7. Khvicha

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"Non è che ignorandomi migliori la situazione" mi arriva l'ennesimo suo messaggio dopo tre giorni da quello che è successo e mi sale l'ansia. Deve capire che mi deve stare lontano, non posso fare quell'errore di nuovo.

"Siamo delle brutte persone, lo sai?"

"Lo so ma ormai è fatta. Non puoi ignorare me ed evitare lui per sempre, lo fai stare male."

"Lo evito proprio perché non voglio che stia male."

"Per favore, Khvicha, la prossima volta che ti invita a casa o altrove accetta. Io mi faccio da parte, giuro che non ti guardo nemmeno negli occhi."

"Lo hai giurato."

"Se ti invita accetti di andare a cena da lui?"

"Ma non puoi non venire tu se ci sono io?"

"Vorrei credimi, ma come faccio? Che scusa mi invento? Ti giuro che ti sto lontana."

"Ok, se mi invita accetto se mi stai alla larga."

"Sì. Grazie, ciao."

"Ciao."

Maledetto io e maledetta lei ad esserci messi in questa situazione, cazzo!
Poso il cellulare ed entro al centro sportivo dove poco dopo tutta la squadra è riunita per gli allenamenti.
Ci alleniamo e dopo due ore torniamo negli spogliatoi per farci la doccia e tornarcene a casa.
«Stasera che scusa hai per non venire a cena da me?» mi domanda Amir con un asciugamano attaccato in vita e i capelli ancora completamente bagnati.
«Nessuna scusa, ci sono» alzo le spalle come a dire che non so di che parla.
«Ah wow, non me lo aspettavo. Allora alle sette da me, voglio dirlo anche a qualcun altro» si guarda in giro e punta Zielu.
«Ma perché che succede?»
«No, niente, voglio fare una serata tutti uomini» mi fa l'occhiolino e se ne va dal polacco.

Ha detto solo uomini? Ha detto solo uomini?! Non ci credo, è fantastico. Potrò finalmente rilassarmi senza dovermi difendere da Ludovica.

E infatti quella sera siamo tutti uomini e stiamo benissimo. Ludovica ha il turno di notte e perciò non c'è. Li potrebbe fare più spesso sti turni di notte, dico tra me e me due sere dopo, quando invece lei c'è e come.
«Ciao, come stai?» mi accoglie lei alla porta e già mi sembra di non saperle resistere anche se si tiene a distanza e non fa nulla di sconsiderato.
«Bene tu?»
«Bene, vieni entra» la seguo fino in salone dove c'è Amir alle prese con una lampada che sta montando.
«Buonasera Khvicha» mi saluta e io ricambio.
Lo aiuto a finire di montare la lampada e poi andiamo in cucina dove la cena è pronta.
«Questa settimana non ci sei stato proprio, stai diventando troppo impegnato, sono geloso» mi dice e io rido.
«È solo mio fratello che mi tormenta con le videochiamate, nessun altro impegno. Da domani sarò davvero impegnato» dico e lui mi guarda curioso.
«Cioè?»
«Viene a trovarmi un mio amico d'infanzia che si chiama Giorgi» spiego e i due mi ascoltano attenti.
«Perfetto così possiamo farlo accoppiare con Raffa!» ribatte Amir mentre Ludovica sbuffa.
«Ma la smetti di metterla sempre in mezzo? Lasciala stare» gli dice.
«Anche perché credo che a Giorgi possa interessare più tu che Raffa» mi rivolgo al mio compagno di squadra che cambia immediatamente espressione spalancando gli occhi.
«In che senso?»
«Giorgi è gay, gli piacciono gli uomini.»
«Ed è tuo amico?» lo dice come se fosse una cosa impossibile mentre per me è normalissimo. Annuisco alla sua domanda e rispondo.
«Sì che lo è, da quando avevamo sei anni.»
«E non ti dà fastidio che è... gay?» stavolta è Ludovica a parlare e mi sembra di essere nel medioevo.
«Onestamente non mi interessa chi si porta a letto, lui è mio amico da sempre e sempre lo sarà. Non mi dà fastidio e non dovrebbe darlo neanche a voi» dico ad entrambi che sono ammutoliti.
«No certo, io ho un sacco di amici gay...» mormora Ludo a bassa voce.
«E quando ce lo fai conoscere?» Amir sembra aver superato il trauma e mi sorride.
«Mi posso fidare o mi fai fare figuracce?» lo guardo assottigliando gli occhi e lui mette una mano sul cuore e alza l'altra come in un giuramento.
«Ti puoi fidare» dice.
«Va bene, allora una delle prossime sere venite a cena da me e ve lo presento» propongo ed entrambi fanno di sì con la testa.
Continuiamo la cena e dopo ci mettiamo sul divano a guardare una partita di Coppa Italia. Amir è seduto al centro tra me e Ludovica e sono contento che sia così. Devo starle lontano. Ad un certo punto della partita, però, sento qualcosa formicolarmi in testa e vedo che lei ha appoggiato un braccio sulle spalle di Amir e che le sue dita sono stata i miei capelli.
Dannazione, dannazione.
Non posso muovermi, non posso far notare nulla ad Amir così cerco di rilassarmi e le lascio fare. Dopo qualche minuto inizia a squillare un cellulare ed è quello del mio compagno di squadra.
«Scusate, è mio padre.»
Amir si alza e se ne va in camera sua lasciandoci da soli.
Dannazione e ancora dannazione!
Io e Ludovica non ci guardiamo, abbiamo entrambi gli occhi fissi sulla televisione anche se l'aria è abbastanza elettrica. Io non farò nulla e spero che nemmeno lei lo faccia.
«I tuoi capelli sono così morbidi...» mi dice dopo qualche minuto, spezzando l'accordo che c'era tra di noi.
«Ludovica me l'hai giurato» non la guardo e continuo a fissare la televisione come a tenerla distante. Se la guardassi negli occhi sarei spacciato.
«Infatti non sto facendo niente» risponde seccata.
Per fortuna Amir torna subito e posso tornare a rilassarmi quando si siede tra di noi.
La serata termina dopo qualche ora e me ne torno a casa. Sono orgoglioso di me, ho saputo resisterle.

Il giorno dopo vado agli allenamenti e poi vado in aeroporto a prendere Giorgi. Non ci vediamo da quasi un anno e quando ci vediamo ci abbracciamo forte. Lo porto subito in un ristorante sul lungomare e poi gli faccio fare un giro veloce della città. Insieme abbiamo studiato un itinerario e nei prossimi giorni cercheremo di seguirlo. Lui è un ragazzo che ama l'arte e la cultura e vuole scoprire tutte le bellezze di Napoli.
Il giorno dopo lo porto con me agli allenamenti che segue con attenzione, gli piace molto il calcio e fa da sempre il tifo per me. Appena finisco faccio velocemente la doccia e sto per andarmene perché lui mi sta aspettando ma Amir mi ferma.
«Quando la facciamo quella cena? Mi sembra un tipo simpatico, io e Ludo non vediamo l'ora di conoscerlo meglio» mi dice con un bel sorriso.
«Stasera siamo già impegnati... domani sera?» gli domando e lui annuisce dopo qualche istante.
«Sì domani Ludo ha la mattina quindi ci siamo. Ci vediamo da te a che ora?»
«Sette? Vedete voi, noi siamo già a casa dal pomeriggio» rispondo.
«Ma non è che...» fa un gesto strano con le mani che avrà sicuramente imparato qua a Napoli e io non capisco. Poi continua ed è chiaro. «Mi nascondi qualcosa con Giorgi?»
Resto senza parole, ma è stupido per caso? Mi portasse la sua ragazza, gli faccio vedere io chi è che è gay e chi no.
«Non ci sarebbero problemi eh, sia chiaro» conclude.
«Amir ma che cazzo dici? Ma sei pazzo?» scuoto la testa e sorrido perché davvero ogni tanto tira fuori delle cazzate enormi e non se ne rende nemmeno conto.
«E che ne so oh» alza le mani come a professarsi innocente.
Sto quasi per dirgli di chiedere alla sua ragazza se sono gay, ma poi mi trattengo per non combinare guai.
«Vabbè dai, oggi sei fuori di testa, lasciamo stare. Ci vediamo domani, buona giornata» gli do un abbraccio veloce e me ne vado raggiungendo Giorgi che ha scattato delle foto bellissime durante tutto l'allenamento che mi mostra non appena arriviamo a casa.
Guardo le foto e penso a ciò che ha detto Amir. Non ci posso credere che ha potuto anche solo pensare che io sia gay. Ho poche sicurezze nella mia vita ed essere etero è una di quelle. E infatti sto ancora ore e ore a ripensare a quel bacio tra me e la sua ragazza. Bacio che mi tormenta, bacio che vorrei riassaggiare ancora, ancora e ancora.
Pensavo che con quel bacio potesse passarmi la voglia di stare con Ludovica e invece non ha fatto che accrescerla. È incredibile quanto la desidero, ci penso notte e giorno. Ed è dura perché so di non poterla avere, ed è ancora più dura perché la vedo almeno tre volte a settimana e questo mi rende tutto più difficile.

Sai mantenere un segreto? | Khvicha KvaratskheliaWhere stories live. Discover now