8. Khvicha

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«Quindi vi conoscete da quando siete bambini?» Ludovica è tra le persone più curiose che io abbia mai conosciuto. Da quando è arrivata qui insieme ad Amir nemmeno un'ora fa, avrà fatto a Giorgi una trentina di domande.
«Sì, mi sono trasferito nella casa accanto a quella di Khvicha quando avevamo sei anni più o meno. Poi abbiamo fatto elementari, medie e superiori insieme» spiega mentre siamo alla prima portata della cena che abbiamo preparato insieme.
«Ah, wow, sono più o meno quindici anni che vi conoscete. Sono tanti...»
«Tantissimi e non ci siamo mai allontanati più di tanto. Anche quando lui poi è andato in Russia e poi qui in Italia siamo sempre rimasti in contatto» spiega e Ludovica ascolta attenta. «Per un periodo siamo anche stati cognati perché Khvicha è stato due anni con mia sorella minore, Nitsa» quando fa quel nome mi vengono in mente tutti i ricordi della mia adolescenza passati a casa sua. Dai primi sguardi con Nitsa, ai primi baci rubati, da quando l'abbiamo detto a Giorgi a quando poi ci siamo lasciati.
«Hai capito al nostro Khvichino...» Amir mi fa l'occhiolino e io gli sorrido.
«Quanti anni avevate quando vi siete messi insieme?» mi domanda Giorgi guardandomi con aria perplessa.
«Io sedici lei quattordici» rispondo diretto.
«Ah giusto, sì.»
«E poi cosa è successo?» Chiede Ludovica sempre più curiosa.
«Si sono lasciati perché Khvicha l'ha tradita» ribatte il mio amico ma io scuoto subito la testa.
«Non l'ho tradita!»
«Ah no? E con quella Tea coi capelli scuri e le tette grandi che ci hai fatto?»
Mio Dio ma perché stiamo parlando di questa cosa? Mi sento in imbarazzo e ho gli occhi di tutti addosso.
«Ci siamo visti un paio di volte e ci siamo solo baciati» dico a mia discolpa. «Lo sai che dovevo andarmene in Russia e non volevo avere impegni con nessuno, a Nitsa poi l'ho spiegato» termino ma Ludovica sembra volere altri dettagli.
«Quindi per te baciare un'altra persona mentre sei fidanzato non è tradire?» mi domanda e il pezzo di carne che ho in bocca per poco non mi si blocca nell'esofago quando lo ingoio. Spalanco gli occhi e la guardo... ma a che gioco sta giocando?
«È sbagliato ma non è tradire. Tradire per me è scopare un'altra persona» spiego il mio punto di vista e lei scuote la testa in disaccordo.
«Voi uomini pensate solo a scopare ma c'è dell'altro Khvicha, sai? Se desideri un'altra persona, se la pensi sempre, se le dai attenzioni che non dovresti darle quello è già tradimento» dice incrociando le braccia sotto al seno.
«Io non la penso così» alzo le spalle e distolgo il mio sguardo dal suo, mi sento messo all'angolo e onestamente cerco una via di fuga da questa situazione. «E poi scusate, voi non avete mai tradito? O siete dei santi?»
«Io mai» risponde lei e per poco non le rido in faccia. Ma con che coraggio parla?
«Io sì, può capitare e nessuno ti sta incolpando di niente» ribatte Amir tranquillizzandomi.
«Ma poi tu e mia sorella l'avevate fatto? Me lo sono sempre chiesto...»

Ma che cazzo sta passando stasera Giorgi? Ma che problemi ha?

«Non mi sembra il caso adesso» lo guardo male ma lui insiste.
«Dai, sì o no?»
Ho gli occhi di tutti addosso e dopo aver sospirato muovo la testa in un sì appena accennato.
«Lo sapevo, perciò ti ha odiato tanto quando sei stato con Tea e l'hai lasciata» continua.
«Ok ora possiamo cambiare argomento?» sbuffo alzandomi e prendendo i piatti da tavola per andare a metterli nel lavandino. I miei occhi si incrociano con quelli di Ludo che sembrano infuocati per quanto sono seri.
«Cambiamo argomento: parliamo di te, Giorgi. Cosa ci racconti della tua vita?» è Amir a fargli la domanda e lui risponde tranquillamente. Ludovica, invece, si alza e mi finisce di portare i piatti per poi affiancarmi al lavandino.
«Ma che ti sei messa in testa?» le dico con un filo di voce.
«Niente, assolutamente niente» risponde a bassa voce anche lei per poi schiarirsela e parlare normalmente. «Khvicha, per favore, potresti portarmi dove hai posato i cappotti? Devo prendere una cosa dalla tasca del mio» dice tirandomi in una trappola grande quanto la mia casa.
«Sì andiamo» la assecondo anche se non dovrei. Lascio i piatti e mi incammino verso il corridoio con lei che mi segue mentre Amir e Giorgi chiacchierano tranquillamente. Mi chiudo la porta del corridoio alle spalle e le indico la porta della cabina armadio dove c'è anche la cappottiera. Entriamo nella stanza e chiudo la porta.
«Prego» fingo di non sapere che sia tutta una farsa e le indico i cappotti.
«Grazie» va verso il suo copriabito prendendo qualcosa dalla tasca e ci resto quasi male. Voleva davvero solo prendere qualcosa? Non può essere. Si volta e si incammina verso l'uscita e sono io a fermarla.
«Che vuoi fare?» la chiudo di nuovo con la schiena al muro e la guardo negli occhi. Mi era mancato sentirla così vicina e voglio godermela.
«Io niente» risponde senza abbassare mai lo sguardo.
«Niente?»
«Niente.»
Il cuore mi batte fortissimo in petto ma se dice così non posso costringerla a fare niente e mi sposto per farla passare.
«Allora torna da lui e non mi guardare più come mi stai guardando da tutta la serata» le dico e in meno di un secondo me la ritrovo attaccata alle mie labbra.
Lo sapevo che lo voleva almeno quanto lo voglio io, lo sapevo.
La spingo contro il muro e la bacio con ardore, più dell'altra volta. Questa lontananza me l'ha fatta desiderare ancora di più e ora non voglio fermarmi. Le mie mani non stanno ferme come la prima volta, ora vagano sul suo corpo formoso e si fermano nelle zone più morbide e sensuali. Il suo sedere è tondo e sodo, lo stringo tra le mani mentre continuiamo a riempirci di baci caldissimi. La spingo contro il muro facendole sentire quanto sono eccitato strusciandomi un po' su di lei. Scendo con i palmi sulle sue cosce e lei allarga le gambe. Potrei osare, potrei farlo, ma non voglio. E lei lo capisce tanto che poco dopo è lei a prendere l'iniziativa. Scende con le mani sul mio petto, poi sugli addominali e arriva fino al bottone dei miei jeans che sbottona delicatamente. Smette di baciarmi e abbassa la zip guardandomi dritta negli occhi.
Potrei venire anche solo così, ogni suo gesto è così sensuale che mi eccito all'istante.
Ritorna ad aderire con le sue labbra alle mie quando scivola con una mano nei miei pantaloni. Mi accarezza l'erezione da sopra al boxer, poi però ci entra dentro e sento la sua mano calda sulla mia pelle.
«Ludo...»
«Chiudi gli occhi» sussurra ad un mio orecchio e sento già di star volando. La sua mano inizia a muoversi sulla mia intimità e perdo ogni forma di controllo.
Amir è di là, lo so. Faccio schifo come amico, lo so. Ma non mi interessa, ora non mi interessa nulla. Voglio solo venire tra le sue mani mentre mi sussurra all'orecchio che ne vuole di più. Si muove più velocemente con dei movimenti perfetti, va su e giù al ritmo giusto per farmi impazzire. Poi ad un tratto si ferma, si lecca la mano davanti ai miei occhi e ritorna al mio membro eretto continuando a darmi piacere con la mano rendendo tutto ancora più eccitante. Va più veloce, non si ferma, mi guarda negli occhi mentre mi vede arrivare al culmine.
«Vieni per me» mi sussurra all'orecchio e io vengo, vengo e come, e sì, solo per lei.
Quando il mio fluido biancastro le riempie la mano mi sorride e mi lascia un bacio a stampo per poi portarsi le dita alla bocca e leccarsele sotto al mio sguardo incredulo.
«Cena buonissima» dice facendomi ridere.
«Confermo la mia idea iniziale, mani fatate» ribatto e lei mi fa l'occhiolino per poi sparire nel buio del corridoio.

Di nuovo, ci sono cascato di nuovo e stavolta è stato anche peggio. Sono un amico di merda, faccio schifo, ma giuro che io quando sono con lei non riesco ad essere lucido, non riesco a discernere il bene dal male. Mi do una sistemata e ritorno di là dove Giorgi ha appena servito il secondo. Guardo Ludo seduta di fronte a me che mi guarda con occhi diversi, ha gli occhi del desiderio e sono sicuro di averceli anche io. Non le resisto, se potessi la porterei di là e la scoperei per tutta la notte. La scoperei, sì, ma non è solo quello.
«Oh Khvicha, ci sei?» Amir mi riporta sulla terra e io gli rispondo. Gli rispondo e mi rendo conto di aver davvero esagerato stavolta con Ludovica e mi ripeto che devo starle lontano. Lontano più che posso.


***
OPS🤭

Sai mantenere un segreto? | Khvicha KvaratskheliaWhere stories live. Discover now