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Dopo colazione ci ritroviamo tutti e quattro nel salone. Come da rituale io sistemai tutto per il torneo, sincronizzai i joystick, accesi la console, regolai le impostazioni della televisione e preparai i vari giochi per il nostro torneo. Mi legai i capelli come mio solito, George ne fu sorpreso e mi guardò con un luccichio negli occhi.
«Non sapevo potessi diventare ancora più figo del normale» Mi sussurrò all'orecchio con un ghigno malizioso. Non volendo e non sapendo come rispondergli cercai di ignorarlo e di fare finta di nulla, sperando nel frattempo di non essere diventato rosso. Mi sedetti come sempre con le gambe incrociate sul divano e iniziamo col primo gioco. Un gioco di corse, Carlos sbagliò a selezionare la modalità quindi al posto di fare un torneo tutti e quattro insieme partì un duello a coppie, e chi vinceva sfidava la vincitrice dell' altra. Dovetti sfidare Ania, la vedevo difficile, si io sono bravo ma nelle corse quando Ania sceglie di gareggiare con la moto arriva sempre dopo qualche millesimo di secondo dopo di me, e come a volte capitava riusciva anche a superarmi. Io sono più portato per i giochi horror e di strategia.
Non essendomi esercitato con i videogiochi per tutto questo tempo  ero sicurissimo che sarei arrivato secondo ma per un colpo del destino Ania prese una curva sbagliata e riuscii a superarla nell'ultimo giro, e battei anche il record. «Uffi per poco. Reirei ritieniti fortunato» Disse Ania con sarcasmo.
«Cavolo hai anche battuto il record di George di prima, non sei stato in ospedale tutto questo tempo? Sei tornato de fuego, come diamine fai, questo qui è proprio imbattibile.» Aggiunse Carlos riferendosi alla partita che prima aveva giocato, e perso, con George.
«Oh quindi sei migliorato, ora sei pronto a prenderti quella rivincita di dieci anni fa?» Mi disse George con aria di sfida. «Sei così sicuro di vincere? Io non mi vanterei tanto, sai ho passato gli ultimi sette anni ad allenarmi» Gli risposi.
«Aspetta. Aspetta. George quindi tu sei riuscito a battere Rei?» Chiese Carlos sorpreso. «Si, anche più di una volta. Dipende poi dal tipo di videogioco, ad alcuni era veramente imbattibile» Rispose.
Carlos lo guardò con gli occhi sgranati incredulo come se stesse osservando un qualcosa di mitologico. «Devi essere un dio allora» George si passò una mano tra i capelli. «Dai non esagerare, devi solo scegliere i videogiochi e la tattica giusta» Rispose. Ania agendo come un giudice fece partire la corsa tra me e George, mentre Carlos faceva da telecronista.
Dovetti concentrarmi molto per stare alle calcagne di George, ormai era un testa a testa, tagliammo il traguardo quasi contemporaneamente, dovemmo aspettare che il gioco riporducesse il replay e guardare i risultati. «Non ci credo! È impossibile!» Esclamò Carlos. «Davvero insolito, non avevo mai visto una situazione simile. Avete fatto proprio lo stesso identico tempo!» Disse Ania.
Guardai lo schermo dove la scritta Pareggio lampeggiava insieme a dei coriandoli che cadevano, mentre ai due lati della televisione erano impressi i due punteggi, lo stesso tempo di percorso, preciso al secondo. George mi guardò. «Ti sei allenato eh?! Non male per uno che fino a ieri non era mai stato su una moto. Forse ti farò guidare la mia nella vita reale» Mi disse. Io risi. «Si se vuoi dirle addio prego lasciamela guidare» Risposi con sarcasmo. «Si confermo, Rei guida troppo spericolato, un giro in auto con lui e ho creduto di stare in una gara di rally, sembrava quando prendi uno dei potenziamenti in Mario kart» Ammise Carlos. «Questo succede quando vi lascio andare da soli. Voi due avete bisogno di una supervisione di un adulto» Commentò Ania.
Facemmo ripartire il gioco, stavolta selezionando la modalità giusta e ci sfidammo tutti e quattro contemporaneamente in un torneo da cinque corse.
Dopo le cinque partite comparve la classifica finale, Carlos arrivò quarto a soli pochi secondi di distanza da Ania, George arrivò primo battendomi per qualche millisecondo. Mi guardò sorridendo,alzando le sopracciglia e scuotendo le spalle, era identico a quando era bambino e giocavamo con i videogiochi a casa sua, mi rivolse la stessa espressione che per una frazione di secondo mi parve di rivedere quel bambino. Gli sorrisi felice. Carlos si alzò incredulo. «Sensei, io sono un umile e semplice guerriero, insegnami la divina e occulta tecnica per battere l'imbattibile Rei» Continuò Carlos parlando come se fosse in una sorta di ritiro per imparare le magie dei chakra. Si inginocchiò offrendo a George il joystick come i cavalieri di Cameloth offriranno le spade al re. Ania ne approfittò per dare una lieve spinta a Carlos facendogli perdere l'equilibrio. Tutti e quattro ridemmo «Umile guerriero se magari la smetti possiamo rigiocare» Scherzò Ania allungando una mano per aiutarlo a rialzarsi. «Saresti perfetto nel corso di teatro» Gli dissi mentre ridevo ancora. Carlos tornò a sedersi sul divano. «¡Vale, vale! Riprendiamo, ma tu giochi bendato!» Disse guardandomi. «Ti batterebbe anche così» Replicò Ania.
Scegliemmo il secondo gioco. «Questo è un horror? Vogliamo provarlo? In quattro sicuramente ci riusciamo» Propose Carlos mostrandoci la copertina di uno dei giochi, accettammo. Io adoro gli horror, ad Ania piacevano anche se poi alla fine si faceva leggermente influenzare dalla storia e finiva col trasformare la casa in un “posto sicuro”, una volta abbiamo dovuto tenere il sale alle finestre per quasi una settimana perché in un film, che avevamo visto una sera, facevano così per impedire al fantasma indemoniato di entrare. George d'altro canto era più come me, non era proprio il suo genere preferito ma anche quando andavamo alle medie ci giocavamo spesso, lui però insisteva sempre per giocarci in mia compagnia dicendo che era perché gli portavo fortuna ma poi mi confidò che se stava con me non aveva paura degli horror.
«Okay ragazzi io non entrerei lì!» Esclamò Carlos. I nostri personaggi si trovavano tutti e quattro nel cortile della villa del gioco, e varie creature inquietanti continuavano a comparire a caso. Dovevamo raggiungere il pozzo per andare avanti nel gioco. «Carlos quello è l'unico mezzo per raggiungere il pozzo e trovare la chiave della stanza della bambina» Gli dissi. «Si ma dobbiamo per forza attraversare questo labirinto di edere? Andiamo sta proprio gridando “Se entrate qui troverete la morte” e poi sono sicuro che quella bambina insanguinata uscirà da un momento all'altro, non sentite la musichetta inquietante?» Contestò leggermente spaventato.
«Non eri tu quello che voleva giocare ad un horror?» Disse Ania divertita mentre guardava Carlos che prima di iniziare era tutto entusiasta e ora era quello più spaventato. Di solito questa scena accadeva al contrario, per questo ora era abbastanza divertente. «Dai su, siamo tutti e quattro vicini e abbiamo tutti le torce. Quella se vede le torce infuocate non si avvicina, ricordate la leggenda all'inizio?» Disse George cercando di rassicurare Carlos, una volta che si convinse entrammo tutti nel labirinto. «Okay ragazzi dobbiamo rimanere vicini, anche perché è un labirinto, non dobbiamo perderci» Comandò Ania mentre ci addentravamo sempre di più tra quelle siepi, man mano che camminavamo la musica si intensificava e altri rumori inquietanti si facevano più forti e frequenti.
Il rumore di una biglia che cadeva sul pavimento e rotolava, la risata dei due bambini, o il carillon della sala da ballo. Il tutto era ancora reso più intenso grazie alla sound bar che avevamo installato tempo fa per migliorare le nostre serate cinema, ma che adesso faceva solo sembrare che i passi del vecchio col bastone stiano veramente venendo verso di te. Probabilmente quella sound bar non è l'ideale per gli horror, a meno che tu non voglia sentirti come se fossi all'interno del film.
Ad un certo punto il viso inquietante e deformato della signora vestita di bianco del lago comparve all'improvviso a tutto schermo con un urlo straziante. Tutti e quattro solbazammo col cuore che batteva a mille. «Madre de Dios!» Carlos urlò lanciando in aria il joystick. George saltò sul posto e con uno scatto mi afferrò il braccio spaventato. Ania si coprì le orecchie con le mani. «Questo attacco a sorpresa è stato da infarto!» Esclamò. Carlos una volta ripreso il suo colorito si girò verso di noi. «Non avevi detto che se avevamo il fuoco non si sarebbe avvicinata?!» Disse guardando George, che ancora col batticuore scosse la testa sconcertato. «Si era così! Non doveva attaccarci!» Esclamò agitando il joystick in aria. «Tecnicamente il fuoco serve a tenere lontana la bambina non la signora del lago» Commentai parlando piano. «Tu non ti sei nemmeno spaventato! Come diamine fai!» Esclamò Carlos alzandosi dal divano per recuperare il joystick volato a terra, che per fortuna era atterrato sul tappeto soffice senza rischiare di rompersi.
Finimmo il gioco o almeno ci provammo ma proprio mentre stavamo per completare l'ultima missione la bambina ci eliminò e catturò uno alla volta trascinandoci nel lago senza che potemmo sfuggirle.
Continuammo giocando ad un altro gioco.
«Ah Lukas comunque Martha ha trovato il signor Anderson» George parlò mentre giocavamo ad un gioco d'azione. «Chi?» Chiese Carlos curioso. «Era il nostro custode dell'elementari, un signore davvero gentile. Attento a quel dirupo li» Gli spiegai mentre giocavamo. George riprese a parlare. «Si, beh a quanto pare lavora ancora a scuola, cioè no non lavora è in pensione però continua ad andare lì, aiuta le insegnanti a tenere i bambini, organizza eventi con la scuola e da caramelle e cioccolato ai bambini, è diventato tipo il nonno della scuola. Se vuoi possiamo andare oggi pomeriggio» Si gira poi guardando Ania e Carlos. «Ah chiaramente se anche voi volete venire andiamo tutti insieme» 
«Vedremo la scuola dove il piccolo Reiuccio è cresciuto? Aww, scommetto che eri uno di quei bambini adorabili da strapazzare. Si certo che voglio venire!» Esclamò Carlos entusiasta. «Si sembra una bella gita da fare tutti e quattro, e poi qualcuno deve pur tenere a cuccia questo qui» Dice Ania indicando Carlos. «Hey!» Protestò lui offeso. «Si okay» Risposi infine.

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