5. Khvicha

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Oggi deve venire di nuovo da me per i massaggi e dopo la reazione che ho avuto ieri non so oggi come resisterò. Ho bisogno di scopare al più presto, non posso eccitarmi se una muove un piede o mi fa dei massaggi alle cosce. Io devo scopare, basta. Proprio mentre ci penso mi arriva un messaggio di Raffa su Instagram, ha risposto ad una mia storia e non so proprio che risponderle. Con lei potrei approfittarne ma onestamente non mi va di usarla visto che conosce Amir e Ludo. Devo trovare qualcuna in campo neutro, sì, magari domani sera vado a farmi un giro in qualche locale.
Sospiro mentre sono al centro sportivo a farmi fare le terapie. Voglio tornare a giocare in campo, stare fermo mi annoia da morire. A pranzo mangio fuori con Elif e poi me ne torno a casa aspettando che si faccia l'orario in cui deve arrivare Ludovica. Gioco un po' alla play e alle cinque precise lei è da me.
«Buonasera» si alza sulle punte e mi lascia un bacio su una guancia entrando in casa.
Iniziamo.
«Buonasera. Tutto bene a lavoro?»
«Tutto bene. Tu ti senti meglio?» mi domanda inclinando la testa e guardandomi. Ha l'aria molto stanca, mi dispiace che dopo una giornata di lavoro debba anche venire qui per colpa mia.
«Sì, decisamente» annuisco mentre ci incamminiamo verso il lettino per i massaggi. Mi ci sdraio e aspetto che lei si disinfetti le mani.
«Puoi alzarlo un altro po'?» mi guarda tra le gambe e per un attimo penso a male, come mi succede spesso quando sto con lei. Indica i bordi dei miei pantaloncini rendendomi la sua richiesta più chiara e faccio come mi ha chiesto. Li alzo più che posso riducendo il pantaloncino quasi in una mutanda e poi mi abbasso la felpa a coprire tutto come ieri. «Iniziamo» annuncia e dopo un attimo le sue mani sono su di me.
Mi tocca in un modo che mi manda su di giri e me la immagino sopra di me seduta che si fa fare qualsiasi cosa. Chiudo gli occhi e scuoto la testa, devo smetterla di pensare a certe cose. Devo ricordarmi che lei quelle cose le fa con Amir e non di certo con me, come è giusto che sia.
«Hai proprio delle belle cosce, lo sai?»
«Mh?» mi ha davvero detto che ho delle belle cosce? Me lo fa di proposito o non me lo spiego.
«Le tue cosce sono belle» ripete guardandomi negli occhi.
«Grazie...» è un complimento strano ma me lo prendo lo stesso. Lei continua a massaggiare, a toccarmi e io prego Dio che finisca il prima possibile. Dura un'altra mezz'ora e poi finalmente abbiamo finito. Si va a lavare le mani e io cambio il pantaloncino mettendone uno lungo di tuta.
«Amir a che ora viene?» anche oggi aspettiamo lui e poi ceniamo tutti e tre insieme.
«Penso tra un'oretta, ha portato Kira dal veterinario» dice per poi sedersi sul divano accanto a me.
«Ah ok... cosa vogliamo fare nel frattempo?» mi alzo e mi guardo intorno. Voglio starle lontano, per me è un pericolo e non posso rischiare nulla.
«Io onestamente niente. Vieni qua, siediti, guardiamo la tv» dice e non posso dirle di no perché non ho nessuna scusa plausibile. Mi risiedo accanto a lei e in un attimo me la ritrovo con la testa sulla mia spalla.
«Sono stanchissima, oggi ho fatto 8-16 e ho visto cose raccapriccianti in reparto» si passa le mani sul viso e sospira. Mi giro verso di lei e cerco di rilassarmi: non stiamo facendo nulla di male, mi ripeto.
«Ne vedrai tante di cose raccapriccianti in ospedale...»
«Tantissime. Io sono al reparto chirurgia e ti giuro che a volte vorrei piangere per le cose che vedo. Oggi è arrivato un bambino dal pronto soccorso del Cardarelli a cui un cane aveva reciso una mano e morso il viso. Urlava, si dimenava, ci pregava di salvarlo. Ti giuro che per poco non ho pianto, era straziante. Se chiudo gli occhi mi passa di nuovo tutta la scena davanti agli occhi» scuote la testa come ad allontanare quel pensiero e mi viene automatico accarezzarle il viso mentre con il mio affondo tra i suoi capelli che profumano di fresco.
«Shhh, non ci pensare più, ok?» gli sussurro in un orecchio e lei si posiziona meglio sulla mia spalla allacciando le braccia al mio collo e chiudendo gli occhi come a voler dormire. La sento fare un respiro profondo e prendere una ciocca dei miei capelli attorcigliandosela intorno all'indice.
«Quando sto con te riesco a non pensare al resto» mormora con un filo di voce, tanto che a stento riesco a capirla.

Che faccio? Che dico? Chiudo anche io gli occhi e appoggio la mia testa alla sua, mi lascio andare, abbasso le difese.

«Succede anche a me...» calo la testa verso il suo viso e lei la alza verso il mio.

In un attimo siamo occhi negli occhi e come sempre mi perdo in quelle pozzanghere nere come la pece. Il mio incubo più grande si sta tramutando in realtà e ho il cuore che mi va a vento. Giuro che ogni particella del mio corpo sta combattendo per non baciarla perché le sue labbra sono così vicine e così invitanti che non so davvero come resistere. Poi mi dà il colpo finale inumidendosele con la lingua e mi manca il respiro. Mi avvicino a lei ancora di qualche centimetro, sposto una mia mano sul suo viso che le accarezzo con il pollice e lei chiude gli occhi per poi riaprirli dopo un attimo. Deglutisco un flotto di saliva e attacco la mia fronte alla sua. Anche lei si avvicina sempre di più a me e posso respirare il suo respiro. È proprio quando siamo a pochi centimetri di distanza, quando posso già pregustare il sapore dolce delle sue labbra che ho come una scossa di coscienza a mi tiro indietro. Lei mi guarda spaesata e io mi alzo, allontanandomi.

«Vuoi un po' d'acqua?» le chiedo, fingendo che non sia successo nulla. Lei si sistema sul divano passandosi una mano sul viso prima di rispondere.
«Sì, grazie. Ora chiamo Amir vedo dove sta che sto iniziando ad avere fame» dice e io annuisco. Vado in cucina, bevo due bicchieri d'acqua fredda e cerco di calmarmi.

Cosa diavolo stavo facendo? Stavo baciando la ragazza del mio migliore amico? Sto perdendo la testa. Sto davvero perdendo la testa, non è possibile che lo stessi facendo davvero. Non è da me, non va bene. L'amicizia è la cosa più importante per me e non voglio tradirla.

«Ehi, l'acqua?» mi fa sobbalzare entrando in cucina e le riempio un bicchiere passandoglielo.
«Sì, scusa eccolo. Che ha detto Amir?»
«È qua fuori, sta parcheggiando» mi fa un sorriso striminzito, gira le spalle e se ne torna in salone.

Lui è qui e devo essere quello di sempre. Faccio un respiro profondo e torno di là.

«Ciao fra» mi viene a salutare con un abbraccio e io ricambio,  poi dà un bacio sulla bocca a Ludovica che solo a guardarlo mi sento sporco anche solo per aver pensato e desiderato farlo.
«Tutto bene i massaggi? Come ti senti?»
«Molto meglio, Ludovica è davvero brava» sorrido e lui sembra orgoglioso.
«Te l'avevo detto! Dai che alla prossima torni in campo che ci manchi» dice incoraggiandomi.
«Sì, torno di sicuro» dico e insieme andiamo in cucina. Tiro fuori la cena che ha preparato la colf e la metto sotto al forno per riscaldarla. Poco dopo siamo tutti e tre a tavola a mangiare.

Io onestamente non so quanto riuscirò ancora a reggere questa situazione che tra l'altro sembra ormai abitudine. Nei giorni successivi Amir continua ad invitarmi a casa sua con Ludovica e qualche volta devo rifiutare. Non ce la faccio, è più forte di me, mi sento dannatamente in colpa se solo la guardo. E il fatto che anche lei stesse per baciarmi e quindi non è un desiderio solo mio mi fa sentire ancora più in pericolo perché se ci provassi di nuovo so che lei non mi fermerebbe ma parteciperebbe. O forse no, magari era solo quella situazione a renderci vulnerabili entrambi, non lo so. So solo che per un po' devo staccarmi da loro o rischio davvero di fare un casino.

***
Regalino!🫶🏼

Sai mantenere un segreto? | Khvicha KvaratskheliaWhere stories live. Discover now