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Lukas scelse come al solito di fermarsi ad un McDonald's e lo accontentai, forse dovrei iniziare a fargli mangiare anche qualcosa di più salutare.
«Rei! Guarda che bella!»
Mi disse felice mostrandomi la macchinina giocattolo uscita nel suo Happy meal, io alzai lo sguardo dal mio panino e vidi i suoi occhi che non smettono di brillare, era sempre stato così, ogni volta che lo guardo i suoi occhi brillano come un cielo stellato.
«Si è bella»
Gli dissi, poi iniziò a giocarci sul tavolo.
«Quando torniamo a casa voglio farla vedere a George! È blu come il suo colore preferito»
Continuò a dire mentre faceva sfrecciare la macchinina da un lato all'altro del tavolo.

George, George e ancora George, cavolo Lukas ci tiene davvero tanto a George, ci tenevamo, poi smettemmo di parlarci.

«Senti Lukas, ci tieni davvero tanto a George?»
Non so perché glielo chiesi, so già la risposta. Eravamo come fratelli inseparabili, dove andava lui io ero con lui se io ero nei guai lui veniva a trovarmi, tranne quella notte, quella notte non venne. Forse sentirmi dire quella risposta da Lukas mi avrebbe fatto sentire meglio, o peggio, sulla nostra amicizia.
«Si certo. È il mio migliore amico, ci conosciamo da quando eravamo piccoli piccoli. È il migliore. Noi resteremo sempre amici, mi sentirei perso senza di lui»
Mi rispose, ecco rigira pure il coltello nella piaga, C4 colpito e affondato complimenti Lukas hai vinto a battaglia navale. Gli sorrisi
«Si, credo che lo sarete per sempre»
Mi tremò la voce mentre lo dissi.
«Sai c'è un posto dove il pomeriggio mettono le giostre e i gonfiabili fino alla sera, vuoi andarci?»
Lukas annuii e gli feci segno di seguirmi fuori, prima di andare afferrai un sacchetto di quelli per il cibo da asporto e mi caricai sia il mio zaino che quello di Lukas sulle spalle dato che dobbiamo camminare per una ventina di minuti non voglio che si stanchi troppo e mi tocchi portare anche lui sulle spalle.

Arrivammo in quel parco, un tempo era un vecchio cinema drive-in ma ora in alcune mattine veniva utilizzato per il mercato e il pomeriggio venivano i giostrai, alcune delle giorstre erano già montate e pronte per far giocare i bambini e Lukas che non aveva smesso di cantare neanche un secondo per tutta la passeggiata mi trascinò subito verso un largo e immenso recinto colorato con un pavimento gommato dove all'interno c'erano dei gonfiabili, molti, e ognuno diverso dall'altro, uno era perfetto per rimbalzare, un altro sembrava perfetto per fare box con dei cilindri gonfiabili, un altro aveva un immenso scivolo che dava su una piscina con le palline e molti di quei cilindi morbiti che ruotano dove i bambini passavano in mezzo, si arrampicavano.
Insomma era il paradiso di un bambino in un recinto, e ovviamente Lukas voleva andare. Ci fermiamo davanti al signore che si occupava di quella giostra, all'inizio ero confuso e non capii come funziona l'accesso per i vari gonfiabili ma il signore mi spiegò gentilmente tutto.
«Visto che tutte le altre giostre aprono per la sera il pomeriggio offriamo un servizio diverso per i gonfiabili. Lei acquista il biglietto e il bambino ha libero accesso a tutti gonfiabili e a differenza della sera non c'è un tempo massimo in cui suo figlio può stare, quindi può entrare subito. La sera organizziamo gruppetti e il giro sui gonfiabili dura un'ora.»
Mi spiegò, poi mi indicò sua moglie da cui potevo acquistare il biglietto d'ingresso.
«Ecco a lei. Lei è il padre? Mi serve solo il nome di suo figlio da scrivere sui bracciali»
Mi disse con un sorriso.
«Oh lui non è mio figlio, lui è..»
Cercai di trovare una scusa plausibile.
Chiaramente Lukas non può essere mio figlio abbiamo troppi pochi anni di differenza.
«Lui è mio fratello. Si il mio fratellino. Si chiama Lukas»
«Oh mi scusi. Allora Lukas? Bene ecco qui»
La signora ci porse due bracciali di quelli cartonati plastificati tipici per qualche evento e su entrambi c'era scritto Lukas e sotto tra parentesi fratello, dopo averceli fatti indossare accompagnò Lukas in un posto dove poteva lasciare le scarpe e lo guidò verso i gonfiabili. Lui la ringraziò e la donna gli sorrise
«Sei proprio un bravo bambino educato»
Si complimentò e Lukas arrossì.
Notai che anche gli altri bambini indossavano quei braccialetti dai colori sgargianti e così anche i genitori che aspettavano seduti su panchine o in piedi vicino alla staccionata.

What's my name?Where stories live. Discover now