12. Ludovica

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Non ho chiuso occhio tutta la notte e ora che sono le undici di mattina, scrivo e cancello un messaggio per Khvicha in cui gli dico di non venire a prendermi perché ho trovato qualcun altro che mi accompagna. Cosa assolutamente non vera perché non ho trovato nessuno: Raffa è a lavoro, i miei sono fuori in viaggio, mio fratello quando serve non c'è mai e non saprei a chi altro chiedere. Se non fosse una cosa così importante gliel'avrei già mandato il messaggio ma ora devo darmi un pizzico sulla pancia e sopportare la sua vicinanza per qualche ora.

"Scusami ancora, davvero" nel frattempo Amir continua a chiedermi scusa da ieri sera e non fa che farmi innervosire ancora di più. "Ho parlato con Khvicha, è confermato, viene lui per mezzogiorno. Ok?"

"Ok." 

Poso il cellulare e vado a prepararmi. Devo vestirmi nel peggior modo possibile perché non voglio che pensi che mi sia preparata per lui, anzi, deve capire che la sua presenza mi è letteralmente indifferente. Ed è per questo che opto per un vestito lungo sportivo con le calze nere velate e le sneakers. Sembro una suora e ne vado fiera, lui deve vedermi proprio come se fossi una suora.

"Tra dieci minuti sono da te" mi scrive a mezzogiorno meno un quarto e io rispondo solo "Ok." 
Aspetto qualche minuto e scendo fuori al parco, non voglio che aspetti, mi sta già facendo un grosso favore ad accompagnarmi. Arriva in orario e  io salgo nella sua Mini verde e nera. 
«Ciao» mi dice solo e io ricambio.
«Ciao. Scusami ancora se ne approfitto ma non ho alternative.»
«Nessun problema, per Amir questo ed altro» puntualizza che il favore lo sta facendo al suo amico e non di certo a me. Annuisco e mi zittisco, per tutto il viaggio che dura più di un'ora, non ci diciamo più una parola. Io mi sento in imbarazzo, cerco di non guardarlo mai e di distrarmi col cellulare ma ogni tanto l'occhio mi cade su di lui. Sembra rilassato mentre guida, guarda sempre la strada e non si lascia distrarre da niente. Nemmeno lui dice una parola e anzi, ad un certo punto alza il volume della musica che riempie i silenzi imbarazzanti che si erano creati tra di noi.
«È qui?» parcheggia e indica una struttura ospedaliera con un movimento della testa.
«Sì è qui. Dammi dieci minuti» esco dall'auto senza aspettare la sua risposta ed entro nella clinica. Mi faccio indicare gli uffici amministrativi e ci vado. Richiedo l'attestato che avevo prenotato e me lo vanno a prendere. Dopo pochi minuti me lo portano ma mi accorgo che non è intestato a me ma ad un'altra Ludovica De Luca nata in un anno diverso dal mio. Che palle! Mi dicono che è un caso di omonimia e che in un quarto d'ora mi procureranno il mio. 
Esco fuori e vado ad avvisare Khvicha che c'è da aspettare un altro po'.
«Mi hanno dato l'attestato di una Ludovica De Luca che non sono io a causa di un omonimia, un quarto d'ora e mi danno il mio. Scusami» gli dico e per la prima volta oggi ci guardiamo negli occhi per qualche attimo. Lui annuisce e torna a guardare il suo iPhone con cui sta messaggiando con qualcuno.
«Va bene, aspetto qui» dice solo per poi tornare ad ignorarmi.
Rientro nella clinica anche se sono più nervosa di prima. Con chi stava scrivendo? Ho visto che scriveva in italiano quindi deve essere con qualcuno o qualcuna di qui. Forse ha una storia? Sta con qualcuna? O è solo una delle tante che si scopa in giro? Sono talmente concentrata a pensare alle alternative possibili che quando dall'amministrazione mi chiamano non me ne accorgo. Rinsavisco solo quando una segretaria mi viene a chiamare e mi dà il mio attestato in una cartellina verde. La ringrazio ed esco raggiungendo Khvicha nella sua auto per l'ennesima volta.
«Eccomi, possiamo andare.»
«Ok.»
Non dice altro e manda l'ultimo messaggio per poi posare il cellulare e mettere in moto. Parte e mi arriva il primo messaggio da Amir, che ignoro. Sono troppo  nervosa per rispondergli. Stare in queste condizioni con Khvicha mi rende davvero intrattabile. Amir mi manda altri messaggi a cui non rispondo e sbuffo ad ogni sua notifica.
«Non andavano benissimo le cose col tuo ragazzo, soprattutto ultimamente?» mi giro di scatto verso di lui e ascolto ogni sua parola. L'ultima cosa che mi sarei aspettata era questo suo commento. Infatti lo fisso esterrefatta mentre lui guarda la strada sempre più serio.
«Scusa?»
«Sto sbagliando? Sono cose che hai detto tu, non io» continua e mi sembra una follia. Mi sta davvero accusando di stare bene con il mio ragazzo?
«Non accetto morali sulle relazioni da chi se ne scopa una al giorno» rispondo a tono e lui fa una mezza risata. 
«No certo, me ne sto a casa aspettando che tu lo lasci, che dici?»
«Chi era quella con cui stai messaggiando, una che ti vuoi scopare stasera?» vado all'attacco e lo vedo agitarsi. Accelera stringendo forte le mani intorno al volante, poi all'improvviso inchioda e si parcheggia sui bordi della strada.
«Ma che fai? Ma sei fuori di testa?» urlo spaventata ma lui sembra non sentirmi nemmeno. Si slaccia la cintura di sicurezza e si sporge su di me prendendo il mio viso tra le mani per poi appoggiare le sue labbra sulle mie. È un attimo ma vi giuro che mi sento le farfalle svolazzarmi nello stomaco come se fosse scoppiata all'improvviso la primavera. Dura un attimo non a causa sua ma perché sono io ad allontanarlo con la forza, spingendolo via.
«No Khvicha, stavolta non te lo permetto» scuoto la testa mentre lui mi guarda ad occhi sbarrati. 
«Io ti voglio Ludo, ti voglio con tutte le mie forze. Te lo giuro» tenta di nuovo di baciarmi ma di nuovo mi sottraggo.
«Ti ho detto di no. Per favore, metti in moto e andiamocene.»
«Non riesco a starti lontano, sono stato con altre ma voglio te. Te lo giuro, mi devi credere.»
«Ti ho sentito giurare così tante volte che ormai i tuoi giuramenti non hanno alcun valore per me. Nessun valore» lo ripeto e lui sembra deluso ma non si arrende.
«Mi puoi credere stavolta, davvero.»
I suoi occhi di quel nocciola che fin dalla prima volta mi hanno folgorata ora mi pregano di fidarmi di lui ma io non posso cascarci. So come vanno queste cose con lui e onestamente non sono così stupida da ricascarci.
«Per fare cosa? Baciarmi oggi e magari sparire da domani? Ci sono già passata e non ci tengo, andiamocene per favore.»
«Non sparirò, non lo farò. Questa volta è diverso.»
«No che non lo è, io non sono la tua bambola Khvicha, non puoi prendermi e posarmi quando ti va. La devi finire.»
«Dimmi cosa devo fare per farmi credere e lo faccio. Ti voglio davvero, non mi interessa di nient'altro.»
«Sei sicuro? Domani non avrai rimorsi di coscienza e mi dirai che siamo sbagliati?»
«Non lo farò» scuote la testa e mi prende le mani tra le sue. 

Quanto vorrei che fosse vero, sarebbe la cosa che desidero di più al mondo. Lo guardo negli occhi e mi sembra sincero ma non so se fidarmi, non sopporterei un'altra sua scomparsa. Anche le altre volte mi sembrava sincero, è che sono troppo emotivamente coinvolta per essere oggettiva. Lui mi piace troppo, fin dal primo momento che il suo sguardo ha incrociato il mio. E poi abbiamo così tante cose in comune che davvero mi sento come se avessi trovato la mia anima gemella. Ci ho pensato tante volte e ci ho sperato tante volte, sono due mesi che vado avanti così e sono stata delusa tante volte da lui e dai suoi comportamenti. 

Sai mantenere un segreto? | Khvicha KvaratskheliaWhere stories live. Discover now