25. Khvicha

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Il ritiro è andato alla grande e ci ha preparati alla stagione che è appena iniziata. Siamo a fine agosto e il campionato è iniziato da poco. Abbiamo vinto la prima partita di Serie A fuori casa e tutto sta andando nel verso giusto. Con Ludovica stiamo riuscendo a vederci spesso, lei viene spesso da me e passiamo qualche ora insieme per poi salutarci. Mancano pochi giorni a settembre e lei continua a confermare che lo lascerà non appena inizia il mese.
Arriva il weekend e la prima partita di campionato in casa ci aspetta. Giochiamo contro il Sassuolo che non è mai facile da affrontare. Il nuovo mister mi prende da parte e mi dà consigli individuali su come saltare il mio avversario diretto e io lo ascolto attentamente. Nella prima partita non ho fatto né gol né assist e voglio assolutamente rimediare oggi.
Scendiamo in campo e dopo nemmeno dieci minuti siamo in vantaggio con un gol di Victor, stranamente. Ormai segna ogni volta che scende in campo, è un vero goleador. Dopo un quarto d'ora, finalmente, tocca a me. Zielu mi passa una palla perfetta che devo solo stoppare e tirare verso la porta con potenza. Il portiere non la vede nemmeno partire e segno. Tutta la squadra mi raggiunge e ci abbracciamo ma appena mi libero vado sotto la tribuna e con le mani faccio la lettera 'L' dell'alfabeto georgiano indicando Ludo che esulta insieme a Giorgi.
Sono felicissimo e finalmente sono riuscito a segnare dopo tanti mesi di stop che mi stavano tormentando.
La partita finisce tre a zero e ce ne torniamo a casa soddisfatti. A casa mi raggiunge Giorgi che ultimamente si sta facendo vedere poco perché ha preso del nuovo lavoro qui a Napoli e si sta espandendo nel suo campo. Lavora molto e ha poco tempo per il resto, un po' come me. Stasera però mi concede la sua presenza e mi fa piacere. Ci facciamo portare una pizza e la mangiamo davanti ad un film che ha scelto lui, chiacchieriamo e siamo quelli di sempre fino a che, verso le undici e mezza mi saluta e va via.
I giorni successivi passano tranquilli e settembre è sempre più vicino.

«Io onestamente non so più che dirti, ci sei tornato insieme e continua a trattarti di merda. Ma tu sei innamorato e non ascolterai nessuno dei consigli che io possa darti» allargo le braccia quando mi ritrovo di nuovo Giorgi a casa mia a lamentarsi del suo tipo. Questa settimana è già la seconda volta. Sembra che gli piaccia soffrire per quel tizio.
«Non lo riesco a lasciare, lo capisci? Non ci riesco ma so che dovrei.»
«Giorgi, davvero, fai come ti senti di fare. Io non so che dirti, sono la persona meno indicata a dare consigli d'amore, credimi.»
Mi guarda assottigliando gli occhi e poi parla.
«Ma tu con quella ragazza poi che hai fatto?»
«È una storia complicata, lei lo è. Ci vediamo ogni tanto ma niente più di questo, per ora. Poi magari più in là ti spiego bene la situazione...» cerco di rimanere vago perché davvero ora non saprei che inventarmi.
«Le cose semplici a noi non piacciono proprio eh?» mi sorride e lo faccio anche io.
«A quanto pare no» sospiro e mi siedo sul divano. Sono quasi al punto di raccontargli tutto ma non posso, non ancora almeno. «Stavolta perché avete litigato?»
«È stato con una ragazza» dice e subito mi sembra una cosa strana.
«Con la sua ragazza intendi? È normale, stanno insieme...»
«No. Con un'altra ragazza che non è la sua fidanzata. Ha detto che doveva stare con una donna per capire se gli piaceva ancora.»
«E non poteva stare con la sua ragazza, scusa?»
«La stessa cosa che gli ho detto anche io! Ha detto che la sua ragazza non fa testo, doveva stare con una sconosciuta per capirlo» scuote la testa e si lascia cadere anche lui sul divano.
«Vabbè ma è uno stronzo sto tizio» mi fermo e poi continuo «che poi come si chiama? Lo chiamiamo sempre 'tizio' o 'tipo'...» lo guardo e lui resta imbambolato per qualche secondo, poi scuote la testa e risponde.
«A-Andrea.»
«Stronzo» ripeto e lui abbozza una mezza risata.
Passiamo insieme ancora un'oretta poi se ne va e io mi preparo la cena. Mi faccio un filetto di pollo al forno con le patate e mangio velocemente per poi andarmi a mettere a letto. La mattina dopo mi sveglio presto e vado agli allenamenti. Arrivo per secondo, non riesco mai a battere il capitano. Se io arrivo alle otto e mezza, lui è qui dalle otto e venti. Se arrivo alle otto e venti, lui è qui dalle otto e un quarto. Non so come fa ma è incredibile.
Siamo solo io e lui e Tommaso ci fa il caffè per poi scherzare un po' con noi. Dopo un quarto d'ora arriva Juan, poi Mario e alla spicciolata tutti gli altri. L'allenamento inizia e ci diamo dentro per quasi due ore. A fine allenamento Amir mi avvicina come sempre.
Il mio rapporto con lui è sempre lo stesso anche se ultimamente mi sento sempre più in colpa perché so che a giorni Ludo gli dirà tutto e non so come reagirà. Cioè, lo immagino, immagino che mi dirà che sono un amico schifoso e che mi odierà per sempre.
Non sono pronto a perderlo ma so che al momento Ludovica è la mia priorità.

«Quando vogliamo stare un po' insieme?» mi domanda e io alzo le spalle.
«Non so, stasera?»
«No...» si ferma, farfuglia qualcosa di incomprensibile e poi continua. «Stasera non posso. Domani a pranzo?»
«Sì va bene, per me è uguale» annuisco e torno a vestirmi.

Appena esco scrivo a Ludovica per vedere se stasera vuole fare qualcosa insieme ma mi dice che stasera non può e capisco che devono fare qualcosa insieme. Non faccio altre domande, non insisto, sono gli ultimi giorni e non voglio crearle problemi. Mi promette che domani sera sarà da me e non ribatto nient'altro.
Me ne torno a casa e faccio diverse videochiamate con i miei parenti in Georgia. Mia madre mi conferma che tra due settimane verranno a trovarmi e mi sento immediatamente più felice. Lei è stata l'unica che ha capito subito che nascondevo qualcosa e quando ha visto Ludo ha capito tutto. Le ho chiesto di non dire nulla e di tenersi tutto per sé e lei ovviamente sta facendo così.
Arriva l'ora di cena e anche stasera mangio da solo. La solitudine è una brutta cosa e se non fosse per i miei amici davvero mi sentirei perso. Ed è per questo che dopo cena decido di andare da Giorgi senza dirgli niente, per fargli una sorpresa. Salgo in auto e guido per pochissimi minuti, perdo più tempo a cercare parcheggio che ad arrivare a casa sua. Finalmente ne trovo uno e lascio la macchina lì. Scendo e vado verso il palazzo antico dove abita Giorgi. Più mi avvicino più noto qualcosa di strano.

No, forse mi sto sbagliando...

E invece no, non mi sbaglio. Quelle parcheggiate sotto casa sua sono proprio le auto di Amir e di Ludo. Che ci fanno tutti e due a casa di Giorgi? E perché io non ne so nulla?

Sai mantenere un segreto? | Khvicha KvaratskheliaWhere stories live. Discover now