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//Felix//
"Che caffè mi prepari?" sento la sua fastidiosa e melodiosa voce passare dietro di me mentre ero bloccato davanti al lavandino per prendere un bicchiere pulito.

Lo osservo mentre si va a sedere sul ripiano del lavandino tenendo una pallina da baseball in mano che non si sa da dove abbia preso.
Proprio alla cazzo. Ogni volta sto qua porta un qualcosa di nuovo fuori mostrandomi quanto strano lui effettivanente sia.

Nessuno più di me

"Americano" rispondo muovendomi da una parte all'altra quasi ignorandolo.
Mi metto all'opera ma mi prudono le ossa delle mani.

"E perché?" domanda facendomi innervosire sempre di più.
So che sta sorridendo come a mettermi alla prova.

"Perché a te piace" replico subito.
Lo percepisco accigliarsi e bloccare i palleggi perché non sento più il suono della palla che viene presa.

"Chi te l'ha detto?" mi chiede interrogativo e serio.

Me l'ha detto chi me l'ha detto, bastar-

"Yeji" rispondo girandomi un secondo dando le spalle alla specie di bancone in mezzo alla sala.
È una cucina dei ristoranti questa e fa impressione la vastità di questo posto rispetto alle cucine normali.

Sarei morto di panico se avessi ancora la fobia degli spazi grandi.
Grazie al cielo che ho superato la cosa.

Ritorno a preparare il suo caffè che adesso servirebbe a me, quindi segretamente ne preparo un altro.
Sono già sveglio, a sto punto. Grazie deficente.

"Tsk tsk tsk... dovresti stare distante da lei. È la mia governante, non la tua" ribadisce ricominciando a palleggiare sul pavimento sta volta.

"Ma io essendo ospite di questa casa..." comincio voltandomi e affacciandolo con un bicchiere di caffè e ghiaccio "ho il diritto di avere un aiuto. Da lei soprattutto" specifico sostenendo a fatica il suo sguardo.
Ma io sono forte e tosto, posso farcela.

Il biondo scende dal ripiano del lavandino, mette una mano in tasca e cammina nella mia direzione mentre parla.
"A quello principessa ci penserei già io se non avessi un drama da girare ogni santo e meraviglioso giorno"

Arriva a qualche centimetro dal mio viso guardandomi con intensità negli occhi.
Sostengo il suo sgurdo spostando solo gli occhi verso l'alto. Il mio respiro soltanto alla vicinanza con questo ragazzo.

Non alzo la testa e abbasso subito gli occhi guardando nervosamente a destra e a sinistra epr cercare qualcosa su cui posare gli occhi, perché se abbasso gli occhi e basta andrei a puntare in punti proibiti.

Continua a fissarmi e vedo la sua mano prendere il suo bicchiere da dietro di me. Senza mai staccare i suoi fottuti occhi dai miei o dalla mia bocca. Lo so.

"Ci vediamo più tardi, principessa. Mi auguro di trovarti a casa appena faccio ritorno" esclama andandosene alzando il braccio del bicchiere sventolandolo leggermente.
Dopo avermi sculacciato. Un'altra volta.

Rimango con la bocca aperta e una mano sul punto colpito.
Non trovo le parole giuste per insultarlo, imprecare o dire qualcosa.
"Accidenti!" esclamo andandomene al piano di sopra.

* * *

Dopo aver parlato per metà mattinata con me stesso e i miei due peluche, mi sono rifugiato nella biblioteca in cui sono tutt'ora nascosto con l'aiuto di Yeji. Dopo che fosse arrivata, ho chiesto a lei di portarmici e ora che conosco la strada, diciamo, verrò qui più spesso.

Mi piace leggere, mi piace l'odore delle pagine dei libri che qua sono quasi tutti nuovi; mi piace accarezzare le copertine, scorrere i polpastrelli tra un blocco e un altro... camminare tra una sezione all'altra sentendomi piccolo tra gli alti e giganteschi mobili.

100 Days || нуυηℓιχWhere stories live. Discover now