14. Khvicha

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Sto impazzendo, anzi, Giorgi mi sta facendo impazzire.
«Vuoi uscire da questo cazzo di bagno e mi spieghi cosa sta succedendo?» è da due ore chiuso là dentro e non mi dice cosa è successo. So solo che ieri ha distrutto il suo cellulare e ora sta usando il mio con la sua scheda. Finalmente sento lo scatto della serratura e la porta si apre. Mi guarda per un attimo e poi mi supera andando verso il salone.
«Oh, mi spieghi?» lo fermo da una spalla e lui annuisce.
«Il tizio con cui mi sto vedendo, mi ha dato buca all'ultimo e mi ha fatto incazzare. Quando ho staccato la telefonata con lui ho sbattuto il mio cellulare contro il muro e l'ho distrutto» mi racconta la cosa come se fosse normale amministrazione per lui mentre io lo guardo a bocca aperta.
«Ok, col tuo cellulare puoi fare quello che vuoi ma posso riavere il mio per favore?»
«Aspetta un attimo ora te lo ridò. Domani vado a comprarne un altro, promesso» sospiro e lo lascio col mio cellulare ancora un po'. Per fortuna sono riuscito ad avvisare mia madre che non ho il cellulare per non farla preoccupare e anche Amir. Ieri dovevamo essere a cena da lui ma Giorgi non era in sé e ho dovuto disdire. L'unica che non ho potuto avvisare, perché non ricordo il numero a memoria a differenza degli altri due, è Ludovica. Dovevamo vederci e non mi sono presentato, chissà quanti messaggi mi avrà scritto e chissà cosa starà pensando ora... di sicuro penserà che l'ho di nuovo illusa per poi scomparire, ne sono sicuro. È successo tutto ieri pomeriggio e poi oggi sono stato troppo impegnato per andare a comprare un altro cellulare e Giorgi troppo depresso per uscire di casa, quindi siamo ancora in questa situazione ma ne ho abbastanza.
«Giorgi, ora basta, dammi il cellulare mi serve» glielo tolgo da mano e lo spengo togliendo la sua sim per inserire la mia. Riaccendo il cellulare e iniziano ad arrivarmi mille notifiche, tra cui quelle di Ludovica. Leggo qualche frase random e mi ritrovo ad essere un "pezzo di merda", uno "stronzo" e uno che lei non vuole "vedere mai più". Si è incazzata e ha anche ragione, sono quasi due giorni che non le rispondo.
«Io esco, non mi aspettare torno tardi» gli dico e lui sghignazza.
«Vai a scopare?»
«Quello dovresti farlo tu, io non ne ho bisogno» gli faccio il dito medio e me ne vado accompagnato dalle sue risate di sottofondo.
Esco di casa a piedi, non voglio lasciare la mia auto nei paraggi di casa di Ludo perché Amir è a casa e non voglio rischiare. Cammino a passo svelto e dopo meno di dieci minuti sono da lei. Un signore sta uscendo con il cane e mi riconosce facendomi entrare dal cancello, così posso presentarmi direttamente fuori la porta senza bussarla già da qui. Entro nella sua scala, prendo l'ascensore e arrivo fuori casa sua. Busso e aspetto. Cinque, otto, dieci secondi e poi apre. Appena mi riconosce spalanca gli occhi e in un attimo mi rifila un ceffone in pieno volto per poi richiudere la porta. O almeno ci prova, perché mi metto in mezzo e non gliela faccio chiudere.
«Mi fai spiegare almeno o devo prendermi gli schiaffi e basta?» dico e lei inizia ad insultarmi.
«Ti avevo detto di non farti più vedere, stronzo! Bastardo!»
«Non avevo il cellulare per questo non ti ho risposto! Non volevo darti buca, anzi non vedevo l'ora di vederti. Guarda, ho avuto solo ora il cellulare, non ho letto nessun messaggio solo i tuoi» gli mostro il mio cellulare con il blocca schermo ricolmo di notifiche e si calma per un attimo.
«Perché non avevi il cellulare?»
«Posso entrare o te lo devo spiegare da fuori la porta?»
«Tu qua dentro non ci entri! Stronzo!» torna a tirarmi colpi e schiaffi nello stomaco da cui mi difendo senza problemi.
«Ma ti calmi? Non avevo il cellulare perché Giorgi ha distrutto il suo e mi ha chiesto di prestargli il mio per delle cose urgenti» le dico e sembra calmarsi di nuovo. «Ora mi fai entrare?» le dico di nuovo e lei assottiglia gli occhi per poi incrociare le braccia sotto al seno.
«Se sei venuto qua per scopare te ne puoi anche andare» dice e mi faccio più serio che posso.
«Certo che ho voglia di fare l'amore con te, non desidero altro. Però se non ti va non fa niente, ma posso entrare?» allungo una mano e le accarezzo il viso. Non appena la sfioro la sento fare un sospiro leggero e poi mi fissa negli occhi.
«Entra» mi fa segno di entrare e io la seguo dentro. Cammina verso il salone e io la seguo. Ha addosso un pigiama composto da un leggings e una giacca coi bottoni, i capelli raccolti in una coda disordinata e il viso senza un filo di trucco. È bellissima e non mentivo quando ho detto che la voglia di rifare l'amore con lei mi sta divorando.
«Perché hai detto ad Amir che avevi ospiti e per questo non venivi da lui?»
«Giorgi non vuole far sapere quanto è cretino, ho dovuto inventare una scusa» dico sedendomi sul divano con lei a qualche spanna da me.
«E come l'hai chiamato se non avevi il cellulare?»
«L'ho chiamato dal telefono di casa, ricordo il suo numero a memoria. Ho avvertito anche mia madre così, volevo dirlo anche a te ma non ricordo il tuo numero a memoria» cerco di spiegarmi e lei sembra capire.
«Okay» abbassa lo sguardo e si tocca i capelli con fare nervoso poi rialza la testa e continua a parlare. «Scusa se ho dubitato di te ma quando Amir mi ha detto che avevi ospiti ho pensato al peggio e sono diventata gelosa.»
Ha pensato al peggio? Si è ingelosita? Non sto capendo.
«Ingelosita di cosa?»
«Pensavo che la tua ospite fosse la sorella di Giorgi» dice e capisco.
«Ah, ma no... anche se fosse comunque per me è come una sorella» dico e la vedo cambiare espressione.
«Tu sei fuori di testa, però lasciamo stare, non voglio parlarne ora. Tutto bene a lavoro?» mi domanda e io annuisco avvicinandomi di qualche centimetro a lei. Più mi è vicina più posso sentire il suo profumo e più posso osservare la sua bocca che mi manca da morire. Sta parlando, sta dicendo qualcosa ma giuro che non la sento, riesco solo a guardare le sue labbra che si muovono sinuose e che voglio assolutamente baciare.
«Se non vuoi fare l'amore lo capisco ma posso almeno baciarti?» interrompo il suo discorso senza nemmeno chiederle il permesso ma da come arrossisce e mi sorride so che non le ha dato fastidio, anzi, il contrario. Annuisce, si inumidisce le labbra e mi rendo conto di non poter più aspettare. Mi abbasso su di lei, le appoggio tutte e due le mani sulle guance mentre lei si allaccia alla mia nuca. Siamo occhi negli occhi e come sempre naufrago in quelle iridi scure come la notte. Sento il suo cuore battere allo stesso ritmo del mio e non attendo altro, la bacio. Ogni volta che la bacio mi sembra che tutti i pianeti si allineino, tutti i fuochi d'artificio del mondo esplodano all'unisono, tutte le farfalle del mondo battano le ali insieme. Mi sento intontito, assuefatto da quelle labbra così dolci e morbide e dal suo sapore delizioso. Rabbrividisco quando le nostre lingue si incontrano e iniziano a ballare insieme una danza a me sconosciuta ma che non ho intenzione di interrompere. Ora siamo attaccati, lei è stretta a me e io la tango per i fianchi affondando con le mie dita nella sue curve morbide. Mugola qualcosa mentre continuiamo a baciarci, poi si stacca da me e mi guarda con le labbra gonfie e gli occhi rossi. Ha il fiatone e anche io, ci siamo baciati per un'eternità di tempo e ora ci manca l'aria.
«Vuoi che vado via?»
«No» scuote la testa decisa.
«Vuoi che ti baci ancora?»
«Sì.»
Non me lo lascio ripetere due volte e unisco le mie labbra alle sue ma stavolta con più passione. Prima era stato un bacio dolce e lento, un bacio ingenuo. Ora non lo è per niente, anzi, è proprio il completo contrario. Mi mangio le sue labbra come se fossero fragole in estate, poi scendo sotto un suo orecchio dirigendomi verso il collo. La riempio di baci anche lì mentre la vedo chiudere gli occhi e rilassarsi sotto il miei baci. Le sue mani stringono forte i miei capelli mentre continuo a torturarle il collo e poi risalire verso le sue labbra.
«Andiamo di là» dice all'improvviso sottraendosi dalle mie labbra e fissandomi col respiro pesante.
«Ti va?»
«È l'unica cosa che voglio» conclude e non me lo faccio ripetere ancora. La prendo di peso e la porto lungo il corridoio verso quella che lei mi indica come la sua camera da letto. Nel frattempo continuiamo a baciarci più affamati che mai, lei è aggrappata a me e si struscia sulla mia erezione ormai più che evidente. Arriviamo in camera da letto e la appoggio sul letto, lei si tira su e si siede con la schiena contro il muro mentre aspetta che io mi tolga le scarpe e i vestiti per poi raggiungerla. Mi guarda senza battere ciglio e quando torno da lei mi accoglie con un bacio bollente. Bacio che non faccio durare troppo perché ho voglia di andare oltre, stasera più che mai. Fare l'amore con lei in auto è stato bello ma io voglio di più, voglio avere il tempo di baciarla ovunque, di accarezzarla, di spogliarla lentamente, di studiare ogni centimetro della sua pelle e di sentirla gemere fino all'orgasmo.
Mi spingo di nuovo con i miei baci sul suo collo e mi fermo dove iniziano i bottoni della sua camicia da notte. Lentamente con le mani raggiungo il primo bottone e lo slaccio, poi il secondo, il terzo e così via. Lascio che la stoffa scivoli sotto le mie mani e me la ritrovo a seno nudo di fronte. La guardo per qualche istante, poi con due dita le sfioro la pelle liscia e chiara del seno vedendola accapponarsi. Un brivido prende anche me e decido di affondare con il viso nell'incavo tra i suoi seni che stringo forte tra le mani. Le lascio dei baci anche lì, torturandole i capezzoli turgidi per poi scendere verso il basso. Arrivo al bordo dei leggings e sempre molto lentamente glieli tiro via per poi divaricarle le gambe e mettermi tra di esse. La guardo negli occhi e ci vedo la stessa voglia irrefrenabile che sento anche io. Così distolgo lo sguardo dai suoi occhi e le sfilo gli slip per poi calarmi nel centro più caldo di lei. Non appena la mia bocca la sfiora la sento fremere e quando inizio ad usare la lingua sospira rumorosamente tenendo stretta la mia testa tra le mani. Quando sento che è abbastanza calda e bagnata per me, mi allontano e le salgo sopra. Non resisto più. Lei sembra più affamata di me e mi afferra l'erezione con una mano indicandomi la via da seguire. Via che trovo subito e in un attimo le sono dentro. Vengo subito avvolto da un calore umido che mi fa impazzire e comincio ad andare più forte. Spingo più che posso, vado più a fondo che posso: voglio toccarle il cuore. Lei spinge il suo bacino verso di me e mi tiene la faccia tra le mani. I nostri occhi sono incatenati e giuro che non le resisto quando fa così. I suoi occhi hanno una luce particolare quando facciamo l'amore e quando li punta nei miei mi sento perso.
Continuo a muovermi su di lei senza sosta fino a che la sento che inizia a gemere e a chiamare il mio nome. Non mi fermo, voglio regalarle il piacere più bello della sua vita.
«Voglio vederti venire per me» le dico in un orecchio e come se volesse accontentarmi immediatamente dopo la vedo che inarca la schiena e chiude forte gli occhi.
«Non ti fermare, Khvicha... sto venendo, non ti fermare» affonda i polpastrelli nelle mie braccia mentre la sento trattenere il respiro per poi lasciarsi andare in un urlo liberatorio. Trema, trema sotto i miei colpi e poi si lascia scivolare sul letto ormai stremata. Tutto questo mi manda in estasi e sto per terminare pure io quando con una spinta sul petto mi allontana facendomi uscire da lei. Con un'altra spinta mi fa sdraiare con la schiena sul materasso e si mette su di me. Se lo rimette dentro e inizia ad andare su e giù sul mio sterno. Apro bene gli occhi e guardo tutto ciò che sta succedendo perché davvero è memorabile per me. La prendo per i fianchi e la spingo con forza su di me e la sento mugolare ad ogni affondo. Continuo e dopo tre o quattro spinte la sento di nuovo tremare e chiamare il mio nome. È arrivata di nuovo e ora tocca a me. La tiro col viso verso il mio e la bacio mentre le mie mani sono sul suo sedere per farla muovere meglio. La spingo giù e poi la riporto su. Su e giù, su e giù ed ecco che ci sono.
«Sto venendo» dico solo e lei, restando sempre con gli occhi nei miei, si allontana per posizionarsi meglio e con gli ultimi movimenti mi fa esplodere. Si sposta un attimo prima che io arrivi e lascia che il mio seme le inondi la pancia. Poi rotola accanto a me ancora più sfinita di prima.
Trascorre qualche secondo, riprendo le forze e allungo una mia mano verso una sua, stringendogliela. Lei si gira verso di me e mi sorride e per me questo vale più di tutti gli orgasmi del mondo.



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Come si vive senza le partite del Napoli? Sono in crisi di astinenza😞

Sai mantenere un segreto? | Khvicha KvaratskheliaNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ