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Il resto della giornata filò tranquillo, accompagnai Hannan in classe spiegando alla maestra il motivo della sua lunga assenza, passai il resto del tempo in portineria con il signor Anderson e disegnai distrattamente su un foglio.
Quando si avvicinò a noi la signora Marshall,la stessa che il giorno prima avevo incontrato al parco con i suoi studenti, lei mi salutò appena mi riconobbe, era un insegnante di ginnastica e ci chiese se potevamo darle una mano con la sua lezione.
A quanto pare le piaceva aggiungere un tocco di colore alle sue lezioni, come organizzare lezioni all' aperto o portare la classe al parchetto dietro scuola.
Il signor Anderson era occupato a sistemare dei fascicoli
«Scusami Rei. Puoi occupartene tu?»
Io annuii e seguii la sgargiante professoressa verso la palestra.
Mi spiegò che oggi voleva proporre ai suoi studenti un percorso di agilità e le serviva una mano per spostare alcuni attrezzi un po' più pesanti in cui bambini devono scavalcarli, passare sotto o camminarci su mantenendo l'equilibrio.
Quando entrammo in palestra vidi i bambini che si stavano divertendo seduti in cerchio mentre si passavano una patata giocattolo mentre appunto giocavano alla "patata bollente".

La maestra richiamò i bambini e li sistemò in fila per due assegnando a ognuno un compito nell'allestimento del percorso.
Riconobbi un paio di studenti, tra cui anche Hannan, erano gli stessi che si trovavano ieri al parco.
Ma che cavolo di coincidenza eh!
Mentre i bambini svolgevano il loro compito, guidati sempre dall'insegnante, come il posizionare dei picolli connetti per fare uno slalom, o realizzare un percorso con gli Hula-hopp in modo da poter saltare nei cerchi, io mi occupai di spostare dei cavalletti di ferro dove i bambini dovevano passare sotto, e aiutai la signorina Marshall a realizzare un passaggio in cui devi strisciare a terra e passare sotto la rete come quei film sui militari americani.
I bambini erano emozionati, quando tutto fu pronto la maestra sistemò i bambini notando che due di loro non erano ancora tornati dal bagno.
Mi offrii io di andare e controllare così che lei potesse restare con la sua classe, mi ringraziò con un dolce sorriso.

Andai dritto nei bagni della palestra riconoscendo subito la voce di uno dei due bambini.
«Allora Marcus è vero quello che hanno detto gli altri su ieri?»
Mi affacciai nel bagno che conteneva anche una sorta di stanzetta con delle piccole panchine che fungevano da spogliatoio visto che i bambini si cambiavano indossando la tuta della scuola al posto della solita uniforme. Come avevo sentito bene la voce proveniva dalla versione piccola del ragazzo che attualmente nella mia realtà fa un frullato con le mie emozioni.

George.
No meglio, George da piccolo

Stava parlando con un bambino,credo sia Marcus. Anche lui lo riconobbi subito, era il bambino che ieri al parco aveva deriso e spinto Hannan mentre giocavano a calcio.
George sembrava arrabbiato, molto arrabbiato.
I due erano così assorti nella loro conversazione che non si accorsero di me.
«Si e allora che fa? Dai George mica te la sei presa? È soltanto una femmina! È già strano che giochi a calcio con noi e non con le altre bambine»
Replicò Marcus, forse stavano parlando di ciò che era accaduto ieri.
Ora che ci penso George ieri non era al parco.

Le parole di Marcus mi fecero arrabbiare, vorrei tanto sterrare un pugno a quel bambino e insegnargli un po' di buona educazione e rispetto.
Mi dovetti fortemente ricordare che non posso picchiare i bambini.
«Dai Georgie non vorrai mica difendere una femmina? Soprattutto se si comporta da maschio. È proprio un maschiaccio»
Okay ora basta, mi stavo davvero infuriando, non mi importa se non posso, quel bambino mi ha scocciato.
Stavo per fare un passo in avanti quando vidi il bambino di nome Marcus piegarsi in due e accovacciarsi a terra tenendosi lo stomaco. George stava in piedi e con un pugno teso ancora verso Marcus.
«Tratta ancora male Hannan e il prossimo ti arriva dove non batte il sole»

Hai capito il piccolo dolce e solare Georgie.

Lo guardai sorpeso con ammirazione, e gli rivolsi un sorriso fiero.
Ora entrambi i bambini si erano accorti che ero lì e mi fissavano.
George sembrò preoccupato, aveva appena dato un pugno ad un suo compagno non poteva passarla liscia.
«Te ne pentirai George, ora verrai punito. E tu hai visto tutto no?»
Mi disse Marcus guardandomi restando ancora dal pavimento.
«Io? Vedere cosa? Su smettete di giocare, e tu alzati da terra la vostra maestra vi sta aspettando»
Risposi ottenendo lo sguardo confuso di entrambi i bambini.

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