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George spostò lo sguardo sul blocco da disegno. «Che stai disegnando a proposito?» Domandò come se sentisse la necessità di cambiare argomento. «Il bosco» Risposi alzando le spalle. George si stropicciò gli occhi nel tentativo di asciugarsi le lacrime. «Si questo lo vedo genio. Ma perché? Cioè sei voluto venire qui apposta, deve esserci un motivo no?!» Mi sistemai meglio accanto a lui e ripresi il blocco da disegno. «Il progetto dell'accademia. Devo fare un dipinto su qualcosa di significativo per me. Quando ce lo assegnarono all'inizio avevo pensato ai videogiochi, ma dopo tutta questa situazione il bosco è il soggetto ideale. Mi ricorda i momenti migliori vissuti con qualcuno di molto significativo per me» Risposi tornando a disegnare. George cambiò rapidamente umore, e mi sentii sollevato. «Aww carino, sei adorabile» Mi disse con una vocina, e con gli occhi a cuoricino mi dà un bacio sulla guancia, come farebbe una vecchia zia. «Hey, mica stavo alludendo che sei tu» Dissi sarcastico, lui mi guardò scettico. «Ah no? E allora chi?» Lo guardai come a dire “non è ovvio?!” «Egroeg, un caro amico, dai dovresti sapere che parlavo di lui» George sfinito alzò gli occhi al cielo. «È il mio nome al contrario!» Sbuffò. «Capisco, quindi è questo quello che scarabocchiavi ogni giorno all'ospedale che non volevi farmi vedere? Facevi le bozze di prova?» Scossi la testa e mi allungai a prendere il mio zaino. «No, stavo disegnando altro» Tirai fuori una cartellina dove custodivo i fogli cartonati per i disegni completi e che di solito regalavo o consegnavo come compito. «Ho fatto questi» Passai il primo disegno a George, un semplice ritratto a matita. «Ma questo è il signor Anderson, giusto? Il custode delle elementari, come mai?» George guardò il disegno con lo stesso sguardo con cui guarda sempre i miei disegni, con stupore e ammirazione. «Beh ti ricorderai che era tipo la persona più gentile del mondo, e ricordo che mi diceva spesso che avevo un talento per il disegno, all'epoca non ero di certo a questo livello ma ora si. Vorrei andarlo a trovare e darglielo, anche per ringraziarlo per la sua gentilezza e tutto quello che ha fatto per me» Risposi.
«Oh, si ricordo, era veramente gentile. Ti ricordi di quella volta che mi picchiò il fratello di Marcus e mi uscì il sangue dal naso!? Il signor Anderson fu così gentile quando si occupò di me, mi diede anche un lecca-lecca. Si vorrei anche io incontrarlo di nuovo e ringraziarlo. Se non sbaglio Martha dovrebbe sapere come trovarlo, sua zia lavora per la scuola» Guardai George e gli diedi un pugno leggero sulla spalla. «Ahi, e questo perché?» Mi chiese. «Perchè ricordo bene quando ti uscì il sangue dal naso, e tu prendessi quel pungo dal fratello perché avevi picchiato Marcus per me»
Mi venne quasi da ridere pensando che nel viaggio del tempo sono stato proprio io a occuparmi del suo naso sanguinante, ma giustamente come ha detto anche Mr stalker io non ho modificato la versione originale del passato, quindi sia nei miei ricordi che in quelli di George le cose erano andate un po' diversamente dal viaggio nel tempo e fu il signor Anderson ad occuparsi di lui. «Picchierei tutti per te» Sento mormorare da George mentre sistemo il disegno che mi stava passando e prendo il secondo foglio. «E ho fatto questo» Gli passo il foglio-cartoncino, il disegno stavolta è una scena colorata con tenui acquerelli. «È per te»

Il disegno in particolare ritraeva me e lui in una delle vacanze che facemmo con le nostre famiglie al lago, mi ero ispirato ad una vecchia foto che tenevo a caso in una scatola nella mia camera e grazie all'aiuto di Ania e Carlos ero riuscito a procurarmi. George lo fissò a bocca aperta e così intensamente che credevo si fosse bloccato. «Lukas è bellissimo! Non riesco a smettere di guardarlo» I suoi occhi brillano come mille stelle. «Lo pensi davvero?» Chiesi. «Certo! Sai probabilmente fu in quella vacanza che realizzai che mi piacevi» Ammise ripassandomi il disegno per metterlo al sicuro nella cartellina, nel mentre io divenni rosso peperone. Poi realizzai. «Aspetta! In quella vacanza dovevamo iniziare più o meno la seconda media, quindi significa che alla festa in terza eri già innamorato di me!? Da più di un anno! Quel bacio...» George mi interruppe guardandomi serio. «Il tuo primo bacio doveva essere con me. Non avrei permesso a nessun altro di baciarti quella sera.» Esclama come se fosse una sentenza, poi rilassò il viso e sorrise. «e poi in quel momento mi sembra che ti sia piaciuto, quindi...» Continuò, e io divenni ancora più rosso, potevo confondermi con le foglie per terra. Lui rise e dopo qualche minuto lo vidi alzarsi in piedi e prendere qualcosa dal suo portafoglio e me la passó. Era un foglietto bianco ripiegato su se stesso, la carta era tutta spiegazzata e consumata ai bordi, come se fosse stato aperto e richiuso molte volte nel corso del tempo. Lo guardai confuso «Cos è?» George imbarazzato si passò una mano tra i capelli, leggermente rosso in viso.
«Ecco è una cosa che scrissi anni fa, una canzone. Ero proprio all'inizio ancora non avevo incontrato i ragazzi e creato la nostra band, quindi non sarà molto perfetta di metraggio o musicalità. L'ho sempre portata con me dal liceo e non l'ha mai letta nessun altro» Mi disse. Guardai il pezzo di carta ancora piegato tra le mie mani «E perché? Le canzoni non sono fatte per essere ascoltate?» George tornò a sedersi al mio fianco. «Si, ma questa è troppo importante e poi non l'ho scritta per tutti gli altri. Ma ora credo sia il momento giusto per essere letta. Leggila» Mi rispose, così aprii il foglietto e iniziai a leggere il testo che mi trovavo davanti.

What's my name?Where stories live. Discover now