23. Khvicha

296 24 8
                                    

Starle lontano per così tanti giorni mi ha fatto stare male ma mi ha anche fatto iniziare ad abituare all'idea e alla sensazione di non vederla tutti i giorni. E mi ci voleva perché dopodomani parto per il ritiro in Trentino e la rivedrò direttamente ad agosto e soprattutto devo abituarmi alla sua assenza in vista di settembre. Lei mi ha detto che per settembre lascerà Amir ma io non vedo nessun cambiamento nel loro rapporto, anzi, li vedo sempre più vicini. Per tutta la loro vacanza in famiglia non hanno fatto altro che scattarsi foto, scriversi a vicenda che si amano e cose così. Da quando siamo tornati a Napoli, due giorni fa, io e Ludo non siamo nemmeno riusciti a vederci da soli. Stasera dovrebbe venire da me ma deve darmi conferma e onestamente non ci metto il pensiero perché non voglio rimanerci male nel caso in cui non venisse. Giorgi ha trovato casa a cinque minuti d'auto da casa mia, a Santa Lucia. Si è allontanato un po' da Posillipo perché qui gli affitti sono molto alti e lui non voleva spendere tanto. Gli ho anche proposto di aiutarlo ma non ha voluto sentire ragioni, ha preferito trovare una bella casa ma in una zona un po' meno lussuosa. 

"Stasera alle dieci sono da te."

Quando mi arriva il suo messaggio per poco non faccio un incidente prendendo in pieno una Smart che aveva frenato di botto davanti a me. Le rispondo che va bene e continuo a guidare fino a casa mia. Ho appena finito con il barbiere e me ne sto tornando a casa. Cenerò con riso e petto di pollo e poi la aspetterò.
Il tempo sembra non passare mai ma poi le dieci arrivano e lei si materializza davanti ai miei occhi. Per quanto io voglia fare il duro e cercare di essere freddo, lei mi fa sempre un effetto pazzesco. 
«Finalmente» mormora facendo un passo verso di me.
«Sì, finalmente» annuisco e faccio anche io un passo verso di lei.

Ci guardiamo, anzi ci studiamo. L'aria è elettrica e nessuno dei due fa il passo determinante per azzerare le distanze. Restiamo a fissarci ancora un po', poi lei si inumidisce le labbra e si sposta i capelli dietro le orecchie per poi sorridere. Sorride e il mio cuore perde ogni remora. Faccio io due passi verso di lei e lascio che le nostre labbra si scontrino. I nostri respiri finalmente si uniscono e torno a respirare.
Mi era mancata così tanto che non mi sembra vero che sia davvero qui. Non mi sembrano vere le sue mani sul mio viso che poi scendono fino ai bordi inferiori della mia t-shirt e me la sfilano. Le sue dita sottili e affusolate sfiorano il mio petto e io chiudo gli occhi godendomi il suo tocco.
Ci baciamo ancora e solo dopo qualche minuto che lo facciamo la prendo di peso e la porto in camera mia. La faccio sdraiare e le sono subito sopra. Le bacio la bocca, poi il collo, le sfilo la maglia, le tolgo la gonna di jeans che ha addosso. Le bacio ogni pezzo di pelle che riesco a raggiungere mentre lei finisce di spogliarmi e in un attimo i nostri respiri si fanno pesanti.
 
Ho voglia di fare l'amore con lei e non parlo di voglia di entrarle dentro, no. Non parlo di piacere fisico, non parlo di corpi aggrovigliati, sudore e grida. Io parlo di un'altra cosa, io parlo dell'amore quello vero, quello che non si fa con i corpi ma con le anime e gli occhi. Ho voglia di guardarla negli occhi affondo dopo affondo, bacio dopo bacio e sentirla mia, mia per sempre. Ho voglia di dirle che la amo, che queste emozioni me le provoca solo lei, che io sto bene solo con lei, che sorrido solo quando c'è lei, che il mio cuore è vivo solo quando sono con lei. Ne ho una voglia matta ma non lo faccio. Le entro dentro dolcemente, i miei occhi sono incatenati ai suoi, le vedo godere e gemere sotto di me, sono allo stremo della sopportazione e quando la sento arrivare mi tiro indietro giusto un attimo prima di finire anche io per poi stringerla forte a me mentre ancora i nostri corpi tremano e palpitano. Ci guardiamo negli occhi ma nessuno dei due dice niente, come se ogni parola, in questo momento, fosse superflua.

Avrei voluto dirglielo ma non mi sento sicuro e non di quello che sento per lei, di cui sono più che sicuro, no. Non sono sicuro di quello che lei farà a settembre e non voglio sbilanciarmi troppo. Quando e se sceglierà me, allora le dirò a cuore aperto tutto ciò che mi suscita starle vicino, fino ad allora terrò duro e aspetterò, sperando di averla finalmente solo per me.

La stringo ancora fortissimo al mio petto fino a che entrambi non ci addormentiamo. Mi sembra un sogno poterla avere con me per tutta la notte e ogni tanto mi sveglio e controllo che ci sia ancora e che sia tutto reale. L'ultima volta che mi sveglio per controllare non la trovo e mi tiro su di soprassalto guardandomi intorno. Poi sento un rumore provenire dalla cucina e capisco: lei è lì. Mi alzo e la raggiungo abbracciandola da dietro facendola anche spaventare un attimo.

«Buongiorno Ludo» le sussurro in un orecchio e lei si gira per darmi un bacio e salutarmi a sua volta.
«Buongiorno. Ho preparato i pancake come piacciono a te» mi sorride mostrandomi i soffici dolci che ha preparato e io le do un altro bacio.
Ci sediamo a tavola e facciamo colazione continuando a lanciarci occhiatine dolci e sorridendoci a vicenda. Come la spiego questa cosa? Sembriamo due ebeti, davvero. E non capisco come possa stare ancora con lui avendo questo con me. Io tutto questo non me lo sto inventando, le sensazione che stiamo provando sono vere e reali e so che le sta provando anche lei.
«Quindi partite domani mattina?»
«Sì, alle nove dobbiamo essere a Castelvolturno, l'aereo per Verona è a mezzogiorno. Tu cosa farai?» Le domando mentre mangio l'ultimo pezzo di pancake.
«Non so, ho un paio di weekend liberi e con Raffa vogliamo organizzare dei viaggetti, poi per il resto lavorerò. Voi quando tornate?»
«Il ventisette» dico e lei annuisce.
«Venti giorni di lontananza non sono tanti, no?»
«Insomma...» faccio un mezzo sorriso e lei sospira stringendomi la mano sul tavolo.

Resta con me ancora un'oretta poi si riveste e va via. Ci salutiamo perché non penso che stasera ci rivedremo e mi preparo mentalmente a non vederla per almeno tre settimane. 
Come ho detto prima, questo tempo in solitudine mi servirà per abituarmici e devo approfittarne. Devo farlo per me stesso e soprattutto per la mia carriera, ho bisogno di concentrarmi su quello ora. Mi aspetta un'annata sportiva difficile in cui devo riconfermarmi ad alti livelli e portare il Napoli più in alto possibile. Ora devo concentrarmi solo su questo, a Ludovica ci ripenserò al mio ritorno.

Sai mantenere un segreto? | Khvicha KvaratskheliaWhere stories live. Discover now