti. Comunque ora mi vado a preparare, ci vediamo dopo" lo saluto e lui ricambia.

Mi vesto con un jeans e una felpa e scendo di casa. Questo ristorante è un po' più lontano e mi avvio una mezz'ora prima dell'appuntamento. Arrivo puntuale e mi siedo al tavolo. Dopo poco arrivano anche loro. All'inizio è chiaro che Raffa voglia intavolare discorsi con me ma finisce sempre che a fare i discorsi più lunghi siamo io e Ludovica. Stavamo parlando dei posti che ha visto e devo dire che ne ha visti davvero tanti, molti più di me. E da questo passiamo al calcio, ne capisce davvero ma spesso non siamo d'accordo su dei punti.
«Allora se Leao ogni volta si fuma Amir e il capitano, volete mettere uno fisso lì dietro che gli faccia un fallo prima che fugga definitivamente e poi non lo prendete più?» si agita e devo dire che ha ragione.
«Non parlarmi di Leao che tocchi un tasto dolente» Amir se lo sogna anche la notte, è uno dei pochi attaccanti che davvero non riesce ad arginare.
«Ma tu hai ragione, solo che se devi fare così ti devi snaturare e devi aspettarlo in difesa. Noi non giochiamo così» rispondo io, il calcio è la mia più grande passione e adoro parlare di tattiche.
«Dovreste quando avete di fronte una squadra che campa sulle ripartenze e ha uno come Leao» incrocia le braccia sotto al seno e sbuffa.
«Domani lo diciamo al mister, promesso.»
«Poi vogliono dire che Calabria è meglio di Di Lorenzo e che ti ha fermato, ma che stronzata. Erano in tre o quattro a placcarti, è ovvio che ti fermano» dice e mi fa rivenire in mente la partita che da poco abbiamo perso col Milan. Soffriamo parecchio il loro gioco, è la verità.
«Non ho saputo dare il meglio di me però, questo è vero.»
«Invece sei stato bravissimo» allunga una mano sul tavolo e ne stringe una mia. Cosa che mi fa accelerare  immediatamente i battiti del cuore visto che siamo proprio sotto gli occhi di Amir che però sembra non fregarsene. «Solo la prossima volta vedi di centrare la porta» dice e mi schiaffeggia la mano che fino a poco prima mi stava stringendo facendo ridere me e Amir.
«E se fai un gol me lo dedichi?»
Raffa, dal nulla. Questa non sta bene...
«Non credo, non sono uno che dedica gol» dico e Amir tossisce mentre Ludovica abbassa lo sguardo. Io faccio sempre dediche quando segno e loro due lo sanno bene. Raffa, invece, non lo sa perché non guarda le partite per questo ho detto così.
«Puoi fare un'eccezione per me?»
«Non lo so» sono in evidente imbarazzo e Ludo mi viene in soccorso.
«Deve prima fare la convergenza ai piedi, altro che gol e dediche...» mi prende in giro e la ringrazio con lo sguardo. Lei alza l'angolo della bocca in un mezzo sorriso che vuol significare un  'non c'è di che' appena accennato e cambiamo argomento. Continuiamo a chiacchierare e verso le undici ci salutiamo e andiamo via. Quando sono a casa già sotto le coperte mi arriva un messaggio di Ludovica.

Sai mantenere un segreto? | Khvicha KvaratskheliaWhere stories live. Discover now