17. Khvicha

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«Khvicha...» di nuovo la sua voce, di nuovo in camera mia. È passata solo una notte da quando abbiamo litigato e sembra non aver capito nulla.
«Sei di nuovo qua?»
«Voglio solo chiederti scusa e cercare di capire» dice restando sull'uscio.
La guardo e sembra sinceramente dispiaciuta.
«Ci vediamo tra dieci minuti in cucina, parliamo lì» faccio un movimento con la testa indicando l'altra stanza e lei annuisce.
«Ti aspetto» chiude la porta e se ne va. 
Mi trascino fuori dal letto e vado al bagno facendomi una doccia veloce e vestendomi per gli allenamenti. Dopo dieci minuti sono da lei. Giorgi è uscito per prendere la colazione al bar e siamo da soli. Mi siedo di fronte a lei che posa il cellulare e mi guarda.
«Cosa vuoi capire? Mi sembra di essere stato abbastanza chiaro» dico.
«Cosa è successo? Perché non sei più come quello di una volta?» mi domanda e per poco non le rido in faccia.
Ma è seria? Davvero crede che in quattro anni le persone non cambino?
«Nitsa io non so cosa ti fa credere che io ancora ti voglia, ma sono quattro anni e mezzo che non provo più niente per te e te l'ho detto chiaramente già quando sono andato in Russia. Sei tu che continui ad insistere su una cosa che non esiste» glielo spiego con dolcezza, alla fine le voglio bene e sarà per sempre importante per me. Siamo cresciuti insieme e anche se ora non provo più amore per lei abbiamo condiviso così tante esperienze che farà per sempre parte della mia vita.
«L'ho capito questo, non sono stupida. Ma perché non vuoi nemmeno fare sesso con me? Quando sei tornato in Georgia l'anno scorso non ti sei tirato indietro, ora sembra quasi che ti faccio schifo...»
L'anno scorso ci ho fatto sesso, ha ragione, ma era solo sesso e gliel'ho ripetuto mille volte e ora mi accorgo di aver sbagliato e che non avrei dovuto farlo succedere.
«Non voglio illuderti in alcun modo, non faremo più sesso» dico netto.
«Stai con qualcuna?»
«No.»
«Non è possibile. Ieri con chi eri in videochiamata? Parlavi in italiano, chi era?» incrocia le braccia sotto al seno e assottiglia gli occhi studiandomi.
«Non devo darti nessuna spiegazione, non sei nessuno. A te basta sapere che non ti voglio più né per sesso né per altro. Ti voglio bene Nitsa e non voglio rovinare tutto quello che c'è stato tra di noi, non insistere.»
«Perdonami se ho insistito ma mi sono sentita offesa dalla tua indifferenza ma ora ho capito e non dirò altro. Vengo con te agli allenamenti stamattina, ok?»
«Va bene...» riesco solo a dire perché poi torna Giorgi con la colazione e mangiamo tutti e tre insieme per poi andare verso Castelvolturno.
Una volta lì io vado negli spogliatoi e loro si accomodano sulle panchine a bordo campo.
Mi alleno con Nitsa che urla ad ogni mio tiro o passaggio e con Giorgi che cerca di calmarla in sottofondo. Alla fine vanno tutti a salutarli e Amir si ferma a scambiare qualche parola.
«Sarebbe divertente venire qualche volta con voi in trasferta, ma non si può fare?» 
È Giorgi a proporlo e Amir alza le spalle.
«Penso di sì, si può organizzare, no?» guarda me e io annuisco.
«Sì ma io intendo nel vostro stesso hotel, si può fare? Magari veniamo io e Ludo» dice ancora e appena la nomina un formicolio mi prende tutto.
«L'anno scorso qualcuno l'ha fatto, sì, possiamo organizzare. Magari a Torino domenica o a Genova alla prossima» Amir dà diverse opzioni e Giorgi sembra entusiasta.
«Mi informo sulle città e scelgo, tu dillo anche a Ludo, ok?»
«Sì, certo. Ora ci andiamo a lavare che puzziamo. A dopo» li salutiamo e andiamo negli spogliatoio. Ci laviamo, ci rivestiamo e io torno dai miei amici andando verso la mia auto. Nitsa non ha smesso un attimo di parlare e si sta lamentando che vorrebbe venire anche lei in trasferta e che vuole restare di più ma onestamente per me non è proprio il caso. Non le rispondo proprio e guido verso casa. Poco prima di arrivare mi inizia a vibrare il cellulare in tasca e appena parcheggio vedo di che si tratta. Sono diversi messaggi da Ludovica che  leggo subito.

"Ma Amir mi ha detto della trasferta??? Sei d'accordo???"
"Se ci becca?"
"Dobbiamo stare attenti..."

Leggo i tre messaggi e mi viene da sorridere, ma che ha intenzione di fare in questa trasferta? Forse non le è chiaro che a stento potremo vederci visto che noi siamo lì con la squadra e siamo lì per lavoro.

"Tesoro per me va benissimo se venite, ma sappi che ci possiamo vedere una decina di minuti dopo cena, poi noi dobbiamo concentrarci sulla partita. Non ci beccherà perché non possiamo fare niente" le spiego la situazione e lei risponde.

"Ok già avevo l'ansia."

"Tranquilla. Sei a casa? Dopo pranzo vorrei venire un po' da te."

"Torno alle quattro a casa, facciamo quattro e mezza da me?"

"Perfetto, a dopo."

Sono tranquillo andando da lei anche di pomeriggio perché so che oggi Amir è in giro col capitano e che non torneranno prima di cena.
Pranzo con Giorgi e Nitsa e poi ci mettiamo a guardare un film. Li informo che io nel pomeriggio devo uscire e loro si organizzano per andare a fare una passeggiata non so dove.
Il film finisce e vado a prepararmi per poi uscire ed avviarmi verso casa di Ludovica. Mi apre il cancello e arrivo fino alla sua porta senza incontrare nessuno.

«Ludo, finalmente» la abbraccio appena entro e lei incolla le sue labbra alle mie. Come sempre si aggrappa al mio busto allacciando le caviglie dietro la mia schiena e la porto in camera da letto dove nel giro di pochi minuti ci spogliamo e facciamo l'amore. 
Quando sto con lei mi sembra di ritornare a respirare e a vivere, come se lo facessi solo quando sono con lei e poterlo fare solo di nascosto sta iniziando a pesarmi. Non ne abbiamo mai parlato, né ho intenzione di farlo adesso ma davvero è una situazione che non posso sopportare ancora per molto.

«Amir mi ha detto che a giugno vai con lui in Kosovo a conoscere la sua famiglia» le dico e lei annuisce.
«Sì, lui conosce già la mia famiglia ora tocca a me» so che parlare di queste cose non la fa sentire a suo agio, ma non possiamo fare finta di niente per sempre.
«Tu sei sicura di questa cosa? Conoscere la sua famiglia è una cosa seria...» insisto e lei sospira per poi distogliere lo sguardo da me e annuire.
«Sono sicura.»
«Ok, allora o sono stupido io o sei brava tu a fingere.»

Come fa ad andare lì con lui a conoscere la famiglia quando fino a due minuti fa urlava il mio nome presa dall'orgasmo che le ho fatto avere io? Non me lo spiego.

«Khvicha le cose stanno così e tu lo sapevi, non mi pare di averti mentito in alcun modo» si mette prima seduta nel letto e poi esce rivestendosi.
«Non sto dicendo questo, infatti. Sto dicendo che non capisco come fai a fare l'amore con me e poi andare a conoscere la sua famiglia. Non è coerente.»
«Niente di quello che stiamo facendo è coerente. Ti comporti da amicone con lui e poi ti scopi la sua ragazza, questo è coerente?» risponde stizzita come se si fosse sentita colpita dalle mie accuse.
Ha ragione, il suo ragionamento è corretto ma non ha comunque risposto alla mia domanda.
«Con chi fingi, con me o con lui? Quando ti tocca, quando ti bacia, quando ti entra dentro...» mi fermo e la guardo negli occhi raggiungendola. «Cosa senti?»
Si prende una pausa, incrocia le braccia per poi passarsi le mani sul viso. È agitata e metterla in difficoltà è l'ultima cosa che avrei voluto fare ma questa domanda mi sta divorando e devo sapere.
«Niente. Lo faccio perché devo ma solo con te provo davvero qualcosa» mi risponde nell'unico modo in cui avrei voluto facesse e non me la sento di aggiungere altro. La abbraccio e la stringo forte a me.  «Non devi avere dubbi su questo» continua guardandomi negli occhi e tirando su col naso.
«Non ne ho è che sentendo certe cose ogni tanto ho bisogno di rassicurazioni» le accarezzo i capelli morbidi e lisci e lei si alza sulle punte lasciandomi un bacio dolcissimo.
«Posso darti tutte le rassicurazioni di questo mondo... solo ora non mi chiedere niente perché non posso muovermi» dice facendomi capire a che si riferisce.
Non le chiederei mai di lasciarlo soprattutto dopo stasera.
«Non te lo chiederei mai, è solo che non sono abituato ad essere il secondo, a stare in panchina. In campo come nella vita.»
«Nel mio cuore sei il primo, titolarissimo» mi sorride e non aggiungo altro. 
Quello che dovevo dirle gliel'ho detto e come diceva lei, io sapevo bene in che guaio mi andavo a mettere quindi ora è solo colpa mia se ci soffro. Devo sopportare e basta.

«Giorgi ha scelto Torino alla fine, mi ha anche mandato il link dell'hotel dove alloggeremo, sarà una bella esperienza» ritorna a sorridere e fa sorridere anche me.


***
Khvicha sta iniziando ad essere insofferente per la situazione con Amir, ha ragione o no? 🙄

PS: RUDI GARCIA???? Io sono sotto shock. Voi che ne pensate?


Sai mantenere un segreto? | Khvicha KvaratskheliaOnde histórias criam vida. Descubra agora