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Ci mettemmo un' ora e mezza per ordinare il divano, buttare tutte le buste di patatine, snack e bottiglie vuote.
C'erano briciole sul tappeto, sul tavolino, sul divano, ovunque e l'aspirapolvere della prozia sembrava essere appena uscito da una puntata dei Flintstones per questo sistemare tutto il salone fu una vera impresa.
«È stato estenuante!»
Esclamò Roody lasciandosi cadere sul divano stremato.
«Bene così la prossima volta ti ricordi di fare meno casino»
Lo presi in giro e lo seguii sul divano.
Lukas era l'unico che si era divertito, quel bambino ha energie da vendere non mi sorprende che a fine giornata crolla come un sasso.
«Rei dove sei stato tutta la mattina?» Mi domandò Lukas.
«Ho fatto degli acquisti, la spesa e ciò che abbiamo mangiato prima ad esempio e poi ho preso dei costumi per il mare»
Lukas mi guardò con un luccichio negli occhi.
«Davvero? Quindi ci andiamo davvero? Io amo andare al mare! Possiamo andarci oggi pomeriggio?»
Mi chiese tutto esaltato.
«Uhm, si credo di sì, oggi c'è un bel sole a differenza di ieri. Perché no?!»
Gli risposi e Roody che era rimasto stranamente in silenzio parlò.
«Divertitevi»
Mormorò, Lukas corse da lui.
«Cosa? Tu non vieni?»
Roody lo interruppe e si liberò dalla presa di Lukas sul suo braccio.
«Lasciami mocciolo, io odio il mare. Non vengo, fine.»
Disse rude e si alzò per andare via.
«Ma io non odio il mare, lo adoro. Tu devi venire!» Replicò ancora Lukas.
«Mocciolo non rompermi il cazzo!»
Sbottò Roody andando a rifugiarsi nella camera degli ospiti, sbattendo bruscamente la porta.
«Hey Luk, ci penso io, tu inizia a metterti il costume se vuoi»
Gli dissi e camminando verso il mio zaino passai il costume a Lukas.

Andai verso la camera con in mano ancora la busta di quel negozio e bussai.
«Hey»
Sussurrai mentre con calma entrai nella stanza chiudendomi la porta alle spalle.
Nessuno rispose, la stanza era un completo macello, il grosso armadio di mogano ricopriva tutta la parete alla mia destra, sulla sinistra c'era il grosso comò con sorpa vecchie lampade col paralume, delle coperte piegate in modo disordinato e i vestiti che avevo lasciato li questa mattina, difronte c'era un letto matrimoniale con la spalliera in ferro nero e sul letto c'erano dei piumoni e dei vestiti di Roody in disordine come se nell'armadio fosse esplosa una bomba e avesse rovesciato i vestiti sul letto.
Dall'altro lato del letto accanto al comodino nello spazio che separava il letto dal muro vedevo un qualcosa avvolto in un piumone che si muoveva al ritmo di un calmo respiro.
Lasciai la busta sul letto e mi avvicinai, al sentire i miei passi Roody si mosse leggermente nel suo bozzolo di coperte.
«Vattene, non ti ci mettere pure tu. Ti prego»
Si stava sforzando di mantenere il suo solito tono ma la sua voce tremava.
«Sai Lukas ha ragione, noi adoriamo il mare perché non vuoi venire?»
Mi sedetti accanto al bozzolo di coperte. Roody non disse nulla all'inizio poi sospirò.
«Lo sai già perché. Non ho più 12-13 anni, non posso più andare al mare solo con un pantaloncino. Non mi piace più andarci. Lukas è piccolo, ancora non lo può capire» Mi disse.
«Io si però perciò...»
Mi allungai verso il letto e afferrai la busta tirandola giù con me. Roody non si mosse e rimase con la testa sotto il piumone.
«Anche tu sei diverso da me. Io non posso, qui specialmente nessuno sa che non sono un ragazzo come tutti gli altri non posso rischiare che qualcuno del mio liceo mi veda così. Si ripeterebbe quello che è successo a Lukas alle medie. Quindi non vengo, se il mocciolo vuole andare portacelo, io resto qui»

Il bozzolo di coperte si muoveva più veloce, Roody iniziò a piangere, mi avvicinai e provai ad abbracciarlo attraverso il piumone.
«Lukas può fare quello che vuole, stare con George, essere felice io invece sono rotto, non posso vivere come fanno tutti gli altri ragazzi della mia età, non posso nemmeno andare al mare senza farne un dramma. Cos'ho che non va? Perfino i miei amici hanno scelto di andarsene, perfino George»
Spostai la coperta dalla sua testa e lo tirai più verso di me, lo strinsi forte e Roody pianse sulla mia spalla.
«Hey tu non hai niente di sbagliato, dovres-»
Roody mi interruppe.
«No, Andrew aveva ragione. Io non potrò mai essere come loro, per quanto posso sforzarmi, sono un disastro per questo nessuno dovrebbe essermi amico»
Ora fui io ad interromperlo parlando più forte di lui.
«Andrew è un coglione! Tu sei una persona fantastica, dici troppe parolacce ma resti lo stesso un ragazzo incredibile. Non devi ascoltare cosa dice, lui e i tipi come lui»

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