3. Khvicha

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Ovviamente non mi manda un messaggio chiedendomi di andare prima alla festa per aiutarla con le ultime cose? Ovviamente sì. E cosa le rispondo, ovviamente? Di sì e alle sette sono da lei. Mi accoglie col solito sorriso e i due baci sulle guance ma per me stavolta è difficile non perdermi a guardarla. Ha un vestito a giacca che le arriva a stento sulle cosce, una collana sottile dorata stretta al collo, capelli legati in una coda bassa e dei tacchi con la punta che mi fanno impazzire.
«Stai benissimo» io la guardo ma la prima a fare i complimenti è lei. «Questa felpa ti sta proprio bene, però...» si avvicina e mi prende il colletto tirando i due cordoncini. «Si vede la maglia del Napoli sotto. Ecco, ora non si vede più» fa un passo indietro e mi sorride.
«Grazie. Anche tu stai benissimo. Balenciaga?» indico con il mento il suo vestito e lei annuisce.
«Sì. Ed il bello è che me l'ha regalato sabato Amir. Ha insistito tanto per farmi un regalo e ne ho approfittato.»
«Ne hai approfittato per bene vedo.»
«Ovvio. Amir è un ragazzo così generoso che voleva regalarmi anche le scarpe» mi mostra le scarpe che indossa muovendo un piede, facendo girare lentamente la caviglia e giuro che mi eccito per un attimo. Sono ipnotizzato da quel movimento e mi stacco solo quando ritorna a parlare. «Ma me le sono comprata da sola perché non sono un'arrampicatrice sociale, giuro, anche se so che lo hai pensato» conclude.
«No, assolutamente» scuoto la testa e lei mi fa la linguaccia.
«Vieni, ti faccio vedere come ho addobbato» mi fa uscire dall'ingresso e mi porta nell'enorme salone che è praticamente pieno di palloncini e festoni bianchi, tavoli e tavolini con tovaglie, piatti e bicchieri tutti bianchi con qualche tocco di dorato. È davvero tutto curato nei minimi dettagli.
«Sei stata bravissima, complimenti.»
«Non ho organizzato tutto io, sei pazzo? Io so fare le punture e le flebo, questo non è proprio il mio campo» mi dà una spintarella e sorride scuotendo la testa.
«Ah no? E chi ti ha aiutata?»
«Una mia amica che tra poco arriva, lei oltre ad essere la mia migliore amica è una party planner bravissima» spiega e le do ragione.
«Bravissima, davvero.»
«Sono felice che ti piaccia. Vieni ti faccio vedere cosa ho fatto prendere da mangiare» mi prende per un polso e mi trascina con lei in cucina. Il suo tocco è delicato ma quando si allontana sento chiaramente il calore delle sue dita che resta sulla mia pelle.
Entriamo in cucina e mi mostra la tavola imbandita stracolma di rustici, pizzette, patatine e dolcetti.
«Wow, dieta vedo» commento e lei fa di sì con la testa.
«Stasera ce ne freghiamo della dieta. Ti faccio vedere anche la torta» apre il frigo e mi mostra la torta a tre piani total white con una foto di squadra stampata sopra.
«Bella. Che gusto è?» le chiedo e lei sbuffa.
«Sono stata egoista su questo punto. Avrei dovuto farla nel gusto preferito di Amir ma capisci che a lui piace fragola e limone? Fragola e limone, dai! Non ho avuto il coraggio e ho scelto il mio gusto preferito...» si ferma e si morde leggermente il labbro inferiore, facendomi prosciugare la salivazione.
«Che gusto sarebbe?» ho quasi paura della risposta perché ho un grosso presentimento e non può essere.
«Crema chantilly e gocce di cioccolato» dice, guardandomi dritto negli occhi.

Colpito e affondato.

«È anche il mio gusto preferito...» dico confermando il mio presentimento.
«Ah sì?» stavolta si inumidisce le labbra e fa un passo verso di me, «abbiamo tante cose in comune io e te. Che strano, eh?» sorride mentre io resto serissimo.
Non riesco a staccare i miei occhi dai suoi, sono talmente neri e scuri che non distinguo la pupilla dall'iride, è una cosa pazzesca. Starei ore a guardarli, sono ipnotici.
«Strano, sì...» sono io stavolta a fare un passo verso di lei, senza nemmeno accorgermene. Mi abbasso lentamente e per un attimo sento il suo profumo arrivarmi dritto al cervello. Sto andando fuori di testa e non riesco a fermarmi. Poi d'un tratto, fortunatamente, suonano al campanello e ci stacchiamo con gli sguardi.
«Ah dannazione, sarà Raffa. Amir non sarà d'accordo ma devo presentartela per forza ora...» dice piantandomi in asso nel bel mezzo della cucina e andandosene. Ma che ha detto su Amir? Ero distratto e non ho capito...
«Eccoci. Amir voleva presentarvi in un'altra occasione ma non fa niente. Khvicha, lei è Raffa, la mia migliore amica e party planner. Raffa lui è Khvicha, un amico di Amir» ci presenta ma mi sento abbastanza spaesato. La ragazza che ho di fronte è alta e bionda, ha un vestito strettissimo che le fa strabordare il seno fuori dalla scollatura e un trucco molto vistoso in viso. Occhi verdi e tacchi alti la rendono bella ma non è proprio il mio tipo.
«Ciao piacere» le stringo la mano e lei subito ammicca.
«Piacere mio» risponde e io mi rivolgo a Ludovica.
«Non ho capito, cosa c'entra Amir?»
«No, niente, Amir voleva farvi conoscere una di questa sere facendo un'uscita a quattro...»
«Ah, capito. È sempre lui ad avere queste idee brillanti» sorrido divertito e lei annuisce.
«Sì, ormai lo conosci, voleva farti un'altra sorpresa, diciamo così.»
«Sì ho capito...»
«Te l'ho fatta io la sorpresa e non è niente male, no?» è Raffa a parlare indicandosi ed è al quanto imbarazzante. Guardo per un attimo Ludo che fa roteare gli occhi e poi torno alla bionda di fronte a me.
«Certo, assolutamente» le do corda senza esagerare e mi sembra quasi che Ludovica si indisponga.
«Va bene dai, andiamo di là» tira via la sua amica e la porta di là. Io le seguo e fortunatamente dopo poco arriva Victor a salvarmi da quella situazione strana e a poco a poco anche tutti gli altri. Alle otto e venti la squadra è al completo ed è schierata sul divano enorme che c'è in salone. Ludovica si avvicina e ringrazia tutti.
«Capitano grazie davvero, siete una squadra incredibile e dei ragazzi fantastici. Grazie per essere qui, Amir sarà felice» lo guarda come se davvero lo amasse e capisco che è davvero tifosissima, lo stima parecchio.
«Grazie a te per averci invitati, Amir è un pezzo importante della nostra squadra e non potevamo mancare» parla per tutti noi e ha ragione.
Poco dopo Ludovica ci avvisa che Amir sta salendo e ci chiude nel salone pregandoci di stare in silenzio. Va ad aprire alla porta e dopo un minuto sentiamo il rumore dei suoi passi sui tacchi alti farsi sempre più vicini. Apre lo scrigno a doppia anta del salone e accende la luce. Solo allora noi saltiamo fuori e urliamo 'Auguri!' davanti ad un Amir a dir poco stupito.
«Non ci credo, ma che hai organizzato?» non se lo aspettava per niente e bacia Ludovica davanti a tutti prima di arrivare da noi. «Ci siete anche voi, bestie?» ci saluta uno per uno e la sua ragazza lo segue.
«Khvicha mi ha aiutato con tutta l'organizzazione, senza di lui la festa non sarebbe così bella» dice un attimo prima che lui arrivi da me.
«Il mio piccolo fenomeno georgiano. Grazie fra» mi abbraccia e io lo stringo stretto.
«Tanti auguri amico mio» gli voglio davvero bene e non smetterò mai di essergli riconoscente. Aiutare la sua ragazza con questa festa era il minimo che potessi fare per lui.

La festa prosegue tranquilla e io mangio talmente di quelle pizzette e rustici che mi sento esplodere. E proprio mentre ne sto masticando uno Ludovica si avvicina a noi con un sorriso splendente stampato in viso.
«È l'ora della trasformazione» ci dice e noi la guardiamo confusi. «Dovete trasformarvi in calciatori della SSC Napoli, è giunta l'ora» si avvicina a me (che poi perché sempre a me, non lo so) e prende i lembi della mia felpa alzandoli e facendo capire a tutti a cosa si riferisce. Me la toglie e poi mi fa l'occhiolino, questa sta fuori di testa.
«Ah sì!» Zielu è il primo ad alzarsi e a sbottonarsi la camicia sfoggiando la sua magli azzurra con il 20 sulle spalle e poi a ruota lo seguono tutti.
«Venite con me» ci fa segno di seguirla e lo facciamo. Ci porta nel mezzo del salone dove c'è il tavolo dove ha fatto posizionare la torta. Ci fa posizionare tutti dietro e mette Amir in mezzo che si scompiscia dalle risate.
«Non ci credo che avete organizzato tutto questo, siete fuori di testa» continua a dire. Scattiamo le foto di rito e poi ci portano un pezzo di torta a testa.
«È buonissima la torta» mi abbasso dicendolo all'orecchia di Ludovica che si volta di scatto e che sorride una volta che si accorge che sono io.
«Si eh? I nostri gusti non si battono... a proposito... pizza o pasta?» mi domanda mentre tortura tra le labbra la cannuccia con cui sta bevendo un drink.

Gesù aiutami tu, ti prego.
Sospiro e cerco di riacciuffare almeno un minimo di concentrazione per poi risponderle.

«Decisamente pizza.»
«Non avevo dubbi» si alza leggermente sulle punte e me lo sussurra all'orecchio. Chiudo per un attimo gli occhi e mi godo i brividi che la sua voce sottile e calda mi sa dare.
«Oh ragazzi, volete un'altra fetta di torta?» Amir ci raggiunge e mi viene un infarto istantaneo. Lui però sembra non accorgersi di nulla e si infila tra me e Ludovica appoggiando le sue braccia una sulle mie spalle e una su quelle della sua ragazza.
«No, io no, sono a posto» dico sentendomi di troppo.
«Nemmeno io» Ludovica mi segue e poco dopo i due vanno via insieme.
Raffa per tutta la serata mi è ronzata intorno, mi ha riempito di sguardi e frecciatine varie ma io l'ho gentilmente ignorata. Non è per niente il tipo di ragazza che mi piace e deve capirlo.

Passano un altro paio di ore e la gente inizia ad andare via. Ludovica ha pensato proprio a tutto, anche alla bomboniera. Ha fatto preparare dei portachiavi personalizzati e se per gli altri invitati è solo una maglietta in miniatura di plastica del Napoli di Amir, per noi della squadra è un portachiavi a forma di Napoli, con tanto di golfo e Vesuvio con stampata una foto della squadra. Tutto molto carino.
Gli invitati iniziano ad andare via e alla fine rimaniamo solo io, Ludovica ed Amir.
«Se devo organizzare qualche altra festa ti chiamo allora» mi dice lei dandomi una spintarella sulla spalla.
«Ma neanche morto» scuoto la testa nel modo più convinto che so e loro se la ridono.
«Dai, è stato così male collaborare con me?» fa di nuovo quell'espressione col broncio che mi fa impazzire e la mia prima reazione è guardare Amir che alza le spalle.
«Come fai a dirle di no?» mi dice e vorrei proprio capire come fa a non essere geloso di questa confidenza che c'è tra me e la sua ragazza.
«Con tutto il bene ma l'ho fatto solo per Amir. Per altre feste non contare su di me» mi tolgo da mezzo e lei sbuffa fingendosi dispiaciuta. «Ora devo andare, ci vediamo domani fra?»
«Sì a domani e grazie di tutto» mi dice.
«Aspetta ma tu hai l'auto nel garage nel vicoletto?» mi chiede Ludo e io annuisco.
«Sì.»
«Allora qualcuno deve venire con te per aprire e poi dopo chiudere» lo dice ad Amir che annuisce.
«Vado io... anzi vuoi andare tu? Io sistemo un attimo i regali che mi hanno portato che di là non si capisce niente» le risponde e lei accetta subito.
«Vado io ma prima...» si siede sul divano mentre Amir se ne va nella stanza dove ha riposto tutti i regali «... mi aiuti a togliere le scarpe?» mi domanda e inizio a sudare all'istante.

È seduta sul divano e io sono in piedi di fronte a lei, mi guarda dal basso e si morde leggermente le labbra. Questa prospettiva è pericolosa, devo assolutamente mettere fine a questa cosa o stasera non rispondo di me.

Annuisco alla sua richiesta e mi abbasso per slacciare il cinturino che ha allacciato intorno alla caviglia. Prima un piede, poi un altro. Quando è libera dalle scarpe fa un sospiro di sollievo e li inizia a muovere nello stesso modo in cui li ha mossi qualche ora fa e devo costringermi a guardare altrove.
Non sono un appassionato di piedi, non me ne frega niente dei piedi ma lei, cazzo, rende tutto dannatamente sexy.
«Ecco, ora sì» si alza e si mette delle scarpe più comode. Mi accompagna giù e quando sono in auto si appoggia con le braccia al finestrino aperto per metà.
«Grazie ancora, sei stato fantastico per tutta la serata.»
«Non c'è di che, per Amir questo ed altro. Buonanotte.»

Voglio scappare, lo capisce o no?

«Buonanotte a te» si sporge nella mia auto e mi dà un bacio sulla guancia. Uno solo, delicato, leggero ma che mi manda completamente al manicomio.
Sfreccio via e me ne torno a casa, ho decisamente bisogno di dormire.

Sai mantenere un segreto? | Khvicha KvaratskheliaWhere stories live. Discover now